Crisi
LINO RICCHIUTI – POPOLO PARTITE IVA – OSPITE DI SCENARIECONOMICI
Ringrazio Scenarieconomici per avermi ospitato nel loro blog , mi presento sono Lino Ricchiuti responsabile nazionale del “Movimento Politico Popolo Partite Iva – autonomi e lavoratori UNITI” che nei suoi primi 8 mesi di nascita conta già oltre 150 sedi in tutta Italia.
Oggi con voi voglio affrontare un tema che mi sta molto a cuore e che ho anche riportato, oltre ad altri punti , quali la necessità di una sanatoria fiscale sulle cartelle Equitalia , l’abolizione degli studi di settore e un innalzamento della soglia del regime dei minimi , alla Presidenza del Consiglio che nonostante i miei “attacchi” quotidiani ha ritenuto opportuno convocarmi a Palazzo Chigi il 10 settembre per discutere di proposte da portare all’interno della legge di stabilità 2016 , e cioè quello della sopravvivenza dei piccoli negozi e dei centri storici di piccoli comuni o aree decentrate dalle grandi città .
Il nostro movimento non si limita come il nome può ingannare a chi possiede una partita iva o ai suoi collaboratori , anzi , vuole svolgere una attività sociale partendo da chi certe situazioni le vive dall’interno , diciamo da questa parte del “bancone” .Per rivitalizzare i piccoli centri storici è sì una questione di ripristino urbanistico (eliminare ad esempio le brutture edilizie di questi ultimi decenni; togliere il “grigio” che caratterizza piazze, strade, periferie), ma è anche “ritornare ai piccoli negozi, alle botteghe”. Ogni serranda che chiude definitivamente è un pezzo di vita comunitaria di un luogo che finisce. Dobbiamo però essere chiari. Pensare che i piccoli negozi possano “resistere” alla concorrenza , dei centri commerciali, dei cosiddetti “outlet”, è cosa assai ardua, forse vana.
Il tema che voglio affrontare è il seguente : è possibile pensare e prevedere il mantenimento nei piccoli centri, nella piazze e strade di paese, di attività cosiddette residuali? La piccola bottega di generi alimentari, il negozio del calzolaio, la merceria , l’ortolano, il bar dove con un caffè o un bicchiere di vino uno può star lì seduto a un tavolo e parlare, o giocare a carte o leggere il giornale per una o due ore o mezza giornata , attività, è da chiarire, che consideriamo “residuali” per i redditi (inferiori alla media), “antieconomiche” per il gestore o il piccolo imprenditore che le esercita . E’ possibile immaginare persone, “operatori” del commercio o del piccolo artigianato che “decidono” di guadagnare meno, di accontentarsi di meno, ma di poter svolgere un’attività che non ha l’angoscia costante, quotidiana, della competitività e, quel che è più importante, che debbono avere (queste attività “residuali”) costi di gestione bassi, molto bassi, che così permettono sì di guadagnare magari poco, ma avere poche spese fisse, così da poter lo stesso avere un reddito? Costi bassi significa affitti abbordabili (la vera piaga di chi vuol intraprendere un’attività commerciale adesso) e niente tasse, un’esenzione totale a chi decide di voler guadagnare poco e, di fatto, permette di mantenere vitale un luogo con la sua presenza, con la sua attività.
Su questo le istituzioni pubbliche, dai Comuni alle Regioni, al Governo potrebbero fare molto, e tutto il sistema ne avrebbe un vantaggio: le nostre proposte sono la detassazione degli affitti introducendo una ritenuta alla fonte (per esempio il 15%) e così il proprietario non ha nessun altro obbligo fiscale, l’esonero totale dalle tasse per redditi lavorativi (commerciali o artigianali) sotto un certo “palese, evidente” livello l’attuale politica fiscale degli “studi di settore”, dove si misura il reddito con i metri quadri di utilizzo di un’attività, con le persone impiegate, l’energia elettrica consumata eccetera, è risultata del tutto “incongrua e incoerente”; dannosa e fallimentare proprio perché ha colpito in primis le attività marginali e non solo (stiamo lavorando per la sua abolizione). Il Paese non deve perdere la propria umanità , che è fatta anche di relazioni , luoghi dove a fronte di poche entrate permette ai residenti , a volte spesso anziani di sopperire alle mancanze di luoghi idonei che le istituzioni avrebbero dovuto creare. Questo è il Popolo delle Partite Iva , argomenti e proposte di cui nessuno parla , perché marginali , ma noi ci rifiutiamo di concorrere a una società fatta di automi che abbia l’unico scopo della competitività , impostaci dalla economia globale e dai parametri inumani della commissione europea , che vede le attività commerciali solo dal punto di vista della competitività . La nostra costituzione , quella che i nostri “nuovi” padri costituenti vorrebbero cambiare , non parla mai di “competitività” , ma in quasi tutti gli articoli e menzionata in sottointeso la parola “solidarietà” Ecco perché ci rivolgiamo a tutti i cittadini , aiutateci a crescere e a diffonderci in tutto il territorio nazionale, non abbiamo la soluzione per la crisi mondiale , ma piccole cose che possono portare subito un beneficio nell’immediato a tutta la collettività e a generare nuovi posti di lavoro a pochi metri dalla propria abitazione.
Lino Ricchiuti
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