Dopo le dichiarazioni di Powell al Senato USA, ora è ufficiale, l’aumento dell’inflazione che è in corso da alcuni mesi non è transitoria.
Appunto. l’esatto contrario di quanto il capo della FED è andato predicando fino a pochi giorni fa.
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3 anni fail
Dopo le dichiarazioni di Powell al Senato USA, ora è ufficiale, l’aumento dell’inflazione che è in corso da alcuni mesi non è transitoria.
Appunto. l’esatto contrario di quanto il capo della FED è andato predicando fino a pochi giorni fa.
I giornali non ne hanno fatto alcun clamore, anche se questa notizia ne meriterebbe di quello fatto a gran cassa.
Al contrario i media continueranno a raccontarci la tavoletta del boom del PIL come se andasse tutto bene.
In due dei più recenti articoli di economia vi abbiamo parlato del fantomatico boom de PIL, Boom che ci veniva descritto come un prodigio dovuto alle abilità di Draghi & C., ma anche dell’inflazione, più riconoscibile dall’italiano medio se chiamata col suo secondo nome: aumento dei prezzi.
In questi articoli abbiamo mostrato come il PIL, così tanto sbandierato sui media nazionali, sia gonfiato dall’aumento dei prezzi e dei costi fissi appioppati – grazie anche alla scusa della transizione verde – al groppone dei cittadini.
Ma di come i media siano particolarmente abili a prendere granchi, ovvero a bersi tutto quello che gli esperti starnazzano, pronti poi a contraddirsi subito dopo ne stiamo avendo prova da decenni.
Dal proclamato successo dell’Euro; partito con lo slogan “lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno in più” all’esempio della Grecia, per poi passare alle previsioni catastrofiche della Brezìxit, rivelatasi poi un successo, fino ad arrivare ai giocolieri, pardon, i giullari del covid, la lista è lunga.
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L’inflazione è un bene se l’economia tira, cioè se l’aumento dei prezzi è dovuto al benessere economico delle persone che quindi sono portate a spendere di più.
È un male se anche l’economia va male, perché significa che non ci sono abbastanza merci da acquistare, gli scaffali sono vuoti, e quindi il denaro, essendo in eccesso rispetto alla disponibilità dei beni, perde di valore.
Il motivo della scarsità di beni e materie prime ve lo abbiamo spiegato in questo articolo di poche settimane fa.
L’attuale inflazione trova una delle sue principali cause nei colli di bottiglia che si trovano sparsi nel mondo. Uno ad esempio è dovuto al monopolio cinese di cui abbiamo parlato in quest’altro articolo.
Le merci non arrivano sugli scaffali e quindi i prezzi di quelle disponibili schizzano alle stelle.
Lo stesso vale per le materie prime ed i semilavorati.
Un esempio eclatante è la scarsità di chip elettronici che sta rallentando l’industria automobilistica ed ha praticamente paralizzato alcuni settori dell’elettronica di consumo.
Quindi l’inflazione di oggi non è affatto un segnale positivo.
Che di iperinflazione in America si sentisse parlare già da inizio anno e che questa sarebbe stata contagiosa almeno quanto il covid era di per sé un fatto scontato.
Ora che Jerome Powell, il Presidente della Federal Reserve, ha smentito sé stesso e l’intera informazione mainstream mondiale, ne abbiamo la conferma.
Quello che doveva essere un fenomeno transitorio, si è dimostrato quello che temevamo. Un po’ per pudore e un po’ per timore di fare la figura degli uccelli del malaugurio, non abbiamo mai parlato dell’impressione che facevano le parole del capo della Fed.
L’aumento dei prezzi che ha caratterizzato gli ultimi mesi di mercato non è transitoria.
In questi giorni ha raggiunto il 6% in Germania e si avvicina al 5% in Italia ed è destinata a salire ancora, oltre che a rimanere una lunga costante nel tempo. Dio solo sa quanto. Anzi forse lo sanno gli Dei dell’Olimpo bancario.
L’inflazione è transitoria…
…Lo ha detto Powell…
… E vi spieghiamo anche perché…
… Ops!
A chi ha dato la colpa dell’inflazione, Powell? Alla variante al covid-19 denominata Omicron; la cosiddetta variante sudafricana.
Non importa se di questa non si hanno ancora sufficienti informazioni; Powell va sul sicuro. Tra le colpe di una duratura inflazione c’è la variante Omicron. Una variante che stando alle stime attuali avrebbe mietuto appena 33 vittime in 8 Stati.
Ma se ci viene fornita una scusa fuorviante, la domanda è: quando il capo della Fed rassicurava tutti, era in buona fede o ci stava mentendo sapendo di mentire?
L’inflazione sta travolgendo tutto perché parte dall’aumento dei prezzi delle materie prime.
Quindi tutte le produzioni, da quella alimentare, alla chimica, all’agricoltura (che si basa prevalentemente sulla chimica), l’elettronica, ecc. risentono degli aumenti.
Trattandosi di un aumento dei prezzi e quindi della perdita di valore del denaro, questo fenomeno colpisce un po’ tutti.
In particolare colpirà i risparmi fermi nei conti correnti che si svaluteranno perché, banalmente, si sta svalutando il denaro.
Colpirà anche chi ha uno stipendio fisso, perché non può adeguare il proprio reddito al mutare della situazione; a differenza di un professionista o delle aziende che possono ritoccare nel tempo i propri listini dei prezzi e delle tariffe.
Avranno vita dura coloro che hanno un mutuo da pagare; non per la rata in sé, perché quella dipende dai tassi sul denaro e sulla formula del mutuo (variabile o fisso?).
Per loro il problema è che se la spesa al supermercato, le bollette energetiche e i carburanti costano di più, pagare la rata diventa più difficile. Idem per chi ha spese condominiali elevate.
Di norma, quando c’è una inflazione alta diventa più facile rimborsare i debiti. Questo accade perché essendoci più denaro in circolazione di quello che servirebbe, in teoria dovrebbe essere più semplice guadagnarlo (peccato che per farlo serva avere un lavoro, non una fattore così comune oggi giorno).
L’inflazione aiuta a ripagare i debiti anche chi ha dei capitali da parte. Ora conviene usarli invece che aspettare che si svalutino. Anzi sarebbe stato opportuno pensarci 4, 5 mesi fa.
Ma queste sono eccezioni, perché stiamo attraversando un periodo di crisi economica.
Avrà vita dura anche chi ha prestato soldi, perché quando lo ha fatto la moneta valeva di più rispetto ad oggi. Quindi quando il debitore lo rimborserà quei soldi varranno di meno.
Quindi l’inflazione danneggia: 1) chi non ha investito i risparmi in titoli e asset con un rendimento maggiore dell’inflazione; 2) i consumatori.
Anche i mercati finanziari ne risentono, perché l’inflazione determina uno stato di incertezza. L’incertezza è determinata dal fatto che i consumatori, sapendo che i prezzi stanno salendo, tenderanno a rimandare i propri consumi.
I mercati finanziari vanno di conseguenza, con l’eccezione che sui mercati finanziari, laddove qualcuno perde, dall’altra parte c’è qualcuno che ci guadagna.
Un’altra categoria penalizzata sono i rentiers, cioè coloro che vivono di rendita su capitali depositati e che non sono stati investiti.
In questo senso l’inflazione non-stop che è stata appena annunciata è come una specie di grande patrimoniale sui conti correnti dei ricchi.
Un esempio di chi ha possibilità di cavarsela è chi ha investito i propri risparmi nei comparti energetici (e in generale le materie prime lato produzione), il settore del trattamento dei rifiuti e in generale tutte quelle azioni legate al mercato della transizione ecologica ed energetica.
Infatti in Europa si è deciso di intraprendere questa strada a tutti i costi. I finanziamenti pubblici stanziati in questo settore sono una spinta in più a far crescere questo segmento del mercato.
Ci rimette chi acquista titoli pubblici (già a tassi negativi o prossimi allo zero) o li ha acquistati di recente, perché è sicuro che l’inflazione di oggi è più alta della rendita garantita alla scadenza.
Il modo più efficace di preservare i propri risparmi, quando imperversa l’inflazione sulle materie prime, è quello di investire in quei settori che non ne vengono colpiti.
I due asset principali preferiti dai risparmiatori e dagli speculatori sono attualmente l’oro e il bitcoin (che però è in preda ad una bolla speculativa) e in generale le cripto valute: per chi si fida.
Gli Stati su cui gravano dei debiti pubblici importanti stanno sorridendo, perché in questo momento si trovano nella condizione più vantaggiosa per ripagarli, perché il denaro costa meno. Del resto si tratta della posizione speculare a chi ha in tasca i titoli pubblici.
Secondo alcuni osservatori, l’inflazione attuale è una conseguenza dell’enorme sforzo da parte delle banche centrali di immettere liquidità nell’economia.
Tutti questi botti a colpi di bazooka alla Mario Draghi (che però sono rimasti quasi in toto sui mercati finanziari inflazionando la borsa), la riduzione del costo del denaro che ha incentivato ad accendere mutui e prestiti da parte dei privati e delle aziende, oltre ad essere arrivati solo col contagocce (e con la garanzia dello Stato alla maniera del Governo Conte e della sua potenza di fuoco), adesso devono rientrare in qualche modo.
Insomma i prestiti c’erano, ma adesso bisogna saldare i conti.
Chi ha beneficiato della stampa illimitata di denaro sono stati i mercati finanziari. Lo ripetiamo da una decina di anni.
Il motivo risiede nel meccanismo con cui le banche centrali operano e che troviamo spiegato alla perfezione nel libro di Economia Spiegata Facile e non staremo qui a ripetere.
Insomma secondo questi osservatori, dopo la semina è arrivato il tempo della mietitura. E il modo più immediato per ridurre tutta la quantità di denaro presente nei mercati e nell’economia, è semplicemente quella di lasciare correre l’inflazione in modo da ridurne il valore in circolazione, facendo sì che l’inflazione ne divori un po’. Quanto ancora non si sa.
E noi di cosa ci siamo occupati, mentre tutti questi giochi si svolgevano sopra alle nostre teste?
Ci siamo presi cura dei nostri risparmi?
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