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L’incompatibilità manifesta tra una banca centrale indipendente e la Costituzione

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Fin dal trattato di Maastricht del 1992 il cuore pulsante dell’Europa voluta dalla finanza neoliberista era il SEBC, ovvero il sistema Europeo delle banche centrali.

La banca centrale europea (BCE) e’ l’unico organo con il potere di emettere denaro (senza alcun limite quantitativo) e deciderne il suo costo all’interno dell’unione europea, autorizzando in tal senso anche le banche centrali dei paesi membri. Le stesse sono per la stragrande maggioranza società per azioni (talvolta di fatto in contrasto con il proprio statuto come avviene per la Banca d’Italia) le cui decisioni vengono prese in board nei quali sono le banche private commerciali, per mezzo dei loro rappresentati, a determinare le scelte di politica economica secondo i propri esclusivi interessi.

BCE, come riconfermato anche nel successivo Trattato di Lisbona, e’ organo completamente indipendente e sovrano: “Nell’esercizio dei poteri e nell’assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti dal presente trattato e dallo statuto SEBC, né la BCE né una banca centrale nazionale né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai governi degli stati membri né da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni e gli organi comunitari nonché i governi degli stati membri si impegnano a rispettare questo principio e non cercare di influenzare i membri degli organi decisionali della BCE o delle banche centrali nazionali nell’assolvimento dei loro compiti”.

Una simile norma non ha alcuna legittimazione sotto il profilo Costituzionale e dunque le leggi di ratifica dei trattati UE sono palesemente illecite e dovrebbero essere espunte dall’ordinamento.

In primo luogo il SEBC non e’ compatibile con l’art. 1 Cost. il quale prevede che la sovranità spetti al popolo. Dunque il riferimento costituzionale e’ ad ogni sovranità e pertanto anche alla sovranità monetaria che invece e’ stata ceduta al SEBC e conseguentemente alle determinazioni unilaterali delle banche commerciali che, votando nei board delle rispettive banche centrali, decidono le politiche monetarie UE.

Occorre rammentare che l’art. 1 Cost. prevede la possibilità di limitare la sovranità popolare con i vincoli del successivo art. 11 che testualmente recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Dunque la Costituzione consente unicamente limitazioni della sovranità e non le cessioni integrali come avvenuto con la sovranità monetaria. Inoltre non e’ rispettato neppure il secondo requisito, ovvero quello relativo alla reciprocità di queste cessioni. Oggi per l’Italia non disporre della sovranità monetaria comporta un costo maggiore per il proprio finanziamento sui mercati rispetto ad altri paesi UE e dunque, questa cessione, non pone gli Stati in condizioni di parità ma in una situazione di forte diseguaglianza che fomenta peraltro tensioni internazionali evidenti. Si finisce per fare esattamente l’opposto che favorire la pace tra le nazioni come vorrebbe il precetto costituzionale.

Altrettanto palese e’ poi l’incompatibilità del SEBC con l’art. 47 Cost. che dispone: “La Repubblica (omissis…) disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”. Ovvio che una Banca centrale indipendente, che non può ricevere neppure semplici istruzioni o consigli dalle Nazioni, non e’ affatto controllata o coordinata dalla Repubblica. Anzi e’ vero il contrario, ovvero che e’ il SEBC a controllare gli Stati e determinarne le politiche anche per mezzo di veri e propri ordini. Ciò e’ ad esempio avvenuto in Italia nel 2011, con la nota e vergognosa lettera di imposizione delle politiche di austerità salita alla ribalta nella cronache di allora.

Siamo dunque riusciti nella mirabolante impresa di creare e codificare l’Europa della banche anziché quella dei popoli con le conseguenze economiche che purtroppo vediamo. Oggi i profitti delle lobby prevalgono sul pubblico interesse. Peraltro la sovranità moneteria non e’ l’unica ceduta in violazione di legge avendo l’Italia rinunciato (anche per conseguenza a quanto detto) anche alla sovranità economica, politica e legislativa e di questo si dirà in altri articoli.

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