Euro crisis
L’IMU Italiana, l’UE e la sua Doppia Morale
Fa piacere sentire dagli organi di stampa che l’UE è in leggera ripresa, sebbene il recupero sia limitato ai paesi nord europei, escludendo i mediterranei. Questo per altro non stupisce, non sono il solo a sostenere che l’indebolimento dei paesi periferici e il rafforzamento di quelli centro europei è fenomeno simbiotico, addirittura mendeliano per molti aspetti.
Interessantissimo è l’atteggiamento del commissario europeo Olli Rehn, potente rappresentante europeo per gli affari economici e monetari proveniente da un paese minuscolo e politicamente – ed economicamente – insignificante come la Finlandia. Interessantissimi i rilievi del commissario Olli: l’Italia deve continuare sulla strada delle riforme, oltre ad indicare come la riforma del catasto italiano sia riforma necessaria per allineare il valore degli immobili a quelli di mercato (e quindi, aggiungo io, pagare ca. l’1% all’anno su valore commerciale dell’immobile, caso unico in Europa), in aggiunta al generale e incondizionato supporto all’IMU da parte dell’EU, tacendo però che in alcune aree di provincia il valore catastale rivalutato del 60% da M. Monti è già superiore ai valori commerciali, vista anche l’illiquidità del mercatoi. Chissà che diranno ora in Europa che la tassa è stata abolita per il 2013, per intanto ieri M. Monti si affrettato ad affermare che è contrario alla cancellazione dell’IMU per la prima casa, evidentemente il Professore non ha ancora capito che la tassazione selvaggia stile Grecia non è la strada in quanto fa crollare il GDP, errare humanum est, perseverare autem diabolicum… La politica di Monti sarà oggetto di un futuro post di approfondimento.
Prima considerazione: la Finlandia è paese piccolo, periferico del nord, con i conti in ordine ed un’economia incentrata preminentemente sul pulp & paper e su una grossa azienda elettronica, in generale con relativamente poche grandi aziende, poche persone che ci vivono, discrete risorse naturali non petrolifere, una posizione geostrategica poco rilevante. E con dei vicini ingombranti. Parimenti, è stato terreno di sistematica conquista e dominio, prima gli svedesi, poi i russi, paesi con cui non c’è vera amicizia, anzi.
Dunque, visto che l’Europa non avrebbe teoricamente titolo per definire politiche fiscali nei Paesi membri, è ben comprensibile che da un tale paese potesse giungere l’equivalente di un fedele servitore dell’Europa tedesca affinchè si spingesse oltre l’ammissibile. Questo è comprensibile visti i trascorsi passati del paese che gli ha dato i natali: bene cercare un tutore forte della propria indipendenza come il dominus continentale attuale, casomai i vicini iniziassero a fare rumore nel cortile.
Secondariamente, una considerazione tecnica, che vuole essere il cuore della presente analisi. L’IMU ed ogni suo equivalente è considerata in Europa come una patrimoniale sugli immobili. Su questo non esistono dubbi, la stessa sinistra si è espressa in tal senso ai massimi livelli ed in varie occasioniii. Bene, la considerazione che doveva giustificarne l’introduzione era ed è che l’Italia è l’unico paese in Europa senza una tassa sugli immobili.
Giusta o sbagliata che fosse tale considerazione, se questa è la sostanza, bisogna anche sottolineare che nei paesi in cui detta patrimoniale sugli immobili è presente la tassa si paga sul valore del patrimonio, ossia sul valore dell’immobile AL NETTO del debito (ossia al netto del mutuo ipotecario residuo). Se proprio si volesse coniugare equità e giustizia nel dibattito attuale su IMU si IMU no basterebbe prima di tutto considerare detta tassa applicata alla prima casa introducendo però il concetto che si paga sul valore dell’immobile al netto del mutuo residuoiii. E questo ricordando per altro che in Italia già esiste un’imposta diciamo “inusuale” sull’erogazione del mutuo, ossia legata all’erogazione del finanziamento e non all’acquisto dell’immobileiv.
Orbene, perché mai in Italia viene pagata una di fatto patrimoniale chiamata IMU imputandola anche sul debito, ossia anche sulla parte di casa che è di fatto non di proprietà? E perché l’EU avalla detto atteggiamento, certamente inaccettabile se dovesse venire applicato nei Paesi che oggi stanno predicando l’austerità ? Ma che diavolo di ragionamento stiamo seguendo in Europa?
Questa, secondo chi scrive, è l’ennesima riprova di un atteggiamento centro europeo finalizzato ad un indebolimento dei competitors economici euro periferici parallelamente ad un tentativo di dissipazione delle risorse altrui disponibili, accedendo nel caso della italico al vero tesoro della Penisola, ossia il risparmio delle famiglie. Estremizzando il concetto, le conseguenze potrebbero ricondurci a quanto proposto a Yalta lato sovietico per la Germania ma applicato ora per il Belpaese, ossia un futuro di consumatori senza industria pesante ma solo agricoltura ed industria leggera. Nelle conclusioni di Yalta, lo spettro del comunismo e la constatazione razionale che la Russia in tale momento storico faceva paura anche e soprattutto per le proprie immense risorse naturali, costrinse i potentati occidentali a non ridimensionare drasticamente il vecchio Reich come proposto da Stalin, cooptandolo invece per un fine di contenimento anti sovietico.
Oggi, pensandoci bene, le cose non sono cambiate di molto a livello geostrategico. Cosa è veramente cambiato è il destino dell’Italia, attualmente poco utile e di fatto possibilmente sacrificabile al fine di potenziare l’unico vero ostacolo allo strapotere del vecchio Orso russo oggi di nuovo in buona forma, ossia la Germania.
Ed ecco il via libera a cambiare gli equilibri mediterranei e perchè no europei da parte dell’incauta amministrazione USA (i posteri ci diranno se la politica Obamiana cambierà effettivamente il Medio Oriente ed il mondo, per adesso oltre all’ideologia certamente affascinante della presente Amministrazione vediamo solo grandi sintomi di turbolenza, essendo ancora molto lontani da un equilibrio stabile): dunque, via le comparse occidentali superflue (Italia appunto) e dentro i pesi massimi, Germania europea o meglio Europa tedesca.
Tutto torna: come numerosi primi nobel hanno annunciato il futuro dell’euro è segnato nel medio/lungo termine, con crisi sistemiche che causeranno l’insorgenza di instabilità politica e soprattutto popolare a partire dai paesi oggi in crisi. Poi, appena la miccia arriverà in Francia ci sarà la deflagrazione.
Se quanto indicato sopra è vero, a garanzia del proprio eventuale futuro senza euro la Germania dovrebbe essere tanto efficace quanto rapida nel processo di indebolimento dei propri competitors europei, in quanto un ritorno al marco o un’Europa senza periferici farebbe crollare la competitività dei prodotti tedeschi attraverso una moneta molto più apprezzata. Come soluzione tampone, il processo di disintegrazione della moneta unica potrebbe essere evitato o quanto meno ritardato introducendo pubblicamente e per via politica una doppia morale finalizzata al parallelo depotenziamento appunto “per via politica” della periferia con equivalente potenziamento del centro, ossia ad esempio:
- applicando leggi che non siano di principio uguali per tutti e
- con politiche di austerity applicate con dovizia solo in certi paesi (la Germania riservò a sé stessa una deroga molto ampia dei patti di stabilità europei all’inizio del nuovo millennio).
O, ad esempio, e torniamo al punto principale, considerare l’IMU Italiana in modo diverso da quello che viene fatto in altri paesi UE. Se ci pensiamo bene, questo potrebbe solo essere il primo passo, di esempi come questi a ben cercarli ce ne saranno decine nei prossimi anni se non mesi. Infatti, giova ricordare che in Grecia l’equivalente della nostra IMU viene oggi calcolata, con la benedizione dell’Europa, sulla base dei valori dell’immobile del 2005, quando i valori erano – secondo fonti di stampa – “svariate volte superiori a quelli attuali”xv, in sfregio a qualsiasi logica che non sia quella punitiva (chiaramente un siffatto concetto sarebbe totalmente inapplicabile in quei Paesi che oggi lo impongono).
E attenzione a dire che per la Grecia la punizione è giusta pretendendo invece per se stessi vera correttezza o semplice clemenza, sarebbe errore fatale!.
Dunque, pensandoci davvero bene, i primi ministri cooptati dal potere europeo nelle sue molteplici forme – si potrebbe dire anche “asserviti” – si stanno moltiplicando e si moltiplicheranno in futuro, e proprio con tale fine di sdoganamento della doppia morale (in questo contesto Monti può essere considerato come il primo ma purtroppo non l’ultimo esempio di asservimento). Non che in passato fosse molto diverso, ma il dominus mondiale a cui l’Italia ha sempre fatto riferimento dalla metà del secolo scorso fino al 2008 erano gli USA – nazione per cui chi scrive nutre massima stima e rispetto – ossia un paese veramente ricco in tutti i sensi, che non necessita della miseria italica potendosi permettersi il lusso di accontentarsi solo di un supporto cultural-strategico da parte della penisola ai fini della lotta per l’egemonia globale, più alcuni lavoretti spot (come non ricordare le prove costruite da Nicolo Pollari per l’ONU ed usate ai fini dell’invasione dell’Iraqv…). Essendo per altro gli USA un dominus molto ma molto lontano…
Il nuovo dominus continentale – da cui l’UE attuale attinge l’esempio – a confronto è strutturalmente povero, ossia è un paese a cui manca lo spazio vitale per sua stessa ammissionevi, ossia manca di risorse (questo non lo dico io, bensì lo diceva l’ultimo gerarca) e per questo rischiamo di averceli sulle croste per decenni, sempre a guardare nelle tasche altrui per sapere chi sia il più ricco ossia se e come i periferici possano contribuire a mantenere con le loro risorse l’elevato livello di vita dei paesi del nord Europa (anche qui non è farina del mio sacco, è solo parte di un concetto chiaramente espresso dal manifesto economico per l’Europa unita e comune di circa 70 anni or sono, 71 per la precisione). Ne consegue quanto inizia ad emergere man mano che le politiche di austerità danno i loro effetti, ossia come il sud Europa stia diventando soprattutto consumatore, con poche o nessuna industria pesante, contribuendo di fatto a mantenere elevato il livello di vita dei paesi del nord Europa; di conseguenza non dovrebbe risparmiare in modo eccessivo, ottemperando invece alla funzione di serbatoio di manodopera a basso costo. Se ci si pensa bene, i paesi ex Est Europei furono annessi senza tante storie dall’Europa tedesca con la giustificazione che era necessario aumentare la dimensione del mercato europeo, ma tacendo il fatto che nel lungo termine chi avrebbe dovuto soddisfare tali consumi sarebbe dovuto essere qualcuno in particolare.
E se qualcuno dubita sul fatto che ci sia da parte di chi scrive un pregiudizio nei confronti del popolo di Goethe ha letto veramente male la situazione, siamo all’opposto potendomi considerare un ammiratore (spaventato) della lungimiranza e del pragmatismo tedeschivii. Sto semplicemente osservando quanto accade attorno a noi e contemporaneamente sto facendo i compiti a casa, andando per esempio a riprendere gli atti del convegno tenuto a Berlino dal ministro dell’economia del NAPD Walther Funk et al. e pubblicato nel 1942 , occasione in cui vennero delineati gli aspetti economici – incluse le conseguenze attese – legate alla futura Unione Economica Europea su base tedesca, “Europäische Wirtschaftsgemeinschaft“ – Da Leggere! vedasi i riferimenti-viii.
E nota bene – va detto a chiare lettere – non si può e non si deve generalizzare: non esiste una sola Germania come non esiste nessun generico tedesco, e quindi non esiste un unico indirizzo politico, nel caso sopra presentato addirittura in buona parte assimilabile a vecchie politiche del Reich. Esiste invece una direzione politica attuale in Germania, rappresentata dalla Cancelleria attuale, che sta attuando – deliberatamente o meno lo vedremo – una politica che condurrà inevitabilmente alla disintegrazione dei partners europei se non dell’euro stesso, politica che guarda caso giunge da un eminente rappresentante della ex Germania Est, regione che a questo punto viene da dire ha in qualche modo mantenuto integre le basi che furono alla base del progetto per l’Europa di Funk: se è verò che dopo la seconda guerra mondiale i paesi occidentali cooptarono l’ex regime nazista a tutti i livelli ai fini del controllo anti sovietico (K. Barbie, R. Gehlen e O. Skorzeny su tutti), equivalentemente corretto è pensare che l’ex URSS abbia fatto qualcosa di simile al di là della cortina, memento il mitico Markus Wolf, capo della Stasi. E infatti questo è quanto la storia ci dice. Il risultato di tutto ciò fu che una parte della Germania si sviluppò e crebbe indipendente in un ambito occidentale e tecnicamente liberista sviluppando una forma di pragmatismo mediato (ossia, per intenderci, quello che ha animato i dibattiti che hanno portato alla costruzione europea), mentre l’altra è sopravvissuta all’interno un regime di dominazione tecnicamente soggiogatore e negazionista delle libertà fondamentali, ossia in qualche modo tenendo vivi gli aspetti più deleteri dell’eredità del Reich. Oltre a ricordare che Frau Merkel è stata un esponente di partito (comunista) nella DDRix.
Tale dualismo di pensiero viene chiaramente dimostrato dal manifesto di Alternative fuer Deutschland (AfD)x, nuovo partito Euro-scettico (io direi anzi euro coerente) che ha tra i fondatori il potente ex presidente della Confindustria tedesca, Hans-Olaf Henkel, oltre a Bernd Lucke, cattedratico di economia presso l’Università di Amburgo, con un manifesto che sembra veramente democratico e rispettoso dei diritti di tutti i partners europei rispetto alla politica della Cancelleria attuale: in tale manifesto viene indicato il diritto di ogni paese europeo di poter uscire dall’euro, sobbarcandosi però i costi del proprio debitoxixii, oltre a definire chiaramente come sia da evitare uno scenario in cui i paesi euro-periferici – continuando di questo passo – finiscano per passare alla sponda populista e antidemocratica, fatto per altro che chi scrive ritiene certo in perseveranza di certe politiche (…).
Vedete, questo è l’insegnamento della Grande e Vera Germania. Tale Germania, quella rappresentata da AfD, è un paese passato per molti eventi epocali del mondo moderno, avendone tratto i dovuti insegnamenti: è chiaro infatti a tutti che l’Euro attuale non funziona, in primis agli stessi economisti (quanti Nobel si sono espressi contro….xiii), mantenerlo in vita nella forma attuale significa solo portare alla miseria i paesi partners con inevitabili ed innegabili conseguenze nel lungo termine, tra cui vorrei enfatizzare prima di tutto il crescente odio per la Germania e per quello che essa rappresenta (andate a chiedere in Grecia cosa ne pensano…). Da un Paese che tanti vantaggi ha avuto e sta avendo dall’euro non è scontato che emergano movimenti come AfD. E questo è il motivo per cui probabilmente tale Paese merita molto più rispetto di quello che meriti la Penisola, con la sua stirpe indegna di politici incapaci di opporsi a politiche che possiamo definire per lo meno invasive ed ingerenti.
E, purtroppo, che tale dualismo di pensiero in Germania esista e sia oltremodo rilevante è dimostrato dagli eventi recenti, ossia l’aggressione “di stile paraterroristico” con accoltellamenti, feriti e gas urticanti da parte di un gruppo organizzato ad una manifestazione di AfD durante un comizio elettorale a Brema, facendo dichiarare al fondatore che tali interferenze ricordano la Germania di Weimarxiv.
Resterà da vedere come la popolazione tedesca si comporterà alla prossime elezioni: prevarrà un atteggiamento di ingerenza eurotedesca nella vita dei cittadini dell’Europa periferica, come da indirizzo Merkel, o ci sarà un’apertura Europe friendly ai valori espressi da AfD? Il rischio maggiore è certamente quello che la popolazione tedesca, in una situazione di conforto economico quasi unico nel contesto europeo, faccia finta di non vedere e dunque si disinteressi seguendo, come da tradizione teutonica, il capo. Ossia la Cancelliera. Storia già vista anche questa, quella del “non sapevo” – in questo caso più simile ad un “non mi interessa” – o del “ubbidivo agli ordini”. Un po’ come sta capitando al commissario Olli, che pontificando sull’ IMU fa finta di non sapere che la patrimoniale sugli immobili in Italia si paga anche sulla parte gravata dal debito, o forse esegue semplicemente gli ordini… .
E’ inoltre oltremodo chiaro che se le attuali politiche eurodirompenti della Cancelleria attuale continueranno ad essere attuate anche dopo le elezioni del prossimo Settembre la strada per l’Europa periferica passerà per una nuova forma di fascismo ed oppressione dei cittadini europeriferici finalizzata al pagamento del debito per un non si sa bene quale comune intento europeo (che sarà principalmente il bene comune eurotedesco).
Il sottoscritto aborrisce generalizzazioni, e ritengo lo stesso valga per chi pubblica i presenti articoli: contestualizzare è necessario, essendo ugualmente necessario essere attenti a rappresentare tutti gli aspetti della realtà, evitando cioè di compiere gli stessi errori compiuti dalla politica eurotedesca che in questo contesto stiamo dialetticamente sfidando (avessero i politici latini lo stesso coraggio….).
Tornando allo stretto contesto indicato nel titolo, concludiamo affermando che resta inaccettabile detto atteggiamento EU di doppia morale nel terzo millennio, atteggiamento che rischia di portarci verso una strada molto ma molto pericolosa e che purtroppo rischiamo di aver già conosciuto in passato.
Mitt Dolcino
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Referenze e Note
i “Ipotesi IMU / Prima casa ed imprese, due modi per far pagar meno”, intervista a Carlo Buratti, Il Sussidiario, 09.08.2013: non è una novità se si considera che in Grecia una vera e propria gabella ha imposto il pagamento di un’imposta patrimoniale sugli immobili (“di solidarietà”) sulla base delle valutazioni commerciali del 2005, ossia secondo alcuni organi di stampa ad un valore addirittura svariate volte superiore a quello attuale
– “Bersani: no alla patrimoniale, basta l’Imu”. «Con Monti nessun accordo ma solo civile discussione», Il Sole 24 Ore, 8 gennaio 2013
– Il buono, il brutto, il bello e il cattivo, di EUGENIO SCALFARI, Repubblica, 10 Febbraio 2013
iii Non dimenticando che all’erogazione di mutui fondiari in Italia si paga già un’imposta sostitutiva pari allo 0,25% o 2% a seconda che sia prima casa o meno, art. 18 DPR 601/1973 e successive modificazioni (vedasi ultime modifiche del 2004).
iv“ Rehn ai politici “Non mollare sulle Riforme” “, il Sole 24 Ore, 14.08.2013
– Chi ha mentito sull’uranio del Niger, Panorama, 17.07.2003
– Iraq. Nigergate, Pollari e Letta giovedi’ al Copaco. Martino: una collezione di fandonie, RaiNews24, 31.10.2005
vi Lo Stesso A. Hitler stesso dichiarava la necessità tedesca del lebensraum, spazio vitale, ragionamento utilizzato anche a giustificazione della tentata invasione dell’Unione Sovietica e delle sue immense risorse.
vii Capisco ad esempio come si sentì George Patton nel periodo della conquista del suolo tedesco, generale americano la cui storia varrebbe la pena di leggere con attenzione; vedasi “The Patton’s Papers – 1940-1945” di George S. Patton Jr. edito da M. Blumenson, Houghton Mifflin
– “Europäische Wirtschaftsgemeinschaft”, – Berlin 1942, The Society of Berlin Industry and Commerce and the Berlin School of Economics – Editore: Haude & Spener, 1943 / Berlin – WorldCat OCLC number: 31002821. E’ per altro un peccato che Wikipedia, strumento che purtroppo invece di fare semplice informazione fa ormai cultura, riporti esaurienti dettagli di tale piano solo nella versione tedesca: il progetto europeo di 70 anni fu infatti costruito con estrema attenzione e dovizia, soprattutto in relazione alle basi teoriche ed economiche riguardanti le finalità ed il futuro funzionamento dell’Unione.
– Limes 4/2011 “La Germania tedesca nella crisi dell’euro, [http://temi.repubblica.it/limes/la-germania-tedesca-nella-crisi-delleuro/27080 ]”: analisi del documento da parte della rivista italiana di geopolitica
ix Angela Merkel fu membro del movimento giovanile socialista Libera Gioventù Tedesca. In seguito, divenne membro dell’amministrazione del distretto e segretario dell'”Agitprop” (agitazione e propaganda) presso l’Accademia delle Scienze di tale organizzazione
xi Nicolaus Heinen, “Alternative für Deutschland: A German Eurosceptic movement?,”Deutsche Bank, DB Research, German Policy Watch (4 March 2013).
xii Leading German economist calls for dissolution of eurozone to save EU -Kate Connolly, The Guardian, 14.04.2013 –http://www.theguardian.com/world/2013/apr/14/german-economist-eurozone-eu
xiii Nobel list di euro scettici: vedasi nelle referenze, https://scenarieconomici.it/impatto-economico-delluscita-dalleuro-dei-paesi-sud-europei-secondo-la-bertelsmann-stiftung-litalia-possibile-artefice-del-crollo-economico-mondiale/
– Articolo di Francesco de Palo sul Fatto Quotidiano, 25.08.2013, http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/25/elezioni-in-germania-assalto-al-comizio-aggredito-leader-degli-euroscettici/691752/
– Articolo di Andrea Tarquini su Repubblica, 24.08.2013, http://www.repubblica.it/esteri/2013/08/24/news/elezioni_in_germania_assalto_a_comizio_partito_euroscettico-65238778/
xv “Discount Atene: Appartamenti In Vendita A 7mila Euro”, Dimitri Deliolanes per “il Foglio“, 26.07.2013
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