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L’importanza di chiamarsi Ernesto di Massimiliano Lenzi.

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Oggi il titolo è semplice, “l’importanza di chiamarsi Ernesto”. Trattasi di due lezioni e di una morale. Cominciamo dalla lezione numero 1: le élite sono superiori al popolo. Proseguiamo con la lezione numero 2: nel caso dicano la stessa cosa, le élite e il popolo, le prime hanno uno charme che i populisti si sognano. Ergo la morale: popolo sei fottuto, la élite ti frega. Sempre. Dimostrazione dalla cronaca politica.

Pochi giorni fa in molti si sono indignati per la performance di Alessandro Di Battista, il grillino dei Due Mondi, da Fabio Fazio, ospite su Rai Uno. Sosteneva il Di Battista, davanti al bravo conduttore: “Questa banconota Fazio, che è un facsimile stia tranquillo, sono 10000 franchi diciamo delle colonie, Franco CFA. Attualmente la Francia vicino Lione stampa la moneta utilizzata in 14 paesi africani, della zona sub sahariana, i quali non soltanto hanno una moneta stampata dalla Francia ma per mantenere il tasso fisso, prima con il franco francese, oggi con l’euro, sono costretti a versare circa il 50% dei loro denari in un conto corrente gestito dal tesoro francese. (..) Ma soprattutto la Francia attraverso il controllo geopolitico di quell’area – dove vivono 200 milioni di persone che utilizzano banconote e monete stampate in Francia – gestisce la sovranità di questi Paesi impendendo la loro legittima indipendenza (..)”.

Apriti cielo: ma che si crede questo pentastellato, di spezzare le reni a Parigi? Che volgarità. Poi è successo che Luigi Di Maio, vicepremier del Governo grillo-leghista abbia rincarato la dose: “Ci sono decine di stati africani in cui la Francia stampa una propria moneta, il franco delle colonie, e con quella moneta si finanzia il debito pubblico francese. Macron prima ci fa la morale e poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta i paesi africani. Se vogliamo fermare le partenze cominciamo ad affrontare questo tema e cominciamo a farlo anche all’Onu, non solo in sede di Unione Europea. L’Italia si deve far sentire: nelle prossime settimane ci sarà una iniziativa parlamentare del M5S che impegnerà sia il Governo italiano sia le istituzioni europee (..) perché quello che sta succedendo nel Mediterraneo è frutto delle azioni di alcuni paesi che poi ci fanno pure la morale”. Doppia volgarità. Ed ecco arrivare anche Matteo Salvini, leader della Lega ed altro vicepremier del Governo: la Francia “ha poco da arrabbiarsi” perché “sottrae ricchezza all’Africa” e “in Libia non ha nessun interesse a stabilizzare la situazione”. Che puzzoni questi grillo-leghisti: i giornaloni borghesi giù a criticare e poi, ieri, d’improvviso, il colpo di scena: sul Corriere della Sera, in un editoriale dal titolo “L’errore di Berlino e Parigi”, il professor Ernesto Galli della Loggia, uomo d’élite, ha scritto: “In ragione del loro passato Francia e Germania sono gli unici due Paesi dell’Unione che hanno mantenuto un’effettiva e importante proiezione geopolitica al di là dei propri confini. Per la Francia si tratta del suo ex impero in Africa occidentale. (..) Da sempre ne domina in mille modi l’economia, le finanze, il commercio e le risorse; vi esercita un’incontrastata egemonia socio-culturale, ne alleva le élite, ne segue strettamente l’attività di Governo, spesso di fatto appoggiandone i dittatori (..)”.

Morale: Se lo dice la gente, che palle. Se lo sostengono i professori, interessante. È questa in fondo la differenza tra il popolo e l’élite. Oscar Wilde, nel suo testo teatrale “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, ha scritto: È veramente straordinario come la gente oggigiorno vada in giro dicendo cose che sono assolutamente vere e attendibili.

Massimiliano Lenzi, Il Tempo 25.1.19


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