L’impianto di microchip della TSMC in Arizona è più produttivo perfino di quelli a Taiwan. Vittoria della tecnologia USA

Nel corso di un webinar organizzato mercoledì dal Potomac Institute for Policy Studies, il presidente di Taiwan Semiconductor Manufacturing US, Rick Cassidy, ha dichiarato agli ascoltatori che la fabbrica di chip di TSMC a Phoenix, in Arizona, ha ottenuto circa il 4% in più di chip utilizzabili rispetto agli impianti di Taiwan.

Secondo Bloomberg, si tratta di un dato fondamentale per TSMC, poiché i suoi impianti di chip più avanzati ed efficienti si trovano a Taiwan. Si tratta di un’importante vittoria per gli Stati Uniti nel reshoring della produzione di chip grazie alla legge 2022 Chips and Science Act dell’amministrazione Biden. Tuttavia, il vicepresidente Harris non ha molta influenza nel promuovere lo sviluppo dei chip nazionali, dato che l’inflazione e l’invasione dei confini dominano i titoli dei giornali a soli dieci giorni dalle elezioni.

“Il nostro primo stabilimento è entrato in produzione di wafer ingegneristici ad aprile con la tecnologia di processo a 4 nanometri e il risultato è molto soddisfacente, con un’ottima resa”, ha detto il CEO di TSMC C.C. Wei agli investitori durante una telefonata con gli investitori la scorsa settimana, aggiungendo: ‘Questa è un’importante pietra miliare operativa per TSMC e i nostri clienti, che dimostra la forte capacità di produzione e l’esecuzione di TSMC’.

Fabbrica TSMC in Ariziona, quando era in costruzione

TSMC è stato uno dei maggiori beneficiari del Chips and Science Act, ricevendo 6,6 miliardi di dollari in sovvenzioni e fino a 5 miliardi di dollari in prestiti, oltre a crediti d’imposta del 25%, per costruire tre impianti di chip in Arizona.

Finora, per tutte le aziende, l’amministrazione Biden ha stanziato 39 miliardi di dollari in sovvenzioni dirette, oltre a 75 miliardi di dollari in prestiti e garanzie attraverso il Chips and Science Act, per rilanciare la capacità americana di produrre chip, crollata nel corso dei decenni dopo la delocalizzazione della produzione in Asia.

Questa inversione di tendenza è un segnale promettente per il rilancio delle capacità produttive americane entro la fine del decennio. Inoltre, i chip ad alta tecnologia per i sistemi di armamento non devono essere prodotti in aree situate in Cina o nelle sue vicinanze, nel caso in cui le tensioni geopolitiche provochino un blocco delle catene di approvvigionamento.