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LIBIA: UNA PARTITA MILITARE CHE METTE L’ITALIA NELL’ANGOLO. Europa inesistente

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Ieri il Parlamento Turco ha votato la legge proposta dal presidente Erdogan con la quale si autorizzava l’intervento diretto militare turco a favore della Libia di Sarraj, cioè del governo nazionale sino a ieri riconosciuto internazionalmente, ma ormai abbandonato da tutti o sorretto da governi ignavi ed incapaci, come quello italiano. In questo modo il governo turco paga il conto di un accordo estremamente sproporzionato e contestato sulle acque territoriali che, in teoria , spezzerebbe a metà il Mediterraneo tagliando fuori Grecia Cipro Israele ed Egitto dall’Europa Occidentale, ma è ormai isolato anche dal Medio Oriente.

La Turchia è però isolata a questo punto e nel suo appoggio del GNI di Sarraj si trova ad affrontare non solo le milizie, in parte mercenarie, di Haftar (si parla anche di circa 800 professionisti russi), ma, soprattutto, Al Sisi e l’Egitto, l’altra potenza militare regionale che ha anche il vantaggio di essere confinante con il teatro bellico. Ormai anche Cipro e Grecia, nella totale inutilità della UE si sono schierate al fianco di Haftar che sta arruolando migliaia di mercenari anche dal Sudan e da altre aree africane.

Ieri intanto un drone turco è stato abbattuto, il secondo veicolo aereo in poco tempo. Militarmente saranno già un 800 – 1000 i miliziani turchi spostati, con alcuni voli charter, dalla Siria, dove la situazione sta avendo una chiusura in favore della Siria e della Russia. Quindi meglio spostarli in Libia nel tentativo di chiudere una situazione in cui le prospettive sono migliori. La Russia appoggia Haftar, ma non sembra che questo elemento possa portare dei problemi nelle relazioni russo turche.

L’Italia, che ancora il 20 novembre si era fatta abbattere un drone per difendere Sarraj, senza neanche farsi restituire i rottami, resta con il cerino in mano. Appoggia una velleitaria ed assurda richiesta di No Fly Zone verso tutti che non si sa bene chi dovrebbe far rispettare. Forze europee non ce ne possono essere sia per il disastro fatto nel 2011 con l’intervento conto Gheddafi, sia perchè l’Europa, militarmente, non esiste. Cosa rischiamo? L’ENI gestisce le estrazioni di gas e petrolio in Tripolitania e queste sono l’obiettivo di Erdogan. Inoltre abbiamo 400 soldati nell’area che collaborano sia nella protezione sia nel controllo all’immigrazione e questi, probabilmente, saranno fatti sloggiare dai turchi che prenderanno quindi il controllo del ricatto dei migranti anche in questo quadrante. Nello stesso tempo fare il salto della quaglia e passare con Haftar non è nè semplice nè rapido, proprio per quei 400 soldati in Libia.

Non sappiamo chi vincerà su quel fronte, ma sappiamo chi sicuramente perderà: l’Italia del governo Conte –  Di Maio.


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