Economia
Libia, un voto per ripartire? Elezioni municipali all’ombra della divisione e delle armi
A 14 anni dalla caduta di Gheddafi, la Libia tenta la via delle elezioni municipali. Il boicottaggio delle città dell’est e le minacce armate rivelano però un Paese ancora spaccato, un test democratico dall’esito molto incerto.
Dal 2011, anno in cui la NATO ha rovesciato e ucciso il leader di lunga data Muammar Gheddafi, la Libia è rimasta frammentata e divisa in almeno due governi rivali.
A volte sono esistiti anche tre o quattro governi in alcuni settori del Paese, in gran parte comandati da signori della guerra, eppure i media hanno quasi completamente dimenticato la “guerra di Obama”, condotta anche dall’allora Segretario di Stato Hillary Clinton.
La Libia si prepara ora a tenere rare elezioni municipali, previste per sabato, oggi, che sono ampiamente considerate come un test significativo e incerto per i fragili tentativi del Paese di rilanciare le istituzioni democratiche. I seggi elettorali sono minacciati da sparatorie e attacchi.
Ma le cose sembrano già destinate a fallire, dato che le città chiave di Bengasi, Sirte e Tobruk hanno chiarito che non parteciperanno al voto, perché non sotto il controllo del governo di Tripoli, riconosciuto internazionalmente.
Here is the map of Libya after 14 years of NATO’s regime-change war. I’m sure Syria will be different though 👍🏽 pic.twitter.com/UGGpAeQ1fB
— Kevork Almassian (@KevorkAlmassian) December 13, 2024
Le Nazioni Unite hanno definito le elezioni “cruciali per il mantenimento della governance democratica”, ma hanno messo in guardia da significative minacce alla sicurezza.
Si prevede che quasi 400.000 libici parteciperanno al voto:
Inizialmente, le elezioni erano previste in 63 comuni in tutta la Libia – 41 nell’ovest, 13 nell’est e nove nel sud – ma l’Alta Commissione Elettorale Nazionale (HNEC) ha sospeso le votazioni in 11 distretti orientali e meridionali a causa di irregolarità, problemi amministrativi e pressioni da parte dei potenti locali.
In alcune zone intorno a Tripoli, i ritardi nella distribuzione delle tessere elettorali hanno portato a ulteriori rinvii.
Tuttavia, alcuni giorni fa uomini armati hanno attaccato la sede della commissione elettorale a Zliten, 160 chilometri a est di Tripoli. Non sono stati segnalati morti.
Nonostante il cessate il fuoco del 2020 e diversi tentativi diplomatici per unificare il Paese, la Libia rimane frammentata, con fazioni pesantemente armate che si contendono il potere e cercano di influenzare e controllare le redditizie risorse petrolifere e di gas.
Da tempo esiste un governo sostenuto dall’ONU con sede a Tripoli, nella parte occidentale del Paese, mentre nella parte orientale è al potere il potente signore della guerra Khalifa Haftar, con base a Bengasi. I due schieramenti si sono scontrati a più riprese, ma sia la Russia che gli Stati Uniti intrattengono relazioni generalmente positive con Haftar.
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