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Economia

Libia: la procura ordina l’arresto del Ministro del Petrolio per corruzione

La procura generale libica ordina l’arresto per corruzione del ministro Abdul-Sadiq, in una situazione estremamente confusa i con teoricamente due ministri in carica

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Il giorno dopo che la Libia è stata costretta, ancora una volta, a ridurre la produzione di petrolio dal suo più grande giacimento, Sharara, a causa delle proteste, la Procura libica di Tripoli ha ordinato l’arresto del ministro del Petrolio del Paese con l’accusa di corruzione, secondo quanto riportato dai media libici.

Mercoledì è stato emesso un mandato di arresto per il ministro del Petrolio Khalifa Abdul-Sadiq con l’accusa di corruzione in relazione a 600.000 euro utilizzati “a beneficio di una società straniera”, secondo quanto riportato dal Libya Observer, che cita l’ordine di arresto.
La carica di ministro del petrolio in Libia è stata oggetto di controversie per mesi e, a tutti gli effetti, la Libia ha avuto un duello di ministri del petrolio da marzo.

In quel mese, l’allora ministro del Petrolio Mohamed Oun è stato sospeso in attesa di un’indagine e sostituito temporaneamente da Abdul-Sadiq. A maggio, Oun è stato scagionato, l’indagine si è conclusa e si è ritenuto ufficialmente in grado di mantenere la sua posizione di ministro del petrolio. Tuttavia, in quel momento, il Primo Ministro Abdul Hamid Dbeibeh, a capo del governo libico di Tripoli, avrebbe ordinato ad Abdul-Sadiq di rifiutarsi di restituire il potere a Oun, lasciando il Paese essenzialmente con due ministri del petrolio che lavorano in modo opposto.

Questa settimana, poi, è stato emesso un mandato di arresto per Abdul-Sadiq, mentre Oun è rimasto in disparte dopo aver chiesto, all’inizio di luglio, di chiarire chi sia effettivamente il ministro del petrolio. All’epoca, Oun aveva dichiarato di volersi autosospendere volontariamente dall’incarico fino a quando non avesse ricevuto chiarimenti. Quindi il paese è passato dall’avere due ministri del Petrolio a, probabilmente, non averne nessuno.

Ora, con Abdul-Sadiq in arresto, non è chiaro se il Paese abbia ancora un ministro del petrolio e se anche Oun verrà sostituito.
Nel frattempo, dalla Libia giungono notizie secondo cui le proteste che hanno nuovamente causato un parziale blocco del giacimento petrolifero libico di Sharara potrebbero non essere casuali, ma politicamente organizzate.

Il Libya Observer ha ipotizzato che il generale Khalifa Haftar, dietro le forze governative rivali nell’est del Paese, possa aver orchestrato le proteste e forzato la chiusura come ritorsione per la sua breve detenzione da parte delle autorità italiane a Roma, pochi giorni fa, per un mandato d’arresto spagnolo legato all’accusa di contrabbando di armi. La compagnia petrolifera e del gas spagnola Repsol è uno dei partner della JV di Sharara, così Haftar è riuscito a prendere due piccioni con una fava: vendicarsi degli spagnoli e mettere in difficoltà il governo avversario di Tripoli

Secondo quanto riportato dai media libici mercoledì, Sharara stava pompando 200.000 bpd, in calo rispetto ai 270.000 bpd. Il giacimento ha una capacità di 300.000 bpd.


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