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Libano: code per il pane. Ecco un altro paese che si appresta a fallire

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La situazione inizia a farsi drammatica in Libano per un bene primario come il pane. Alcuni panifici avevano già chiuso i battenti mentre altri hanno minacciato di chiudere, dato che i panifici lamentano di non avere abbastanza farina per far fronte alla domanda di alimenti da parte della popolazione.

Il capo della Confederazione generale dei lavoratori libanesi Bechara al-Asmar ha avvertito martedì che c’è una scarsa quantità di farina nei panifici che, al massimo,  può durare a malapena 10 giorni, e ha esortando i funzionari ad agire rapidamente e a non revocare i sussidi al grano.

La violenza è dietro l’angolo:  una persona è stata ferita lunedì scorso in una sparatoria davanti a una panetteria nella periferia meridionale di Beirut, mentre si era formata una lunga coda davanti al punto vendita.

Il ministro dell’Economia Amin Salam aveva promesso che una soluzione sarà raggiunta entro ieri, ma la Banca centrale non ha i fondi necessari per poter pagare il grano a prezzi sovvenzionati. Quindi la soluzione non è per nulla semplice. Il governo ha assicurato in emergenza ulteriori 15 milioni di dollari per gli acquisti urgenti di grano, ma si tratta di un pannicello caldo. Che farà il governo quando questi soldi saranno esauriti? 

Nel frattempo i prezzi del grano si mantengono a prezzi elevatissimi sul mercato americano, ad oltre il 50% del przzo che veniva pagato anche solo qualche mese fa

Una decina di giorni fa avevamo parlato delle rivolte per il pane e il carburante in Sri Lanka. Le situazioni sono estremamente tese anche in Iraq e in Pakistan. Bisogna solo vedere quale sarà il prossimo paese, probabilmente delle aree più povere del Medio Oriente, che vedrà code e rivolte per il pane. Con questi prezzi il futuro sembra essere proprio questo.


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