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La lezione Svizzera: uscire da un cambio prefissato non è la morte. Ho sognato uno gnomo e mi ha detto che se la Grecia uscisse l’euro salirebbe…

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Gli Svizzeri come al solito hanno ridato le carte: la fine del cambio fisso franco-euro ha dimostrato che uscire da un peg non è drammatico. Notasi, sembrerebbe che per gli svizzeri sia facile, loro che hanno una valuta forte: nulla di più falso, le loro aziende oggi sono molto meno competitive e addirittura quelle quotate in borsa – quelle multinazionali che ottengono enormi proventi esteri – si vedranno costrette ad avere un riprezzamento del loro titolo in funzione della redditività a lungo termine in moneta estera…. (vedasi recente crollo in borsa).

Ossia merce svizzera molto meno competitiva, la Germania trema al pensiero le possa succedere lo stesso con l’uscita dall’euro da parte di importanti competitor manifatturieri continentali (quale è il maggiore?), a quel punto le sue Audi verrebbero sostitute dalle fantastiche (…) Jeep Renegade – traduzione in italiano, Jeep Rinnegata, mai nome di auto è stato così azzeccato -. Eh si, il mondo sta cambiando…

Il bello è che questo antefatto relativamente ridotto nelle implicazioni rischia di essere il preludio della rottura dell’euro, abbiamo iniziato con l’antipasto necessario a preparare il mondo al big bang. E datemi pure del complottista (io intanto sto vendendo euro da mo’ e con grande soddisfazione, come vi ho scritto – scripta manent – da varie settimane…).

Ora, il punto di oggi, breve e sintetico, è questo: in sogno – o quasi – uno gnomo delle foreste di Basilea mi ha detto che se la Grecia uscisse dalla moneta unica l’euro si riprenderebbe sensibilmente. Ossia, secondo tale tesi sono i periferici nell’euro a far svalutare la moneta unica, quanto meno nella visione dello gnomo “sognato” per altro dimostratosi molto saggio in passato. Ergo, se fosse vero vengono confermate le tesi peggiori, l’Europa dell’euro austero incentrata nella moneta unica ed a servizio degli interessi preminentemente teutonici serve più alla Germania per svalutare che ai (cittadini dei) periferici che ne devono pagare pesanti conseguenze anche in termni di austerità. Della serie, cornuti e mazziati….

Questo per altro fa temere che le dimensioni del piano economico a favore degli esportatori tedeschi sia di dimensioni colossali, un vero bottino di guerra (in effetti le conseguenze per i periferici sembrano assimilabili a quelle di un conflitto militare, perso). Ossia c’è da temere che la Germania assieme a quelli che localmente traggono vantaggio dalla moneta unica, incluse le ricchissime elites nei paesi periferici che hanno convertito in solido euro i loro patrimoni, faranno di tutto per mantenere lo status quo.

Quale sarà lo strumento di conservazione dello status quo? Posso sbagliarmi, e rimando questo ad un altro intervento, ma direi che la leva giudiziaria avrà un ruolo importante per pagare l’austerity con il fine di mantenere la moneta unica e lo stato sociale come lo conosciamo oggi.

Per la Grecia vale un discorso diverso già introdotto in passato. Faccio però un’integrazione: se proprio bisogna evitare il precedente di un’uscita dall’euro, perchè non temere – parlo da liberista europeo indipendente – qualche giochetto alle urne greche? Alla fine vari storici collegano i fatti di Mayerling e di Mary Vetsera – grazie a cui venne indirizzato al trono asburgico un sovrano “adatto” alla guerra (che poi puntualmente arrivò) – all’intervento degli interessi tedeschi dei tempi, dunque se questa interpretazione fosse vera esisterebbe un precedente di tutto riguardo in tema di interferenza tedesca all’estero in tempo di pace…

E’ bene che gli amici ellenici vigilino, la storia è piena di elezioni rese farlocche….

Buon week end

Mitt Dolcino


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