Attualità
L’export cinese in Russia è calato, soprattutto per timore di sanzioni secondarie
La Cina ha calato le proprie esportazioni in Russia nel 2024. Quetso è dovuto al rischio di sanzioni secondarie per le banche cinesi, che rende difficili i pagamenti in Yuan
La minaccia degli Stati Uniti di sanzioni secondarie contro i sostenitori della violazione delle sanzioni russe, in particolare la Cina, sta mostrando segni di compressione dell’economia russa. Questo porta a delle limitazioni nelle esportazioni cinesi in Russia, soprattutto per l’imposizione di nuove restrizioni nei pagamenti,
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha iniziato una visita di tre giorni in Cina il 24 aprile con un severo avvertimento per Pechino: gli Stati Uniti sono pronti ad agire duramente per impedire la continua fornitura di attrezzature alla Russia che aiutano lo sforzo bellico del Cremlino.
La Cina ha negato le accuse di fornire armi alla Russia. Tuttavia, sembra che Pechino stia adottando misure preventive per placare le preoccupazioni degli Stati Uniti. La testata russa Izvestia ha riferito in precedenza che alcune importanti banche cinesi hanno imposto restrizioni sui pagamenti elettronici russi.
“La situazione dei pagamenti dalla Russia alla Cina è peggiorata bruscamente alla fine di marzo. Circa l’80% delle transazioni sono state restituite”, ha riferito Izvestia, citando una fonte della “comunità imprenditoriale”.
“Oggi l’invio di yuan in Cina è un grosso problema. Per questo motivo, l’importazione di attrezzature nel mese di aprile è stata molto difficile e continuerà anche a maggio”, ha dichiarato la fonte.
Le esportazioni cinesi in Russia a marzo di quest’anno sono diminuite del 15,7% rispetto allo stesso mese del 2023, ha riferito Bloomberg. Le importazioni russe da tutte le fonti sono diminuite del 18% a marzo.
Altri Paesi stanno prendendo nota della minaccia delle sanzioni secondarie, affermano i banchieri russi, aggiungendo che per i russi sta diventando molto più difficile spostare il denaro. “La situazione si sta sviluppando in modo dinamico e, purtroppo, non è molto incoraggiante”, ha dichiarato il media russo RBC, citando Andrei Kostin, capo della banca VTB, anch’egli oggetto di sanzioni da parte degli Stati Uniti. “Il numero di banche straniere pronte a continuare a lavorare con noi è in costante diminuzione”.
Almeno un esperto cinese esprime dubbi sulla capacità del Cremlino di mantenere il suo sforzo bellico e di raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina. Il Moscow Times ha pubblicato il 15 aprile un riassunto di un’intervista con Feng Yujun, direttore del Centro di Studi sulla Russia e l’Asia Centrale dell’Università Fudan di Shanghai, che ha affermato che molteplici fattori stanno lavorando contro lo sforzo bellico della Russia. Tra i fattori elencati da Feng vi sono: la coesione della società ucraina nel mantenere il suo sforzo bellico; il continuo sostegno occidentale all’Ucraina; le difficoltà della Russia nel comando e nel controllo delle operazioni militari; i difetti nella raccolta di informazioni russe; e una bolla informativa al Cremlino che ostacola un solido processo decisionale.
Il Moscow Times prosegue citando Feng che afferma che la Russia al momento è “terreno fertile per ‘tutti i tipi di cigni neri’, ossia vari eventi imprevedibili che il governo russo ha già affrontato e continuerà ad affrontare”.
Ovviamente il Moscow Times viene a mostrare una visione di parte, ma le banche cinesi non possono esporsi eccessivamente se non vogliono essere escluse dagli scambi con le banche occidentali e questo può rendere complessi pagamenti, e scambi, fra Russia e Cina.
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