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L’ex capo economista della BCE: La rottura dell’Euro non dovrebbe più essere un tabù

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A quasi 20 anni dalla fondazione della moneta unica stanno cadendo i moloch intoccabili. Otmar Issing,  ex capo economista della Banca Centrale Europea ed uno dei costruttori della struttura monetaria unica, a 82 anni, si rende conto della fragilità dell’Euro ed apre la porta alle uscite in un’intervista sul Tagesspiegel.

Il ricercatore se la prende con le divergenze fra i vari paesi, sopratutto, naturalmente l’Italia. L’affermazione è curiosa se pensiamo che l’intervista si era aperta con l’affermazione che se l’inflazione media nella vita del Marco Tedesco  è stata del 2,8%, quella dell’euro è del 1,7% per cui si è riusciti a creare una moneta ancora più restrittiva del marco. Dopo aver duramente criticato l’Italia “Che ha continuato ad aumentare i salari come prima”, affermazione abbastanza fuori fase, vista la crescita asfittica delle remunerazioni negli ultimi 10 anni:

Però arriviamo al pezzo grosso, cioè alla fine del discorso:

“L’uscita di un paese come l’Italia sarebbe una possibilità?

L’Unione monetaria europea, basata sulla promessa di un euro stabile, può continuare solo se tutti i paesi si conformano ai loro impegni. L’uscita di un paese dall’unione monetaria non è prevista finora – l’adesione è considerata irreversibile, era per cosi dire considerata “Eterna”. Se i conflitti diventano estremi a causa della cattiva condotta di un paese o anche di diversi paesi, allora non si può più tabù la questione del ritiro.”

Ora Sinn e Mayer, che sicuramente non sono degli spendaccioni e conoscono un po’ meglio i dati, non osano parlare di “Buono” o “Cattivo”, anche perchè se si fa parte di gruppo non dovrebbero esistere “Buoni” o “Cattivi”. Fatta questa premessa a qusto punto se pure uno dei padri fondatori manda l’Euro a quel paese, quale senso ha la sua conservazione per noi?

 

 

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