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L’evoluzione del sistema bancario in Italia secondo la FABI: meno credito, più commissioni

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FABI, il maggior sindacato dei bancari italiani, ha condotto una ricerca sui bilanci delle banche italiane, per identificarne l’evoluzione. I risultati sono interessanti perché mettono in evidenza  cosa sta succedendo alle nostre banche, la loro evoluzione e i pericoli che questi cambiamenti vengono a porre.

Il mutamento più evidente è da dove si originano gli utili bancarie. La teoria vorrebbe che la maggior parte dei profitti nel settore abbia origine dalla cosiddetta Intermediazione Finanziaria: la banca prende i fondi dai risparmiatori e li reimpiega in prestiti, guadagnando dalla differenza fra interessi pagati e incassati. Secondo quanti rilevato dalla FABI questo modello è in corso di superamento. Attualmente il 50,5% del fatturato proviene dall’intermediazione, mentre il 39,4% è generato dai servizi e dalle commissioni. Non solo: l’attivo impegnato nel credito alla clientela è salito a 52 miliardi nel 2020 dai 40,7 del 2019. Questo a  causa dei 190 miliardi di crediti garantiti da parte dello stato che comunque, come possiamo vedere, si sono tramuti in effettivi prestiti solo in minima parte e sono rimasti in gran parte non utilizzati.

Quindi le banche sono diventate dei “Negozi finanziari” che guadagnano dai servizi. Se è vero che i tassi attivi sono bassi quelli passivi sono o a zero, per la raccolta retail o negativi, se ci si rivolge alla BCE. quindi ci sarebbe comunque unc erto spazio per allargare l’attività d’intermediazione, ma questa sembra non interessare alle banche. Si tratta di una evoluzione comunque molto pericolosa perché le innovazioni continue del settore fintech possono far sparire, come in passato fonti di reddito che apparivano solide e a lungo termine. Inoltre le banche rivendono spesso prodotti di terzi, ponendosi in una dura concorrenza le une contro le altre. Il settore quindi diventa rischioso e pericolosamente maturo.

 


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