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Analisi e studi

L’EVASIONE FISCALE È UN PROBLEMA SOLO PERCHÉ ABBIAMO ADOTTATO L’€URO. MA V’E’ DI PIÙ: QUELLA DI SOPRAVVIVENZA È UNA NECESSITÀ (di Giuseppe PALMA)

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In questi giorni circola la notizia, apparsa su tutti i giornali di regime, che l’evasione fiscale avrebbe sottratto alla già flebile ripresa economica circa 120 miliardi di euro! Se anche i dati fossero giusti, la connessione è completamente sbagliata!

Esiste, e sarebbe da ipocriti non ammetterlo, una salvifica evasione di sopravvivenza che non va in alcun modo confusa o equiparata con la vera evasione fiscale, cioè quella dei grandi gruppi finanziari, delle multinazionali e delle banche, che ovviamente va combattuta con fermezza e senza sconti.

Per poter comprendere il senso di questo articolo, è necessario innanzitutto capire a cosa servono le tasse: negli Stati privi di sovranità monetaria l’imposizione fiscale serve per far fronte alla spesa pubblica (cioè, ad esempio, pagare gli stipendi degli insegnanti e acquistare le siringhe per gli ospedali), mentre negli Stati che godono di sovranità monetaria le tasse servono soprattutto per non fare altro debito pubblico (ovvero tenerlo sotto controllo).

Ciò detto, diventa altresì indispensabile spiegare – seppur molto brevemente – come funziona l’euro. Avendo i 19 Stati dell’Eurozona perso sovranità monetaria, non possono più creare moneta dal nulla, quindi sono costretti ad andarsela a cercare. In che modo? Prendendola in prestito dai mercati dei capitali privati (ai quali va restituita con gli interessi) e/o andando a prenderla da cittadini e imprese (attraverso l’aumento delle tasse, l’inasprimento dei sistemi di accertamento fiscale e i tagli selvaggi allo stato sociale, cioè alle voci di spesa pubblica più sensibili come la sanità e le pensioni). Nell’ipotesi in cui lo Stato, in cerca di moneta, va a farsela prestare dai mercati dei capitali privati (es. banche private), questi valutano con la lente di ingrandimento la capacità finanziaria del Paese richiedente a poterla restituire.

In tutto questo, assume enorme rilievo la circostanza che l’euro è privo del sostegno di una Banca Centrale che funga da prestatrice di ultima istanza, infatti la BCE – per suo statuto – non svolge la predetta funzione, scaricandone tutto il peso su cittadini, imprese e welfare. Di fronte alla predetta circostanza, è chiaro che il debito pubblico costituisca un problema molto serio, e quindi di conseguenza anche l’evasione fiscale rappresenta un problema. Il perché è semplicissimo: se negli Stati con sovranità monetaria la Banca Centrale o il Tesoro – creando moneta dal nulla – possono acquistare (garantire) l’intero ammontare del debito pubblico, negli Stati privi di sovranità monetaria – non potendo questi creare moneta dal nulla e non essendo supportati da una Banca Centrale che funga da prestatrice di ultima istanza – il debito pubblico è certamente un macigno che fa paura, quindi ogni euro sottratto al fisco (cioè alle casse dello Stato) rappresenta sicuramente un problema.

Chiariti questi pochi concetti, diviene facile comprendere come l’evasione fiscale sia un dramma solo per i 19 Stati dell’Eurozona, mentre non lo è affatto per gli Stati che conservano sovranità monetaria.

A questo punto, considerato che sia i giornalai di regime che i politicanti al soldo di Bruxelles continuano ad additare l’evasione fiscale come il male assoluto, è dovere delle persone libere dire la verità: se il mio idraulico  – tartassato dagli studi di settore, dal redditometro, dallo spesometro e dall’aumento dell’imposizione fiscale – evade in un anno 1.000 euro, sicuramente non depositera’ quel denaro in Svizzera, ma lo spenderà in Italia: comprerà la televisione nuova perché quella vecchia si è rotta o farà fronte alle spese condominiali e alle bollette, oppure pagherà le tasse universitarie del figlio maggiorenne o consentirà ai suoi figli più piccoli di poter godere di qualche giorno in più di vacanza al mare.

Ciò premesso, ve la ricordate la formula della Domanda Aggregata? Oltre agli investimenti, alla spesa governativa e alle esportazioni nette, vi sono soprattutto i consumi interni, quindi affermare che l’evasione fiscale abbia frenato la ripresa è una vera e propria idiozia degna della più ipocrita e pericolosa politica post-comunista e filo europea. 

E se anche il Presidente della Repubblica Mattarella, nel suo discorso di fine anno, fa la solita paternale sull’evasione brutta e cattiva, allora vuol dire che a Roma non hanno capito proprio nulla (o, come credo, fanno finta di non capire).

 

Giuseppe PALMA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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