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L’Europa preoccupata per la gestione dei migranti da parte della Spagna

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Non c’è proprio pace per Pedro Sanchez, leader sempre piu indebolito di un Psoe sconvolto dagli scandali giudiziari e premier di un governo che ben difficilmente arriverà alla fine della legislatura prevista tra un anno e mezzo. Dopo avere subito un reprimenda, due mesi fa, dalla commissione europea sul fronte Pnrr, per alcuni ritardi sulla digitalizzazione  della macchina statale ( cosa che è costata alla Spagna il taglio di un miliardo di euro di finanziamenti europei), ora l’Europa avrebbe anche da ridire su come il paese sta gestendo la questione migratoria.

Secondo il giornale spagnolo El confidencial, infatti, la gestione dell’immigrazione in Spagna sarebbe diventata motivo di seria preoccupazione per le istituzioni europee. Ora, il Parlamento europeo ha approvato una nuova missione di eurodeputati alle Isole Canarie con l’obiettivo di verificare in prima persona come viene affrontato il massiccio afflusso di immigrati. Secondo El Confidencial, si tratta della sesta missione in un solo anno di legislatura dell’UE, un evento senza precedenti che riflette l’attento monitoraggio della Spagna da parte di Bruxelles.

D’altra parte sono ancora ben impresse nella memoria di tutti, le incredibili  immagini delle rivolte anti-immigrazione, scoppiate a luglio scorso, a Torre Pacheco, cittadina agricola della regione di Murcia, dopo alcuni casi di violenza provocati da migranti irregolari. Tutto era iniziato come uno sfogo per l’aggressione a un anziano , per poi degenerare, a causa dell’esasperazione dei cittadini verso quella che è ormai è vista come una invasione di migranti irregolari nella zona, e trasformarsi  in cinque notti di scontri e disordini, alimentati da disinformazione online e mobilitazione dell’estrema destra.

Le proteste hanno però messo in luce uno spostamento netto dell’opinione pubblica spagnola verso destra in materia migratoria. Un sondaggio Sigma Dos per El Mundo rivela che il 70% degli spagnoli è favorevole alle espulsioni dei migranti, compreso il 91,7% degli elettori del PP e il 57,1% dei sostenitori del PSOE di Sánchez.

Durante il Consiglio informale dei ministri dell’Interno dell’Unione europea a Copenaghen, del mese scorso, il ministro spagnolo Fernando Grande-Marlaska ha ribadito l’opposizione di Madrid al regolamento europeo sui rimpatri, citando motivazioni legali e umanitarie. Una decisione che certo no è piaciuta agli altri componenti del consiglio e che mostra come la Spag sinaa sempre piu isolata in Europa sul tema migratorio.

In una nota ufficiale, il ministero aveva espresso “gravi riserve politiche, giuridiche, economiche e di sostenibilità” circa la creazione di hub per il rimpatrio dei richiedenti asilo e le deportazioni su larga scala verso Paesi terzi. Madrid continua invece a promuovere una strategia fondata sulla cooperazione bilaterale con i Paesi di origine e transito – come Mauritania, Mali e Senegal – considerata più sostenibile nel lungo periodo.

Infatti, nonostante il calo generale, la rotta dell’Africa occidentale verso le Canarie è rimasta la più attiva nei primi mesi del 2025. Nel 2024 sono stati registrati 47.000 arrivi, contro i 39.900 del 2023 e i 15.680 del 2022.

Con la rotta del Mediterraneo centrale sempre più stretta a causa dei controlli in Nord Africa, si prevede un aumento della pressione migratoria verso la Spagna. Un tempo allineata con altri Stati mediterranei come Italia e Grecia, la Spagna ora si ritrova sempre più sola. Ed è soprattutto con il nostro paese, dove invece gli sbarchi rispetto a due anni fa sono crollati di oltre il 60% che il paragone è davvero impietoso.

Il contrasto con la tendenza nel resto dell’Unione Europea è evidente. Mentre Bruxelles sta spingendo verso una linea sempre più dura, sotto la spinta di quella linea italiana sul tema, che ormai sta diventando un modello per mezza Europa,  la Spagna sta seguendo invece la strada opposta ( la stessa che probabilmente vorrebbe seguire la sinistra italiana, che non a caso cita sempre Sanchez come un modello per tutta Europa). Pochi mesi fa, ad esempio, è stata annunciata la regolarizzazione di massa di 200.000 immigrati in Catalogna in soli due anni. Questa decisione è in contrasto con quella presa da paesi come Svezia, Danimarca e Germania, che hanno inasprito le loro leggi per arginare il collasso dei sistemi di sicurezza sociale.

In questo senso, l’Europa osserva questa tendenza con allarme. L’ultima missione di eurodeputati alle Isole Canarie aveva già messo in guardia sulla pressione sui centri di accoglienza e sulla mancanza di coordinamento tra le amministrazioni. Ora, la nuova delegazione vuole valutare non solo la situazione sulle isole, ma anche la risposta politica spagnola, percepita come incostante e incapace di offrire un piano stabile. E, certamente, i fatti dimostrano che la Spagna non ha un piano stabile.

Intanto gli ultimi sondaggi sembrano premiare proprio ci, come il partito di destra Vox, sono per una linea piu dura contro la migrazione illegale. Dopo un periodo di stallo il partito guidato da Santi Abascal ha superato nei sondaggi il 13%, tornando vicino ai livelli da record del 2019. Mentre il Psoe continua ad inseguire a circa otto punti distanza un partito popolare sempre piu forte e che si prepara probabilmente in autunno a sferrare l’attacco decisivo per spodestarlo dalla Moncloa

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