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Europa

L’EU tedesca attacca l’Italia prima di (tentare di) dare la stoccata finale al benessere del Belpaese. L’Italia necessita di aiuto per sopravvivere come entità nazionale libera e democratica

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Per capire cosa sta succedendo e soprattutto cosa succederà all’Italia è necessario appoggiarsi a chi ha dimostrato di saper leggere le carte, soprattutto in un periodo di enorme turbolenza del mondo occidentale determinata da una crisi economica strisciante degli USA figlia di una presidenza inconcludente (per non dire molto peggio), dalla crisi quasi finale dell’euro costruito a vantaggio solo tedesco, del Brexit imminente come scintilla per la rottura dello strumento – la moneta unica – che ha permesso a Berlino di accumulare tanta ricchezza quanto una guerra vinta (si attende la formazione di una coalizione filo anglosassone “allineata” affinché si possa limitare il sovrappeso tedesco spostato ad est, vedasi il prosieguo) e di una elezione presidenziale USA che, comunque vada, sposterà gli equilibri globali visto che Hillary Clinton sembra destinata ad essere messa fuori gioco da un’indictment dell’FBI per aver scaricato messaggi email di massima segretezza su un server pubblico (…).

Dunque, visto che da una parte il duo Trump/Cruz nelle fila repubblicane vorrebbe far tornare il focus sulle questioni interne e verso un assetto pre-Obama (con Trump che vorrebbe addirittura far pagare la Germania e gli alleati per la difesa militare USA di fatto rendendo materiale lo spostamento ad est di Berlino, con tutte le enormi conseguenze del caso), e dall’altra la sfida del duo di origine israelitica Sanders+Bloomberg inevitabilmente sposterà la campagna su argomenti a cui l’America non è abituata (…), si attende con ottima probabilità una modifica strutturale dell’asse tradizionale delle relazioni estere USA, fino a costituire una vera e propria rottura col passato; dunque si attende che la Germania cerchi di approfittare degli ultimi mesi del mandato obamiano per accaparrarsi tutto quanto possibile in EU. Ossia attaccare il paese – ricco e con un debito enorme – in grado assieme agli UK di far crollare la costruzione europea incentrata sulla moneta unica. Ciò significa abbattere il benessere dell’alleato non anglosassone di Washington nell’EU (l’Italia), sia attaccandone il risparmio nazionale che le aziende che probabilmente verranno spinte verso una contendibilita’ continentale.

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Gli attacchi a Renzi di questi giorni – che preludono alla bocciatura della legge di stabilità il prossimo mese – sono figli di tale contingenza, bisogna capirla per porvi rimedio. Renzi viene e verrà attaccato per questo: Bisignani si è riferito nel suo editoriale a Il Tempo del 27.01 scorso in termini di una informativa di polizia (stile Gestapo, ndr) in relazione agli attacchi prettamente personali ricevuti via stampa dalla FAZ prima del meeting con A. Merkel, leader instabile e traballante in quanto probabilmente intercettata ripetutamente (…).

Alcuni come Blondet hanno interpretato le rinnovate pulsioni tedesche ad aumentare la difesa strategica Nato della Germania (in veste anti russa) come una volontà di schierarsi con gli alleati storici. Questa è una visione falsata, semplicemente Berlino ha capito che il prossimo inquilino della Casa Bianca vorrà disimpegnarsi dalla Germania, per altro. avendo già deciso uno spostamento delle testate atomiche dislocate oltre Gottardo in Italia. E quindi gioca il tutto per tutto in un estremo tentativo di confondere l’establishment USA che dovrà gestire il semestre bianco fino a dicembre prossimo. O detto in altro modo, Washington non si fida di Berlino avendo capito che comunque andrà verso Mosca. E questo Berlino lo sa bene.

In tale caos geostrategico, se Roma non verrà supportata apertamente da Wasgington e Londra è destinata a capitolare economicamente entro fine 2016, essendo incapace di sopportare un attacco frontale dell’interessato asse Franco-tedesco targato EU.

Dunque, la corretta interpretazione della lettera di Luigi Bisignani a Il Tempo sembra imprescindibile. Anche perché l’informatissimo autore cita chiaramente un rischio golpe per l’Italia, ossia – se ben capisco – potrebbe voler implicare in modo neanche troppo velato la necessità di “incitare” ad una reazione fattiva, con conseguenze tutte da decifrare.

Buona lettura

MD

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Caro Direttore,
sembra più un’informativa di polizia che un articolo quello contro Matteo Renzi comparso ieri, con grande evidenza, sul «Frankfurter Allgemeine Zeitung», la Bibbia dell’editoria tedesca letta con puntigliosa attenzione dalle cancellerie di tutto il mondo.
Il servizio è ancora più inquietante se si pensa che venerdì è in programma, a Berlino, uno degli incontri più drammatici nella storia dei bilaterali tra la Germania e l’Italia. La cancelliera Angela Merkel e il premier Matteo Renzi, infatti, si confronteranno su immigrazione, banche e flessibilità.
Renzi sarà saltato sulla sedia leggendolo perché uno sgarbo di queste dimensioni non si era ancora mai visto. Il Presidente del Consiglio italiano viene attaccato sul piano personale e non solo su quello politico, partendo dalle polemiche per l’incarico alla cybersecutity per il suo fraterno amico Marco Carrai, fino alla gestione dei finanziamenti per le manifestazioni collegate alla Leopolda.
Ne esce fuori un ritratto a tinte fosche che mette Renzi certamente in una posizione di debolezza nei confronti di frau Angela.
Com’è possibile un attacco di questo genere? È un segnale sconcertante, anche perché per anni il corrispondente da Roma della «Frankfurter» è stato non solo il Presidente della stampa estera ma soprattutto un ambasciatore ombra di Berlino in Italia. I tedeschi hanno sempre agito infatti su più livelli, tradizionali e non. Usando, ad esempio,come centrale di notizie la Fondazione Adenauer, oppure una bella rete di servizi annidata in molte aziende italo-tedesche con sede in Italia.
La visita di venerdì per Renzi si presenterà quindi in salita e l’impressione è che a Berlino, e soprattutto a Bruxelles, anche grazie alla Presidenza di turno olandese e al Presidente lussemburghese della Commissione, stiano utilizzando tutte le leve possibili perché il nostro premier accetti il programma lacrime e sangue soprattutto sull’immigrazione con la minaccia, altrimenti, di chiudere le frontiere e scaricare sull’Italia due milioni di disperati in giro per l’Europa.
E magari qualcuno a Bruxelles ancora continua a pensare al presidente della Bce Mario Draghi come futuro demiurgo. Ma sono certo che questa volta il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti a una nuova crisi pilotata dai poteri forti internazionali e dai burocrati europei manderà gli italiani a votare.

Lettera pubblicata da Il Tempo, 27.01.2016


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