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LETTERA DI RICHIAMO PER LA YELLEN DALLA CAMERA USA. INIZIA LA PRESSIONE DEL GOVERNO TRUMP SU BASILEA III. COSA FARANNO I TEDESCHI ?

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Eccovi un documento esclusivo che  SE vi presenta  e che indica dove si combatterà la prossima battaglia fra Stati Uniti e Germania.

Si tratta di una dura lettera del vicepresidente della commissione della Camera dei Rappresentanti USA alla Yellen.

Patrick McHenry, repubblicano del North Carolina è vicepresidente della Commissioni per i Servizi finanziari della Camera dei Rappresentanti USA, membro del sottocomitato specifico per i servizi finanziari, e precedente era membro del comitato che sovraintendeva il TARP. Una persona esperta in elementi economici.

La lettere rinfaccia alla Yellen di essere ancora parte del Financial Stability Board e della International Association of Insurance Supervisor, e di  aver concluso gli accordi su Basilea III senza aver considerato gli interessi dell’industria bancaria americana e le politiche della nuova amministrazione. Si attacca il sistema opaco e segreto di contrattazione seguito a Basilea e di aver raggiunto accordi onerosi, diventati legge per gli istituti di credito ed il pubblico americano, con pesanti incrementi nelle capitalizzazioni, senza una pubblica informazione e senza un adeguato processo decisionale.

Una accusa fortissima, sostanzialmente corretta nel contenuto, che mette la Yellen con le spalle al muro nelle discussioni con le controparti Europee (leggi germaniche, cioè Bundesbank) nel FSB. Sappiamo che giàera in corso uno scontro durissimo fra FED, che voleva criteri comuni e trasparenti, senza l’applicazione dei cosiddetti “Criteri interni” nella valutazione delle poste dei bilanci bancari, e la Germania che era disposta a rompere gli accordi pur di difendere quel metodo soggettivo di valutazione che evita a DB ed alle altre banche di dover ricorrere a ricapitalizzazioni.

Insomma l’attacco alla Yellen potrebbe tradursi , in realtà, in un forte rafforzamento ed irrigidimento della FED nella trattativa per Basilea III. A questo punto la posizione forte americana trova un appoggio politico, che non può essere ignorato. Un’ipotetica rottura dello standard definito dal FSB potrebbe portare ad una maggiore flessibilità nei criteri di valutazione bancaria, ma noi ce ne potremmo giovare solo nella misura in cui la Banca d’Italia decidesse di staccarsi dalle posizioni della Banca Centrale Europea. In caso contrario il nostro sistema creditizio rimarrà come ostaggio di un sistema creditizio i cui standard sono rigidissimi, soprattutto per noi, ma falsabili, soprattutto dagli altri.

P.S. Naturalmente, e casualmente, Deutsche Bank perde oggi il 5%…. Casualmente

 

Grazie a tutti

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