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Lettera aperta al Ministro dell’Economia, dott. Pier Carlo Padoan.

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Egregio Ministro dell’Economia, dott. Pier Carlo Padoan,

un gruppo di economisti ed analisti finanziari che si raccoglie e scambia opinioni anche sul portale “Scenari Economici”, ritiene che il dato recentemente presentato dall’OCSE sul rapporto debito lordo/PIL dell’Italia debba essere da Lei commentato nel merito analitico e non liquidato a mezze parole, di fatto ignorandolo.

Ebbene, si ha notizia da un paper che – secondo OCSE – il rapporto debito lordo/PIL dell’Italia è salito a quota 156% nel 2014, contro il 142,95% del 2013, ed il 110,63% del 2007.

Certamente queste cifre sono calcolate in termini omogenei con il metodo adottato da questa organizzazione internazionale.

Ebbene, un punto percentuale di PIL vale grossomodo 16 miliardi, pertanto 13 punti percentuali di PIL (156%-143%),valgono circa 210 miliardi.

Ebbene, ci può Lei, Signor Ministro, spiegare nel dettaglio analitico un aumento del debito di ben 210 miliardi, calcolato in termini omogenei con metodo OCSE nel passaggio dal 2013 ed il 2014, anche alla luce dell’esperienza maturata in passato come Vice Segretario Generale e capo economista della medesima organizzazione internazionale?

Anticipiamo che non sarebbe utile che la questione venisse di fatto elusa con la tecnica di una sola dissertazione sulla differenza dei metodi di calcolo tra le varie istituzioni.

Chiediamo che Lei possa specificare nel dettaglio analitico come mai OCSE con suo metodo omogeneo applicato negli anni 2014 e 2013 possa aver potuto calcolare, e dunque per un solo anno, un aumento del debito di tali dimensioni.

Un fattore che pare dominare l’aumento è l’impostazione del metodo OCSE a valori di mercato. E dunque quali sarebbero le voci così impattate dai valori di mercato?

Pare comprendersi che i fattori che possono aver contribuito a tale aumento siano la valutazione a valori di mercato dello stock del debito, del bagaglio (zavorra?) dei derivati finanziari in essere e di accresciuti impegni previdenziali.

E dunque, essendo coinvolti il “fair value” dei derivati finanziari, siamo a chiedere specificatamente quale contribuzione possano avere impattato i derivati finanziari stessi rispetto a questo aumento di ben 210 miliardi.

Concludendo, pare corretto che Lei come Ministro dell’Economia e per le responsabilità della sua carica nei confronti di trasparenza verso il Parlamento, il Paese e pertanto i cittadini, fornisca il dettaglio analitico delle varie voci che specificatamente hanno contribuito ad un aumento così consistente del debito tra il 2013 ed il 2014.

In mancanza della sua precisa risposta analitica nel merito del dettaglio delle specifiche contribuzioni a tale aumento, dobbiamo solo preoccuparci ulteriormente per la non curanza di corretto confronto del Ministero da Lei diretto a tali importanti dati internazionali, osservati ed analizzati da tutto il mondo, oppure che ci siano motivi indicibili che la trattengono dal dare opportuna trasparenza a tale dato? La cosa sarebbe ancora più preoccupante.

Grazie per l’attenzione e rimaniamo in attesa di una Sua sollecita ed esaustiva risposta.

Paolo Savona, Ettore Fumagalli, Antonino Galloni, Alfonso Scarano, Antonio M. Rinaldi, Marco Mori


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