Euro crisis
LETTA IL LETTONE (dall’immobilismo del governo l’elogio ai moltiplicatori fiscali)
Oggi, Mercoledi 04 dicembre, esce su tutte le testate giornalistiche questo titolone:
Letta: “Rehn non può permettersi scetticismo sull’Italia”
La dura reazione del nostro Premier, per quanto io non lo consideri all’altezza del suo compito, ritenendolo intento esclusivamente ad accrescere il proprio prestigio e non dedito al benessere del suo popolo, ha delle solide basi macroeconomiche.
Vi state chiedendo quali?
Portate pazienza e, nel frattempo, godetevi questo resoconto del botta e risposta.
Per Olly&Benji Rehn il nostro Paese non sta rispettando l’obiettivo della diminuzione del debito e chiede maggior impegno su tagli e privatizzazioni. Fate attenzione, non tasse, ma tagli e privatizzazioni. C’è un’enorme differenza.
Il Premier invece ribatte con un preciso e deciso “non si deve permettere“, deve “essere garante dei Trattati europei nei quali la parola scetticismo non c’è“.
Insomma, il Premier vuole essere premiato per la sua capacità di garantire la persecuzione della stabilità e dell’equilibro finanziario.
Addirittura parla del 2014 come l’anno in cui o si fa più europa o il tutto si avvita, facendo notare che “non va data per scontata la parola “Europa”.
Accidenti! Ammirabile, alza la voce e tuona contro i suoi referenti.
Ma cosa si nasconde sotto questo giovanile ardore da “Caudillo de Italia” (por la gracia de Dios)?
Ancora una volta si nasconde il concetto di moltiplicatore fiscale, ripetuto anche ieri, nell’articolo dedicato al pelide SakkoDannis, per l’ennesima volta.
L’esperienza, in questo caso, è quella maturata dagli amici Lettoni come tra poco scoprirete.
Tra il 2008 and 2009, molte nazioni entrarono in recessione causa crisi finanziaria e commerciale mondiale, e la Lettonia fu quella che sperimentò la peggiore perdita di pil e posti di lavoro di tutto il mondo: – 24% del PIL. La disoccupazione salì dal 5,3% del 2007 al 20,5% del 2010. Un valore inferiore solo al crack Usa del 1929 (-28,9%) e addirittura superiore a quello argentino del 2001 (-21,9%).
Miracolosamente nel 2011 il PIL recuperò dal crollo precedente e i seguaci dell’Internal Devaluation” (ci piace l’inglesismo) ritennero il tutto frutto della loro azione. Attuare politiche fiscali e monetarie adeguate, unitamente alla svalutazione dei salari e degli stipendi, aveva garantito il successo delle scelte macroeconomiche.
In realtà la virtà fu completamente diversa. Quello che accadde fu che una volta resisi conto delle alte perdite umane (per suicidi) e dell’emigrazione di tutti i giovani in cerca di futuro, i governanti Lettoni decisero di interrompere le politiche fiscali suggerite dal FMI e di adottare anche politiche monetarie espansive che fecero riprendere l’inflazione.
Questo in conseguenza del fatto che nonostante le manovre restrittive del 2009, il rapporto deficit su pil nel 2010 si mantenne inalterato senza accenni di miglioramento: 7,8%.
Questo fenomeno ci è ampiamente noto. Parliamo di una contrazione del mercato interno conseguente alle solite manovre di Fiscal Retrenchment, e noi sappiamo bene che le manovre fiscali restrittive hanno una retroazione sui conti pubblici da noi paragonata al paradosso di Achille e la Tartaruga
Il povero Achille, giorno dopo giorno, è impegnato nei suoi conti ma la matematica, purtroppo per lui, lo punisce costantemente: la tartaruga vince sempre.
Domani, credo domani se avrò tempo. Cercheremo di comprendere perchè nonostante questo fenomeno sia ampiamente noto, Monti e il suo entourage abbiano deciso comunque di perseguire questa strada di risanamento……(risanamento!? Ahahahaahah).
Ma torniamo al nostro Letta, questi consapevole che o si fa un passo avanti o il sistema europeo intero si avvita, ha preso la più saggia delle decisioni.
Non avendo margini seri di spesa per sostenere la crescita (mi viene da ridere pensando ai 3 miliardi che spera di poter spendere il candidato PD Cuperlo per sostenere l’economia) e memore degli storici risultati Lettoni, oggi Letta cosa fa? Niente! Aspetta! Fa nulla! Attende magicamente che i conti italiani migliorino! Fa il Lettone!
E per far passare questa sua posizione in Europa annuncia: “L’Italia ha conti in ordine, assieme alla Germania sono gli unici Paesi sotto il 3%!”
Letta gioca a poker con l’europa, tenta il bluff perché le carte dell’economia non sono quelle che egli pensa di avere, l’onda di pigreco gli si riverserà addosso con tutta la sua violenza!
Però intanto sa che rimanendo fermo e facendo niente, le cose non peggiorano!
Egli ha, però, fatto i conti senza l’oste: la voglia di Olly&Benji Rehn di prendere il posto di Van Rompuy! Per tale motivo, il campione calcistico parte in pressing costante e continuo (quasi come quello del primo Milan di Sacchi, Van Basten, Gullit e Rijkard). Di fatto si espone alla controreplica di Simon O’Connor, portavoce del “pallone d’oro”, “abbiamo imparato dalla passata esperienza che che gli stati membri hanno la tendenza a sovrastimare le entrate future provenienti dalle privatizzazioni. Ci sono molti esempi di questo e le procedure legate ai processi di privatizzazione sono notoriamente difficili da prevedere con precisione“.
Quindi, avanti con ulteriori manovre e con le riforme!
Signore e Signori: ecco a voi il Pilota Automatico!
Il rischio per Letta è che la carta che si è giocato per FERMARE IL DECLINO (FID), fare il “Lettone”, gli venga compromessa da quel pilota automatico previsto nel Two Pack.
Mi sa che NON HA ANCORA compreso bene che “pack” che ha preso! Il nostro amato ma poco stimato Premier, mi sa che invece di diventare epico come uno statista Baltico, potrà trasformarsi al massimo nel novello Balto!
Gustinicchi Maurizio
Economia 5 Stelle
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