Difesa
L’Esercito si rinnova (con calma): 1,22 miliardi di Euro per i nuovi elicotteri AW249 Fenice
L’Esercito Italiano si modernizza: in arrivo 29 nuovi elicotteri da attacco AW249 Fenice. Un programma da 1,22 miliardi per sostituire i vecchi Mangusta con mezzi più potenti e capaci di controllare droni.

Il Ministero della Difesa ha avviato l’iter parlamentare per un programma che, in un Paese con una spesa pubblica spesso criticata, ha il sapore della programmazione industriale e strategica: l’acquisizione di ulteriori 29 elicotteri da attacco AW249 Fenice.
Si tratta di un investimento significativo, pari a 1,22 miliardi di euro, destinato a completare la modernizzazione della flotta ad ala rotante dell’Esercito Italiano. Questi nuovi mezzi andranno a sostituire i fedeli, ma ormai datati, Agusta A129 Mangusta, che volano i nostri cieli (e non solo) fin dagli anni ’90.
Un programma in tre fasi
Non siamo di fronte a un acquisto impulsivo. Questo stanziamento rappresenta la terza e conclusiva fase di un programma avviato nel 2016. L’obiettivo è ambizioso: arrivare a una flotta totale di 48 elicotteri Fenice.
Questa fase, che si svilupperà tra il 2026 e il 2032, non prevede solo la costruzione dei 29 nuovi apparecchi in configurazione “Full Operational Capability” (FOC). Include anche l’aggiornamento allo stesso standard dei 19 elicotteri già contrattualizzati nelle fasi precedenti. Come in ogni spesa statale seria, il pacchetto comprende anche 10 anni di supporto logistico e l’acquisizione di un sistema di addestramento completo.
Perché la Fenice è un salto generazionale
Il paragone con il Mangusta che andrà a sostituire è impietoso, ma necessario per capire la portata dell’investimento. L’AW249 Fenice, prodotto da Leonardo, è una macchina progettata per il campo di battaglia del futuro, pensato per operazioni “multi-dominio” e completamente integrato nelle reti di comando.
Ecco alcuni dati tecnici che rendono l’idea:
- Peso: Con 8,3 tonnellate, è significativamente più grande e robusto del suo predecessore.
- Carico utile: Può trasportare quasi 2.000 kg di armamenti, più del doppio rispetto al Mangusta.
- Prestazioni: Raggiunge una velocità di 155 nodi (circa 287 km/h) con un raggio d’azione di 430 miglia nautiche (quasi 800 km).
- Armamento: La suite è flessibile e include un cannone da 20 mm, razzi da 70 mm (guidati e non) e missili aria-aria e aria-terra.
Il vero salto di qualità, però, è la sua capacità di crewed-uncrewed teaming: il pilota della Fenice potrà controllare direttamente dalla cabina droni e altri effettori lanciati dall’aria. Questo permette di aumentare la distanza di sicurezza (standoff), la flessibilità operativa e, in ultima analisi, la letalità sul campo, esponendo meno l’equipaggio.
In sintesi, un investimento oneroso ma tecnologicamente necessario per mantenere le capacità delle Forze Armate al passo con scenari operativi sempre più complessi e interconnessi.
Domande e risposte
Perché spendere 1,22 miliardi di euro per nuovi elicotteri da attacco?
L’investimento è necessario per sostituire la flotta di elicotteri A129 Mangusta, in servizio dagli anni ’90 e ormai prossimi alla fine della loro vita operativa. Si tratta di una modernizzazione tecnologica indispensabile per mantenere le capacità di difesa e deterrenza dell’Esercito Italiano al passo con i moderni scenari operativi, che richiedono mezzi più performanti, protetti e interconnessi.
Cosa significa che la Fenice è “network-centrica” e usa il “teaming con droni”?
Significa che l’elicottero non è una piattaforma isolata, ma un nodo connesso in tempo reale con altri asset (a terra, in cielo e in mare). La capacità di “crewed-uncrewed teaming” (squadra uomo-drone) permette all’equipaggio di controllare direttamente dal cockpit dei droni, usandoli come “occhi” avanzati o come piattaforme d’arma. Questo aumenta l’efficacia della missione e la sicurezza dell’equipaggio, che può colpire restando a distanza di sicurezza.
Questo programma da 1,22 miliardi copre solo l’acquisto dei mezzi?
No, la cifra copre un pacchetto molto più ampio. Questa è la terza fase del programma, che porterà la flotta totale a 48 elicotteri. Il budget finanzia l’acquisto di 29 nuovi mezzi e, cosa fondamentale, l’aggiornamento dei 19 già contrattualizzati allo standard operativo finale. Inoltre, include la certificazione, l’industrializzazione, il supporto logistico integrato per 10 anni e l’intero sistema di addestramento per piloti e manutentori.








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