Seguici su

Attualità

L’elezione del Presidente del Senato: bisogna combattere le battaglie che si sa sono vincenti

Pubblicato

il

 

Ieri abbiamo visto i primi passi della nuova legislatura con l’elezione del Presidente del Senato. Prima di tutto i complimenti al senatore Ignazio La Russa che, dopo una lunga carriera, giunge ad una posizione di prestigio meritata, sempre rimanendo fedele a se stesso e ai propri ideali. In passato ha dato buona prova come vicepresidente e non c’è dubbio che farà lo stesso al vertice.  Però la giornata di ieri ha visto anche l’uscita dall’aula di una componente del Centrodestra, Forza Italia, per cui solo Berlusconi e la Casellati, ex presidente del Senato, erano presenti in aula al voto.

Un braccio di ferro inutile che ha visto FI perdere la sfida: il presidente ha comunque trovato la propria maggioranza, grazie al prevedibile scherzo di Azione-Renziani e ai senatori del gruppo Autonomie, oltre che, magari, a qualche altro franco tiratore di sinistra e pentastellato. Forza Italia ha scelto una mossa suicida: voleva dimostrare di essere necessaria alla maggioranza di centrodestra, per scoprire di non esserlo e che, in determinate condizioni, si può fare anche a meno di lei.

Sun Tzu scriveva, molti secoli da, che I guerrieri vittoriosi prima vincono e poi vanno in guerra, mentre i guerrieri sconfitti prima vanno in guerra e poi cercano di vincere. Forza Italia ha fatto la scelta di scendere in guerra in un campo di battaglia che non conosceva e i risultati si sono visti: sono tornati a casa con le pive nel sacco. Una battaglia fra l’altro incomprensibile fuori dalle aule di Camera e Senato, perché fatta solo per proteggere la fame di potere di un qualche leader interno le cui pretese sono, evidentemente, molto superiori sia alle proprie capacità, sia alla popolarità fra gli elettori. Il governo Meloni nasce in un momento difficile, dovrà fare delle scelte complesse e non popolari, non può permettersi di anche infarcirsi di personaggi impopolari, criticati, solo per soddisfare l’ego di questo o quel leader-ino.

Renzi e Calenda non attendevano che una occasione per spaccare il centrodestra e Forza Italia gliela offerta, proprio nel primo giorno di apertura del Senato. Inoltre la sinistra si è dimostrata meno solida di quanto si pensasse, e disposta a cedere qualche voto a favore di un candidato che, in passato, aveva dato buona prova nel dirigere i lavori dell’aula. Nello stesso tempo qualcuno in Forza Italia ha compiuto un errore clamoroso che speriamo sia episodico Nello stesso tempo sarà bene che Berlusconi dia una regolata al proprio partito se non vuole rischiare un Viet-Nam parlamentare nel primo governo di centro destra, dopo oltre un decennio di monopolio di potere della sinistra.


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito