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L’EIA sconfessa il declino: 540.000 barili giornalieri in Alaska. L’ Infrastruttura GNL non è più un sogno.

Alaska, svolta storica: la produzione di petrolio torna a crescere del 13% per la prima volta dagli anni ’80. Il boom, spinto da nuovi mega-giacimenti, riaccende le speranze per il grande gasdotto GNL e l’export verso l’Asia.

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Le prospettive di produzione dell’Alaska stanno cambiando per la prima volta in quasi un decennio: mercoledì scorso l’U.S. Energy Information Administration (EIA) ha previsto che la produzione di greggio del North Slope aumenterà di circa il 13% il prossimo anno, grazie all’entrata in fase di produzione ad alto volume di due grandi giacimenti.

Si tratterebbe dell’aumento annuale più consistente dagli anni ’80 e di una rara interruzione del lungo declino che ha costantemente ridotto la produzione dell’oleodotto Trans-Alaska (TAPS). L’agenzia collega il previsto aumento ai nuovi pozzi e alle trivellazioni a lungo raggio legate ai grandi progetti del North Slope, che dovrebbero portare la produzione giornaliera a circa 540.000 barili e stabilizzare temporaneamente la base produttiva dello Stato, attualmente in difficoltà.

L’aumento previsto della produzione di greggio in Alaska arriva proprio mentre lo Stato sta riesaminando il suo megaprogetto di oleodotto e di esportazione di GNL, un progetto ripreso sotto la presidenza di Donald Trump e ora tornato sul tavolo dopo anni di stallo. Il piano prevede una conduttura del gas lunga 800 miglia dal North Slope a un terminale di liquefazione sulla costa meridionale, aprendo una rotta sia per l’approvvigionamento interno che per l’esportazione verso l’Asia.

Con l’EIA che prevede che i nuovi volumi del North Slope raggiungeranno il picco nel 2026, i funzionari statali sostengono che la tempistica rafforza la necessità di portare il progetto in una nuova fase di sviluppo.

La sfida di lunga data dell’Alaska è stata il divario tra le grandi risorse non sviluppate del North Slope e le limitate infrastrutture disponibili per trasportare tali volumi sul mercato. Secondo l’EIA, anche con il previsto aumento della produzione di greggio, la maggior parte del gas del North Slope rimane senza una rotta commerciale, motivo per cui i funzionari statali continuano a collegare lo slancio a monte alla causa del gasdotto e del terminale GNL.

Il progetto ha attraversato ripetuti tentativi di finanziamento e sostegno federale negli ultimi dieci anni, ma la combinazione di una produzione prevista più elevata e il rinnovato sostegno della Casa Bianca ha dato ad Anchorage la sua prima opportunità in anni per portare avanti il piano.

Domande e Risposte

Perché questo aumento della produzione è così importante per l’Alaska? L’aumento del 13% previsto dall’EIA è il più grande incremento annuale dagli anni ’80 e rappresenta una rottura del lungo declino che aveva afflitto la produzione dello Stato. Questa crescita, trainata da due nuovi grandi progetti (Nuna e Pikka), è cruciale perché non solo stabilizza la base produttiva, ma assicura anche la continuità dei flussi necessari per il corretto funzionamento del vitale oleodotto Trans-Alaska (TAPS), l’arteria principale del greggio statale.

Che relazione c’è tra il greggio e il progetto GNL, visto che sono prodotti diversi? La relazione è puramente infrastrutturale e strategica. Sebbene il petrolio e il gas siano diversi, entrambi si trovano nel North Slope. Il grande problema dell’Alaska è sempre stato la mancanza di un’infrastruttura di trasporto per il vasto gas naturale associato. L’aumento del greggio dimostra la rinnovata vitalità produttiva della regione, rafforzando l’argomento economico per costruire il mega-gasdotto di 800 miglia e il terminale GNL, indispensabili per portare il gas in eccesso sui mercati internazionali, soprattutto in Asia.

Cosa si intende con “produzione a lungo raggio” e perché è più efficiente? La produzione a lungo raggio (o trivellazione estesa) è una tecnica avanzata che permette di raggiungere giacimenti lontani dalla piattaforma centrale. I nuovi pozzi legati ai progetti Nuna e Pikka, secondo l’EIA, stanno dimostrando una produttività media significativamente più alta rispetto alla maggior parte dei vecchi pozzi dell’Alaska. Questa maggiore efficienza riduce i costi operativi a lungo termine e rende l’estrazione più economicamente sostenibile, superando le sfide logistiche e climatiche estreme del North Slope.

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