EgittoEnergia
L’Egitto ha un problema di rifiuti? Eni studia la soluzione a biogas (e fertilizzanti)
Non solo gas fossile: Eni in Egitto studierà come trasformare i rifiuti agricoli in biogas e fertilizzanti.

Non solo gas fossile. Eni, che in Egitto è di casa, guarda anche alle rinnovabili, ma quelle “concrete” e radicate nel territorio. Il “Cane a sei zampe” ha firmato un accordo di cooperazione con l’Associazione per la Bioenergia e lo Sviluppo Sostenibile, un ente che fa capo al Ministero dell’Ambiente egiziano, per cercare di risolvere il problema dei rifiuti organici locali in modo utile per tutti.
L’obiettivo? Uno studio di fattibilità operativa, il primo passo operativo per valutare la costruzione di nuovi impianti di produzione di biogas. La materia prima, questa volta, non arriverà dai grandi giacimenti offshore, ma da qualcosa di molto più terrestre (e problematico): rifiuti agricoli e deiezioni animali.
La firma è avvenuta al Cairo, alla presenza dei ministri del Petrolio e dello Sviluppo Locale (quest’ultimo anche Ministro dell’Ambiente ad interim), a testimonianza dell’importanza strategica dell’iniziativa.
L’economia circolare che produce energia
Il progetto è un classico (e intelligente) esempio di economia circolare applicata. L’idea è semplice solo in apparenza: trasformare un problema (la gestione degli scarti agricoli e zootecnici) in una doppia risorsa.
Lo studio congiunto valuterà la costruzione di un impianto di biodigestione capace di convertire questi rifiuti in biogas.
Il processo genera un doppio vantaggio:
- Energia: Il biogas prodotto può essere utilizzato immediatamente per generare elettricità e calore rinnovabili, o, se in quantità notevole, perfino essere liquefatto.
- Agricoltura: Lo scarto del processo di digestione (il “digestato”) è un fertilizzante organico di altissima qualità, che può essere riutilizzato nel ciclo agricolo locale.
La produzione agricola egiziana è concentrata in settori come la barbabietola, la canna da zucchero, gli agrumi e il cotone ed è in espansione per l’allargamento delle aree irrigate che si stanno estendendo su superfici precedentemente desertiche. Anche l’allevamento è in crescita, concentrandosi sul pollame e l’allevamento bovino e dei bufali.
Obiettivi: CO2 e crediti di carbonio
I partner sottolineano come l’iniziativa non sia solo “green” a parole. Contribuirebbe a una riduzione misurabile delle emissioni di gas serra (evitando che i rifiuti rilascino metano in atmosfera) e potrebbe generare crediti di carbonio di alto valore.
Questo progetto si inserisce perfettamente in due strategie parallele:
- Per l’Egitto: Sostiene la strategia del Ministero dell’Ambiente per espandere l’uso del biogas e ridurre le emissioni.
- Per Eni: È un tassello della strategia di decarbonizzazione a lungo termine, che punta alla famosa neutralità carbonica (Net Zero) entro il 2050, attraverso tecnologie integrate e a basse emissioni.
Insomma, un modo pragmatico per gestire i rifiuti, produrre energia pulita e sostenere l’agricoltura, senza affidarsi solo al sole del deserto.
Domande & Risposte
Ma cos’è esattamente il biogas e come si differenzia dal gas naturale?
Il biogas è una miscela di gas (principalmente metano e anidride carbonica) prodotta dalla decomposizione di materia organica (come rifiuti agricoli, letame, fanghi di depurazione) in assenza di ossigeno (digestione anaerobica). A differenza del gas naturale (che è un combustibile fossile estratto dal sottosuolo), il biogas è una fonte di energia rinnovabile. Se purificato (diventando biometano), può essere immesso in rete o usato come biocarburante, contribuendo all’economia circolare.
Perché questo accordo è importante per Eni, oltre all’ambiente?
Per Eni, questo progetto è strategico. Si allinea ai suoi obiettivi “net zero” al 2050, diversificando le fonti energetiche in un paese chiave come l’Egitto. Inoltre, la produzione di “crediti di carbonio” di alto valore rappresenta un potenziale ritorno economico. Dimostra anche la capacità di Eni di applicare tecnologie di decarbonizzazione integrate (waste-to-energy), rafforzando la sua posizione di partner energetico completo per i paesi ospitanti, andando oltre la semplice estrazione di idrocarburi.
Ci sono svantaggi o limiti nella produzione di biogas da rifiuti?
Sebbene vantaggiosa, la tecnologia ha delle sfide. La logistica della raccolta dei rifiuti (biomasse) deve essere efficiente ed economicamente sostenibile, altrimenti i costi superano i benefici. Gli impianti richiedono un investimento iniziale e una gestione tecnica costante per ottimizzare la digestione. Inoltre, il “digestato” (il fertilizzante che rimane) deve essere gestito correttamente per evitare inquinamento secondario. Questo studio di fattibilità servirà proprio a valutare se, nel contesto egiziano, questi fattori sono gestibili.








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