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Analisi e studi

#leggedibilancio M5S e PD volevano ridare centralità al Parlamento. E invece… (di P. Becchi e G. Palma su Libero)

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Articolo a firma di Paolo Becchi e Giuseppe Palma su Libero del 10 dicembre 2019:

Questo governo non doveva nascere, eppure su spinta opportunistica di Renzi e Grillo è nato lo stesso. Complice il Capo dello Stato che ha favorito l’impresa. Non sono congetture le nostre, anche perché sull’argomento abbiamo scritto un libro ben documentato (Ladri di democrazia), a cui solo Sgarbi ieri ha avuto il coraggio di fare un cenno.
M5S e Pd, che sono andati insieme al governo pur di scongiurare elezioni anticipate ed evitare di consegnare il Paese a Salvini, hanno sempre giustificato la loro alleanza innaturale con due scuse: disinnescare l’aumento dell’Iva e ridare centralità al Parlamento. Su quest’ultimo punto assisteremo nei prossimi giorni ad una vera e propria esautorazione delle Camere, altro che centralità.
Per la prima volta nella storia parlamentare del nostro Paese la legge di bilancio arriverà in Parlamento dopo il 10 dicembre, e più precisamente il 12 al Senato. Non era mai successo. Di solito – quantomeno nell’esperienza degli ultimi decenni – l’approdo avviene a novembre. Solo l’anno scorso, a causa di una strenua trattativa con Bruxelles arrivò il 5 dicembre.
Quest’anno addirittura il 12. Le conseguenze sono evidenti. Normalmente una legge di bilancio, nella prassi parlamentare, viene approvata nel medesimo testo da entrambi i rami del Parlamento in non meno di tre passaggi: la camera in cui approda per prima discute, emenda e approva, così il testo passa all’altra camera, che a sua volta apporta modifiche al testo in modo che l’approvazione definitiva avvenga da parte della prima camera dove il testo fa ritorno, dopo che lo stesso è stato discusso ed emendato almeno due volte.
Quest’anno non sarà così. La discussione, ed eventuali modifiche, avverranno solo al Senato. Un bel maxiemendamento del governo sul quale Conte porrà la questione fiducia e il Parlamento non potrà svolgere il suo ruolo. La Camera dei deputati si limiterà ad approvare, senza alcuna possibilità di apportare modifiche, il testo proveniente da Palazzo Madama. Il motivo è semplice. Le leggi di bilancio seguono l’iter parlamentare “normale” prescritto dall’ultimo comma dell’art. 72 della Costituzione, quindi il testo, prima di approdare in aula, deve essere discusso, emendato e approvato dalle commissioni bilancio di entrambe le Camere. Ovvio che, giungendo il testo il 12 dicembre a Palazzo Madama, non c’è tempo per una terza lettura. La legge finanziaria deve essere approvata entro il 31 dicembre altrimenti si rischia l’esercizio provvisorio.
L’anno scorso il Pd protestò con veemenza per il contingentamento dei tempi che la maggioranza giallo-verde impose al testo della legge di bilancio, che comunque passò negli ultimi giorni dell’anno dopo tre letture. I Dem fecero pure ricorso alla Corte costituzionale, che lo dichiarò inammissibile evidenziando tuttavia che in questo modo “la costituzionalità è a rischio”. Mattarella, dal canto suo, promulgò la legge, ma nel discorso di fine anno ammonì le Camere affinché una cosa di quel tipo non si ripetesse mai più.
Quest’anno è addirittura peggio. Pochi giorni fa la maggioranza giallo-rossa era entrata in crisi a causa dei veti incrociati sulla finanziaria tra Renzi, 5Stelle e Pd. Renzi aveva addirittura paventato la possibilità di una crisi di governo. Poi Conte è salito al Quirinale (per fare cosa non si è ancora capito) e improvvisamente la quadra sulla manovra è stata trovata, come questa estate, dopo una telefonata al Quirinale di cui nessuno vuole parlare. Forse è sempre la semplice moral suasion, forse qualcos’altro. Non si sa. E il Pd, che fa finta di difendere la Costituzione, quest’anno non presenterà nessun ricorso alla Consulta. I Dem sono fatti così, “a Costituzione alternata”. Tanto i “fascisti” sono sempre gli altri…

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma su Libero del 10 dicembre 2019.

(Ladri di democrazia. La crisi di governo più pazza del mondo. L’ultimo libro di Paolo Becchi e Giuseppe Palma, Giubilei Regnani editore, 2019: https://scenarieconomici.it/ladri-di-democrazia-la-crisi-di-governo-piu-pazza-del-mondo-lultimo-libro-di-p-becchi-e-g-palma-giubilei-regnani-editore/)

 


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