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Legge Fiano: l’idiozia al potere (di Giuseppe PALMA)

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Pochi giorni fa la Camera dei deputati ha approvato, in un’aula semi-vuota, una proposta di legge che mira ad introdurre all’interno del nostro codice penale un reato d’opinione, ossia quello che punisce l’ideologia fascista e del partito nazionalsocialista tedesco. La norma che il Pd vorrebbe introdurre, vale a dire l’art. 293 bis del codice penale, così recita: «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque propaganda i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero dei relativi metodi sovversivi del sistema democratico, anche attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne fa comunque propaganda richiamandone pubblicamente la simbologia o la gestualità, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici». È evidente che il fine della norma è quello di punire la propaganda delle idee del partito fascista e di quello nazionalsocialista tedesco, anche se ciò avvenisse semplicemente – ad esempio – attraverso la produzione, distribuzione e diffusione di accendini, calendari, bottiglie di vino (o altri gadget) raffiguranti il volto di Benito Mussolini. In pratica un’idiozia – a firma del deputato Emanuele Fiano – che non trova precedenti nella storia giuridica di un qualsiasi Paese civile! Come se in Francia l’Assemblea Nazionale decidesse domattina di vietare la propaganda bonapartista: per motivi bellici Mussolini ha sulla coscienza circa 150 mila morti, Napoleone circa 3 milioni. Eppure, per i francesi, guai a parlar male di Napoleone. E che dire del comunismo? Ben 96 milioni di morti, di cui gran parte per motivi politici e non bellici. Allora perché la Legge Fiano non punisce anche la propaganda comunista? Senza parlare del genocidio del “compagno” Tito: le foibe urlano ancora vendetta e dolore. La legge Fiano quindi, qualora fosse approvata in via definitiva (manca ancora il voto del Senato), sarebbe in palese contrasto non solo con l’art. 21 della Costituzione che tutela la libertà del pensiero e della sua diffusione attraverso qualsiasi mezzo, ma anche con la XIIesima disposizione transitoria e finale della Carta, la quale vieta solo la ricostituzione del disciolto partito fascista, e non anche le idee, qualunque esse siano. In altre parole, non potendo più garantire i diritti fondamentali per il motivo di essersi legata mani e piedi all’euro, la sinistra eurista tenta di dimostrare a se stessa d’essere ancora viva inseguendo i fantasmi del passato. In questo caso quelli di un fascismo che non esiste più, morto e sepolto ben 72 anni fa. Ma il punto più alto dell’idiozia censoria di Fiano arriva con quella parte della norma che richiama la gestualità. In pratica, se ad un comizio metto le mani sui fianchi sporgendo leggermente il mento in avanti, rischio di essere arrestato e successivamente condannato fino a due anni di carcere. Un mio vecchio amico, morto all’età di 94 anni, sindaco di Ostuni per vent’anni e prigioniero in un campo di concentramento nazista durante la guerra, due anni prima di morire mi disse: «L’uomo ripeterà di nuovo gli stessi orrori perché si arrogherà il diritto di decidere lui – da solo – se un’idea è giusta oppure sbagliata, pretendendo di imporre alla comunità quella che lui riterrà come giusta». All’epoca non compresi cosa volesse dire esattamente. Ora, grazie all’idiozia di una politica mediocre, l’ho capito perfettamente.

Avv. Giuseppe PALMA


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