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L’EFSA Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare copia i suoi rapporti da quelli della Monsanto

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Il problema non è da poco. La scarsa sicurezza degli alimenti costituisce oggi la maggiore minaccia alla salute. Parliamo qui di tumori causati da additivi alimentari o diserbanti e pesticidi, di come circolino ancora prodotti sospetti cancerogeni in barba al principio di precauzione, e di come la UE sia una comoda centrale decisionale per le lobby, che devono così “persuadere” una sola autorità invece di 27.

Fin qui siamo ai sospetti. Ma la stampa ci porta adesso una clamorosa conferma dei sospetti, questa volta in tema di glifosato. 

Rammentiamo che la licenza europea del principio attivo del diserbante Roundup della Monsanto – sospetto cancerogeno secondo IARC – Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS –  scade a fine anno. Governi UE e Commissione devono decidere ai primi di novembre se rinnovarla o meno, sulla base del rapporto preparato nel 2015 dalla BfR (Agenzia tedesca per la sicurezza alimentare) per conto dell’EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare.

 

Sul tavolo da una parte gli interessi della Monsanto che ricava $4,75 miliardi dal glifosato nonché dei produttori europei che impiegano il glifosato nei loro prodotti, dall’altra la salute dei 500 milioni di cittadini UE.

Ebbene oggi, dopo la pubblicazione dei “Monsanto papers” che svelavano l’azione di lobbying verso l’EFSA, e dopo la pubblicazione dell’EFSA stessa dei rapporti delle multinazionali in un tentativo di fugare i dubbi di condizionamento, emerge che 100 pagine del rapporto EFSA  risultano copiate parola per parola dalla relazione presentata nel 2012 dalla Monsanto stessa. Questo nonostante sia la EFSA che le autorità nazionali che con essa collaborano come l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi BfR e addirittura il ministero tedesco competente, abbiano dichiarato di essersi basati unicamente su “valutazioni indipendenti di tutte le ricerche citate”.

L’EFSA stessa aveva dichiarato di aver integrato parti dei rapporti delle aziende ma solo al fine di illustrarne meglio la posizione. Ora le dimensioni del copia-incolla assumono proporzioni inquietanti.

Ovviamente l’EFSA ha concluso nel suo rapporto che il prodotto della Monsanto è innocuo per l’uomo, attestandone la non tossicità, cancerogenicità e genotossicità in base alla “valutazione indipendente degli studi citati”. Ricordiamo che la Monsanto è stata acquisita nel 2016 dalla Bayer, colosso tedesco della chimica e della farmaceutica.

Esistono parecchi studi scientifici indipendenti, paper soggetti a peer review, alla base dell’opinione dell’Agenzia internazionale dell’OMS per la ricerca sul cancro IARC che segnalano il possibile ruolo del glifosato nello sviluppo di tumori, in particolare di linfomi non-Hodgin:

Gruppo 2A secondo OMS è “probabilmente cancerogeno per gli umani: esiste forte prova che può causare il cancro negli uomini, ma al momento non è decisiva” 

L’EFSA ha scelto di ignorare nella sua valutazione questi studi indipendenti privilegiando quelli prodotti dalla Monsanto. Sembra di essere di fronte a un nuovo scandalo emissioni Volkswagen, con gli organismi europei che prendevano per buoni i test delle stesse case automobilistiche, ma in questo caso con ancor più gravi rischi per la nostra salute.

Il nuovo clamoroso episodio si aggiunge a numerosi altri simili, come quello che vide un consulente EFSA americano apparentemente legato alla Monsanto screditare uno studio fondamentale, effettivamente scartato dalla EFSA.

Le domande sono poche ma cruciali:

  • È vero che il BfR e l’EFSA non hanno condotto una revisione indipendente degli studi scientifici sui rischi del glifosato per la salute umana?
  • È vero che BfR ed EFSA hanno preso per buona la valutazione fornita dall’azienda produttrice del glifosato, ignorando il parere dell’IARC?
  • Le decisioni che coinvolgono ambiente e salute non dovrebbero essere soggette al principio di precauzione dettato dall’articolo 191 del TFUE?

Vedremo se le decisioni della Commissione e dei governi seguiranno le raccomandazioni EFSA-BfR, sospette di condizionamenti lobbistici, o quelle OMS-IARC che unite al principio di precauzione dovrebbero impedire il rinnovo della licenza del glifosato.

 

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