Attualità
Le tre notizie che non ti aspetti: il CEO di Mercedes dice che i migranti servono all’industria tedesca, Trump afferma di stimare Berlusconi, poi viene messo alla berlina da Repubblica
Senza stilare necessariamente una classifica, vediamo le tre notizie più importanti – ed inaspettate se non addirittura incredibili – delle ultime 24 ore. Notizie dense di significato se solo si ha la voglia di usare il cervello in relazione alle implicazioni (…)
Partiamo dall’amministratore delegato di Mercedes Benz (Daimler) che afferma pubblicamente che, sì, i migranti disperati sono una risorsa per l’industria tedesca avallando la decisione della fidata Angela Merkel. Questo novello Oskar Schindler – mi vien da dire – il lupo tedesco che perde il pelo ma non il vizio… Cambiano solo i metodi ma non la sostanza, il lavoro dei disperati – e quindi pagato poco – faceva e fa la ricchezza di chi lo può e lo vuole sfrutttare, senza tutti i problemi che si sarebbero avuti ai nostri giorni ad utilizzare a basso costo la manodopera di paesi deboli EU vittime dell’austerity, sempre a lamentarsi ‘sti sudisti europei (molto probabilmente qualcuno oltre Gottardo starà pensando che 75 anni fa le cose erano molto più semplici…).
Per altro tale notizia avalla le nostre recenti tesi espresse prima dell’intervento di Zetsche sul perchè dell’U-turn tedesco sui migranti, ossia perchè servono all’industria anche e soprattutto in caso di una rottura dell’euro… [sempre più probabile].
La seconda notizia è che il candidato alla Presidenza USA, Donald Trump, ha affermato pubblicamente che – udite udite – egli ama l’Italia e considera Berlusconi una brava persona, una persona che gli piace*. Alla faccia dei famosi sinistrorsi che lo volevano smacchiare, ora saranno raggelati, penso che inizino a capire che la pressione su di loro si farebbe insopportabile con un repubblicano al potere. O, detta meglio, se a valle di detta nomina dovesse venire fuori che pur di fare cadere il Cavaliere hanno “esagerato”, se avranno fatto qualcosa contro il loro paese e – dico io – contro gli interessi occidentali rischiano di essere pubblicamente esposti: che non sia vero che possa capitare qualcosa di simile a quanto capitò dopo la II. guerra mondiale, i comunisti non andarono al potere per i successivi 70 anni.
Vedremo. D’ogni modo l’han fatta grossa, pur di andare al potere han permesso un colpo di Stato contro un primo ministro del loro stesso paese democraticamente eletto, probabilmente – vedremo – anche a vantaggio di paesi che rischiano a breve-medio termine di tradire gli interessi americani con un avvvicinamento nemmeno troppo celato a Mosca (da verificare, vedasi in ogni gaso il recente raddoppio della infrastruttura di importazione gas Germania-Russia; riavvicinamento a Mosca – potrei dire anche riappacificazione o anche evitare una guerra potenzialmente nucleare – che, ben inteso, rischia di non essere più fumo negli occhi con un repubblicano al potere, della serie “chi capisce la politica estera di Obama è bravo“).
L’ultima notizia è una decisa caduta di stile, per altro anche molto pericolosa da parte di un soggetto, il PD, tramite il suo giornale di elezione, Repubblica, di proprietà di un soggetto per cui gli USA non hanno mai nutrito vera e sincera fiducia, Carlo Debenedetti (anzi). Ossia, poche ore dopo la notizia dell’imprimatur di Trump per un pesonaggio inviso alla sinistra italiana (Berlusconi) incredibilmente rileviamo la comparsa sulla testata della gauche radical chic italiana di un articolo che mette alla berlina Donald Trump, ossia un candiato USA in corsa per le presidenziali: Trump lo spaccone con molti flop alle spalle. Pazzesco, articolo da leggere, non è così che ci si comporta con un paese amico, bisogna prima di tutto rispettarlo. Per inciso, chi scrive stigmatizzò pubblicamente la leggerezza e l’errore marchiano di Berlusconi nel non rispettare il neo presidente Obama, ma almeno lui l’errore lo fece personalmente (e molto probabilmente con qualche spia nel suo letto a registrarlo nella notte dell’elezione presidenziale USA, ndr); chiaro che la sinistra ha altri metodi, forme di potere e di comunicazione che siamo portati a ricondurre ad una certa qual forma di liturgia post staliniana (…). Fosse ancora vivo Montanelli ci farebbe felici spiegandoci con la sua proverbiale enfasi cosa tutto questo significa.
Non commento oltre. Le conclusioni le lascio a voi, ma penso che qualche crepa si inizi a vedere nel grande muraglione globale fatto di pietre tedesche, cemento francese, terra democratica. E qualche milione di tori imprigionati in un confino ideologico che fra poco rischia di non essere più figlio di nessuno.
Mitt Dolcino
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* Forse vale la pena di notare che a questo punto ci sono almeno tre candidati USA Rep vicini all’Italia (…). E che i viaggi di qualche ex politico italiano in quel di Mosca, certamente per riappacificare, non possono avvenire senza “copertura geostrategica”, mi sa che cerchiamo (meglio, cercate) di non vedere i fatti importanti – mistificando, quindi – pur di difendere le proprie convinzioni: ami domando, al di fuori delle credenze politiche, cosa c’è di più importante della pace? E questo la dice lunga su come la pensi una certa sinistra…
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