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Le supercazzole su facebook di @matteorenzi

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Dopo aver sposato le tesi dei creditori nel confronto con la Grecia ed appoggiato il “si” nel referendum di domenica, Renzi si è scatenato su Facebook. Un post davvero inutile dove in realtà non ha detto assolutamente nulla del suo disegno politico circa il futuro dell’Europa ma con cui è comunque riuscito a smentire tutte le azioni compiute negli ultimi giorni.

Leggiamo il post perché merita:

Per Renzi dunque ci sono due cantieri in Europa. Il primo è la Grecia, il secondo è addirittura l’Europa stessa. Da mesi dice, non curante delle brutte figure e pensando che la gente sia evidentemente smemorata, stiamo insistendo di parlare non solo di austerity e bilanci ma anche di crescita, infrastrutture e politiche comuni. Politica, non solo parametri e valori e non solo numeri. 

Renzi poi così conclude: se restiamo fermi prigionieri di burocrati e regolamenti l’Europa è finita. Costruire un’Europa diversa non sarà facile ma l’Italia farà la sua parte. 

Un discorso peggio che vuoto, un discorso basato sul nulla. Non perché non dica sostanzialmente il vero, ma semplicemente perché non dice COME vorrebbe cambiare questa Europa. Un post così è accettabile da un comune cittadino (a digiuno di diritto internazionale), ma non dal Presidente del Consiglio che dovrebbe proporre soluzioni politiche specifiche e concrete. Se vuole cambiare qualcosa è lui l’uomo che dovrebbe dire sia cosa che come (ammesso e non concesso che di Europa e Trattati sappia davvero qualcosa). Se non è capace di farlo che si levi rapidamente dai piedi prima che sia troppo tardi. 

Un post simile è dunque l’equivalente dello slogan “cambia verso”. Una supercazzola degna del grandissimo Ugo Tognazzi che lascia stupiti gli interlocutori meno attenti che pensano di aver sentito chissà quale verità e profondità. Qualcuno però dovrebbe spiegare a Renzi che le supercazzole non vanno scritte ma solo dette a voce. Così il lettore termina il post e dopodiché inizia inevitabilmente a rileggerlo per capire come vuole intervenire il Presidente. Peccato che a quel punto si scopra che non è stato detto assolutamente nulla.

Appare più patetico che disarmante sentir dire che l’Italia farà la sua parte mentre nessun esponente del Paese è invitato agli incontri sul nostro futuro che sono riservati ad Hollande e Merkel. Renzi neppure si infastidisce per questo comportamento come se il resto dei Paesi contassero meno di Francia e Germania.

Inoltre, mentre Tsipras (purtroppo) in vista del suo referendum non parlava di Grexit ma solo di un’Europa che finalmente sappia abbandonare la politica di austerità, Renzi ha vaneggiato di derby Euro-Dracma appoggiando apertamente i creditori di Atene ed osteggiando la lotta Greca. Insomma un paese gravemente indebitato come l’Italia e pesantemente danneggiato dalle politiche economiche imposte da Bruxelles avrebbe dovuto e potuto schierarsi per un cambio di rotta Europeo ma nella sostanza non lo ha fatto. Renzi, solo dopo la vittoria del “no” in Grecia, fa la grande “sparata” con il post di cui stiamo parlando. Per far credere ai più sprovveduti di essere stato sempre contro l’austerità e di essere un paladino della lotta per cambiare l’Europa. Ed allora che vuole fare adesso Renzi? Al netto delle supercazzole che lo spieghi al Paese.

Siamo prigionieri di burocrati e di regolamenti dice il cameriere di Rignano (per usare una definizione gradita all’amico Gabriele Chiurli). Ed allora, di grazia, quali sono i regolamenti che vuole cambiare? Come vuole cambiarli? Chi sono i burocrati a cui vuole smettere di leccare il fondo schiena?

Peraltro io sarei preoccupato anche dei Trattati visto che non sono solo i regolamenti ad imporre l’austerità (Renzi probabilmente non è in grado di distinguere le due diverse tipologie di fonti normative). Comunque, al netto di tutto, Renzi che vuole fare? Vuole forse cambiare il patto di stabilità e crescita? Vuole abolire il vincolo del 3% nel rapporto deficit-pil (che a breve diverrà un drammatico 0,5% che schianterà anche la stessa economia tedesca se pienamente rispettato) oppure vuole eliminare il divieto della banca centrale di fungere da prestatore senza limiti di ultima istanza in favore degli Stati. Oppure (meglio) vuole fare entrambe le cose?

Insomma un’Europa diversa è ampiamente possibile con due semplici mosse che cambierebbero di colpo la situazione mettendo fine alla crisi (fermo restando che chi scrive ritiene il progetto europeo incompatibile con la Costituzione in quanto essa, con la sua rigidità prevista dai padri costituenti, vieta le cessioni di sovranità).

Dunque è arrivato il momento che Renzi ci dica cosa vuole fare da grande: lo statista o il cameriere?Siamo stufi di supercazzole e sinceramente Tognazzi ci faceva molto più ridere.

E per consolarci riguardiamo proprio il grande Tognazzi:

 

http://youtu.be/JU-QZ7yoyd4


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