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Le Pen, la Giustizia chiude la porta: ineleggibilità immediata e addio alle urne (per ora)
Francia, Le Pen fuori gioco per il 2027: la giustizia conferma l’ineleggibilità immediata e cerca di decidere le elezioni per via giudiziaria. Ecco perché la sua corsa all’Eliseo è (quasi) impossibile e chi prenderà il suo posto.

Il Consiglio di Stato francese ha messo la parola fine, almeno per il momento, alle speranze di Marine Le Pen di ribaltare la sua condanna all’ineleggibilità. Con una decisione che sa di pietra tombale sulle sue ambizioni a breve termine, l’alta corte amministrativa ha respinto il ricorso della leader del Rassemblement National, confermando l’esecutività immediata della pena che la esclude da qualsiasi competizione elettorale.
Una mossa che, guarda caso, arriva in un momento politico complesso per la Francia e che di fatto neutralizza, via tribunale, una delle principali figure dell’opposizione.
La vicenda giudiziaria, che si trascina da tempo, aveva visto la Le Pen condannata lo scorso marzo a una pena pesante: cinque anni di ineleggibilità, con l’aggiunta di una clausola di “esecuzione immediata”. Questo significa che, a differenza di quanto accade spesso, non bisogna attendere l’esito dei successivi gradi di giudizio per applicare la sanzione. Risultato? Cancellazione quasi istantanea dalle liste elettorali già ad aprile.
La leader della destra francese aveva tentato la carta della “questione prioritaria di costituzionalità” (QPC), sostenendo che l’applicazione automatica di questa pena fosse in contrasto con principi fondamentali come:
- La libertà di candidatura.
- La libertà di scelta degli elettori.
In pratica, si contestava un meccanismo del Codice Elettorale che, secondo i legali della Le Pen, permette di eliminare un avversario politico per via giudiziaria prima ancora che la sua colpevolezza sia definitivamente accertata. Un dettaglio non da poco in una democrazia. Curiosamente, la richiesta di abrogare queste disposizioni era stata respinta dall’allora Primo Ministro, François Bayrou, figura non certo vicina alla Le Pen.
Il Consiglio di Stato, però, non ha ritenuto che la questione meritasse l’attenzione del Consiglio Costituzionale, chiudendo di fatto la porta a questa linea difensiva.
Cosa succede ora?
La partita legale non è completamente chiusa, ma i tempi della giustizia raramente coincidono con quelli della politica. Marine Le Pen dovrà affrontare un nuovo processo d’appello a partire da gennaio presso la Corte d’Appello di Parigi. La sentenza è attesa entro l’estate del 2026.
Allo stato attuale la condanna, emessa a marzo 2025, è diventata pienamente operativa con la decisione del Consiglio di Stato di ottobre 2025. Da questo momento scattano i cinque anni di stop. Facendo un rapido calcolo, il periodo di ineleggibilità coprirà tutto il 2026, il 2027 (anno delle elezioni presidenziali), il 2028, il 2029 e buona parte del 2030. La strada per l’Eliseo è, di fatto, sbarrata. Non potrebbe neppure ripresentarsi nel caso di elezioni politiche anticipate alla Camere. Un aiutino al governo Lecornu da parte dei giudici.
Questo è verdetto che, al di là delle aule di tribunale, avrà un impatto fortissimo sulla politica francese dei prossimi anni, ridisegnando gli equilibri e le strategie in vista delle prossime scadenze elettorali. Tra l’altro domani l’ex leader di Les Republicaines ed ex presidente, Nicolas Sarkozy, andrà in carcere, sempre per un’altra contestata decisione della magistratura che lo ha assolto per un reato, ma non dalla relativa associazione a delinquere. Adesso la palla passa a Jordan Bardella che, non potendo la Le Pen, sarà il giovane candidato del Rassemblement Nationale all’Eliseo.

Jordan Bardella, attualmente MEP, futuro candidato del Rassemblement National alle Presidenziali 2027 (ritratto Ufficiale PE)
Domande e Risposte per i lettori
1) Cosa significa concretamente “ineleggibilità con esecuzione immediata” per Marine Le Pen? Significa che, nonostante il suo processo d’appello sia ancora in corso, la sanzione accessoria dell’ineleggibilità è già attiva. Di conseguenza, non può candidarsi a nessuna elezione (presidenziali, legislative, europee, ecc.) e non può ricoprire alcun mandato pubblico. La sua cancellazione dalle liste elettorali è la diretta conseguenza di questa clausola, che impedisce di attendere la sentenza definitiva. In pratica, è fuori dai giochi politici attivi fino a una possibile, ma non scontata, riforma della sentenza in appello.
2) Questa decisione è definitiva o ci sono altre vie legali possibili? Questa specifica decisione del Consiglio di Stato, che ha rifiutato di trasmettere la questione al Consiglio Costituzionale, chiude il capitolo del ricorso amministrativo contro l’immediata applicazione della pena. Tuttavia, la battaglia legale principale non è finita. Il processo d’appello sulla condanna penale (che include anche quattro anni di reclusione, di cui due con sospensione condizionale, e una multa) inizierà a gennaio. Se la Corte d’Appello dovesse annullare o modificare la condanna originale, anche la pena dell’ineleggibilità potrebbe essere revocata o ridotta.
3) Quali sono le accuse originali che hanno portato a questa condanna? La condanna di Marine Le Pen, insieme ad altri membri del suo partito, è legata al caso dei cosiddetti “assistenti parlamentari europei”. L’accusa principale è quella di aver utilizzato fondi del Parlamento Europeo, destinati a retribuire assistenti parlamentari, per pagare personale che in realtà lavorava per il partito in Francia. Questo è stato configurato come un reato di appropriazione indebita di fondi pubblici, portando alla severa condanna che ora ne sta compromettendo la carriera politica.

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