Energia
Le nuove sanzioni USA sul petrolio russo fanno paura: l’India corre a diversificare
Gli USA hanno preparato una nuova tornata di sanzioni durissime sul petrolio russo. per questo Cina e India cercano di diversificare
Gli Stati Uniti si apprestano a imporre alcune delle sanzioni più dure mai applicate all’industria petrolifera russa, secondo quanto riportato dalla Reuters.
Secondo un presunto documento del Tesoro americano che circola tra gli operatori commerciali in Europa e in Asia, le sanzioni riguarderebbero circa 180 navi, diversi alti dirigenti del settore petrolifero russo, decine di operatori commerciali e due importanti compagnie petrolifere.
Se applicate, le sanzioni interromperebbero gravemente le esportazioni di petrolio russo verso India e Cina, i maggiori acquirenti di greggio russo. Le sanzioni potrebbero anche dare a Trump una maggiore influenza nei negoziati futuri, nel tentativo di porre fine alla guerra in Ucraina.
Ovviamente questi due paesi stanno intraprendendo dei percorsi per evitare di trovarsi scoperti nelle forniture di petrolio.
L’anno scorso, l’India ha brevemente superato la Cina come maggior acquirente di greggio russo. Tuttavia, a novembre le importazioni indiane di petrolio russo sono crollate del 55% su base annua, raggiungendo il punto più basso dal giugno 2022.
Questo potrebbe essere il risultato del tentativo del Paese di diversificare le proprie forniture di petrolio per evitare di dipendere da un unico Paese. A novembre, durante una visita in Guyana, il primo ministro indiano Narendra Modi ha dichiarato che il suo governo considera la Guyana un elemento chiave per la sicurezza energetica dell’India. Modi ha detto a una seduta speciale del Parlamento che considera la Guyana un’importante fonte energetica e che incoraggerà le grandi imprese indiane a investire nel Paese.
La Guyana non ha immediatamente esaudito il desiderio di Modi, ma il Ministro degli Affari Esteri indiano Jaideep Mazumdar ha dichiarato che i colloqui continueranno e che un accordo di questo tipo garantirebbe “una maggiore prevedibilità”. Il ministro delle Risorse naturali della Guyana, Vickram Bharrat, ha dichiarato ai giornalisti che la Guyana è disposta a fornire all’India una grande quantità di greggio, se Exxon Mobil, il principale operatore della produzione petrolifera offshore della Guyana, acconsentirà a tale accordo.
“Sappiamo che la Exxon dovrà apportare alcune modifiche al suo programma di sollevamento e alla sua logistica, perché la sua preferenza è per le navi molto grandi che possono ospitare due milioni di barili, soprattutto a causa della distanza e dei costi”, ha detto Bharrat. Attualmente la produzione della Guyana è di oltre 600 mila barili al giorno.
La sicurezza energetica dell’India è stata gravemente compromessa dal conflitto in corso in Medio Oriente. Mentre ultimamente l’attenzione si è concentrata sulle crescenti importazioni di petrolio russo da parte dell’India, in realtà il Paese acquista la maggior parte del suo petrolio dal Medio Oriente.
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