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Le linee aeree stanno cercando di far cancellare i diritti dei passeggeri nella UE. Ci riusciranno
Sino ad oggi i passeggeri dei voli in ritardo di oltre tre ore hanno potuto chiedere un rimborso tra i 250 e i 600 euro nella UE per il compenso dei danni, ma questo potrebbe diventare presto solo storia grazie alla pressione delle ricche lobby delle compagnie aeree che, con uomini e denaro, possono tutto a Bruxelles.
Secondo quanto riportato da Politico la presidenza ceca dell’UE ha lasciato intendere che intende rianimare le discussioni, ormai morte da tempo, sulla revisione delle norme comunitarie in materia di risarcimento per i ritardi aerei, dopo che i negoziati si sono arenati per anni a causa di una disputa tra Regno Unito e Spagna sull’aeroporto di Gibilterra.
Sebbene alcuni sperassero che l’uscita del Regno Unito dall’UE avrebbe sbloccato il dossier, le discussioni non sono andate avanti, causando frustrazione tra i vettori per i quali la legislazione favorevole ai consumatori è una delle principali preoccupazioni.
Le compagnie aeree sostengono da tempo che è ingiusto essere costrette a pagare centinaia di euro per un ritardo che probabilmente ha avuto un impatto trascurabile sul viaggio di un viaggiatore. Inoltre, sottolineano che il risarcimento è in genere molto più alto del prezzo del biglietto. Peccato che non considerino che, magari, il passeggero abbia subito un danno rilevante dal ritardo stesso.
“Penso che tutti siano d’accordo sul fatto che se si pagano 50 euro per il biglietto e se ne ricevono indietro 300, non è giusto“, ha dichiarato Thomas Reynaert, amministratore delegato della lobby industriale Airlines for Europe (A4E) con sede a Bruxelles. “Non ha senso”.
La Commissione europea ha già tentato di riformare la legislazione, pubblicando una proposta riveduta nel 2013 che raccomanda una finestra di cinque ore prima che scatti il risarcimento e fornisce esempi di “circostanze straordinarie” in cui una compagnia aerea non sarebbe tenuta a pagare. Il fatto reale, sconosciuto ai più in Italia, è che le compagnie sono a capo di una influente lobby per cui è facile per loro fare pressione sui funzionari per ottenre un po’ tutto quello che vogliono.
Steven Berger, responsabile legale del gruppo di consumatori BEUC con sede a Bruxelles, ha sostenuto che la normativa deve essere ulteriormente rafforzata, non indebolita, e ha affermato che il risarcimento dovrebbe essere automatico. Ha inoltre contestato l’affermazione delle compagnie aeree secondo cui un ritardo o una cancellazione non hanno un grande impatto su un viaggiatore. “Se si va dalla Lituania al Portogallo per 30 euro e si rimane intrappolati per due giorni tra un volo e l’altro, è giusto ricevere solo [pochi] euro di risarcimento? Dobbiamo mantenere il livello di compensazione e rafforzare l’applicazione”.
L’abbassamento dei rimborsi non farebbe altro che aumentare il gioco d’azzardo, già presente, delle compagnie aeree che vendono voli teorici a basso prezzo, spesso ben coscienti di non poter garantire il servizio, soprattutto in questi momenti di confusione sul mercato. Al contrario un mercato corretto richiederebbe che le compagnie aeree, come qualsiasi altra attività commerciale, avverassero i propri contratti o ne pagassero per intero i danni derivanti. Tutto questo avverrebbe con il beneplacito della Commissione. Del resto si sa che la Commissione è dalla parte della lobby più forte.
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