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Le Indagini sui commissari Banca Etruria: la punta dell’Iceberg degli intrallazzi bancari

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Gli scorsi giorni sono stati scossi dalle notizie circa le indagini in corso sui commissari di Banca Etruria. Le accuse sono molto precise e, viste nell’ottica complessiva, estremamente gravi: si tratta dei famosi NPL; in questo caso per un valore di 301,7 milioni, ceduti a FONSPA per 49,2 milioni. La vendita è acaduta a novembre 2015, una settmana prima della risoluzione bancaria voluta dal governo Renzi. L’accusa per i commissari è di Abuso in Atti d’Ufficio, perchè la cessione sarebbe avvenuta volando i doveri dei commissari e senza tener conto delle condizioni di mercato e delle offerte alternative. In pratica avrebbero preferito un’offerta alle altre, in violazione dei propri poteri e doveri.

La vendita venne effettuata a solo il 14% del valore nomina,e e questo ha portato ad un esposto da parte degli obbligazionisti depauperati dalla banca e non successivamente rimborsati. Si calcola che la perdita sia stata di circa 70 milioni di euro, pari a quanto hanno perso gl obbligazionisti e questo spiega bene la ragione per cui quest’operazione è importante per i creditori, Però c’è un altro motivo per cui è importante: i calcoli derivati da questa cessione furono presi come base per la valutazione complessiva di tutte le sofferenze delle banche risolte (Banca Etruria , CariChieti, CariFerrara e Banca Marche). Una valutazione distota ha portato un danno enorme ad azionisti ed obbligazionisti, milioni di euro buttati al vento, o meglio consegnati agli speculatori internazionali che si occupano della gestione degli NPL.

Alla guida di FONSPA si sono succeduti grandi nomi della finanzia italiana: Piero Gnudi, Lorenzo Bini Smaghi (ex BCE) ed il presidente dello IOR, la Banca Vaticana, Jean Baptiste de Franssu. La valutazione di FONSPA fu basata su una svalutazione del 86%, mentre Banca d’Italia aveva valutato la svalutazione dei titoli pari a solo il 76%. Un 8% in più, che è finito nelle tasche di FONSPA. Milioni e Milioni tolti agli obbligazionisti.

La possibilità di poter costruire queste speculazioni, questi arricchimenti impropri, è figlia direttamente della volontà della BCE, appoggiata da una parte del parlamento europeo, di obbligare alla cessione, a qualsiasi costo, degli NPL;, delle sofferenze, o ad un loro azzeramento immediato. Praticamente la BCE vorrebbe un mondo fatato in cui le banche possono fare prestiti senza rischio d’impresa, senza modalità di gestione delle sofferenze per via interna e graduale. Un mondo fatato in cui le banche non sono banche, un desiderio che si tradurrà solo in pesanti perdite per creditori ed azionisti bancari o in una forte stretta creditizia che viene a coincidere con un momento di difficoltà economica e di stagnazione. Una vera e propria manovra prociclica che indica quanto a Bruxelles ed a Francoforte poco interessi dell’economia reale e dei cittadini di questa sfortunata Unione.

 

 


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