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Le dovute integrazioni alla versione di RAI3 su Kavanaugh e Trump, 25.09.2018

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Vorrei integrare quanto ieri notte detto da Giovanna Botteri su quanto sopra, visto che ritengo tale intervento “live” al telegiornale della notte dell’inviata Rai di stanza a New York – che, noto, sembra essere di tendenze anti trumpiane – non esaustivo e quindi in grado di orientare in modo potenzialmente forviante gli ascoltatori. Mi sono premunito di registrare l’intervento televisivo di Giovanna Botteri su RAI3 delle ore ca. 00:47 del 25.09.2018

Ecco dunque le integrazioni:

– i recenti attacchi al giudice Kavanaugh si riferiscono a presunti abusi sessuali accaduti in periodi del liceo (come ha correttamente indicato Giovanna Botteri), ma senza specificare che si riferiscono a fatti accaduti 30 o 35 anni fa.

– La principale accusatrice, la dr.ssa Ford, vicina ad ex membri dello staff di Obama (cfr. Richi Seidman) oltre ad essere attivista di sinistra, non ricorda nè la data nè il luogo dove il supposto abuso sarebbe avvenuto, comunque durante un party avvenuto quando Kavanaugh era minorenne.

– I testimoni citati dalla dr.ssa Ford non hanno confermato la versione della sospetta abusata, non ricordando tale “scandaloso evento”.

– E’ emerso da eminenti ex rappresentanti delle istituzioni legate alla Suprema anche il dubbio che possa essersi trattato di uno scambio di persona, visto che c’era un collega di università molto somigliante a Kavanaugh

– La stessa FBI si è rifiutata di indagare un fatto accaduto – nel caso della dr. Ford – circa 35 anni fa, principalmente a causa dell’assenza dei dettagli sulle necessarie condizioni al contorno (luogo, data, testimoni ecc.).

– Va ricordato che prima della nomina di Kavanaugh alla Corte Suprema, pur essendo tale giudice già alto rappresentante della magistratura USA, nessuno ebbe a lamentarsi ufficialmente degli abusi commessi in passato.

Relativamente agli altri supposti abusi dell’immagino futuro giudice della Corte Suprema che stanno incredibilmente emergendo per la prima volta poche ora prima della conferma senatoriale, non sono disponibili molte altre informazioni sebbene sia ormai assodato che si tratti di 2 casi relativi al periodo universitario di Kavanaugh; per altro ancora non è chiaro se si sia trattato di abusi o di goliardia. Va per altro notato che l’avvocato che sta seguendo questi ultimi 2 casi sia lo stesso – M. Avenatti – che ha patrocinato la pornostar Stormy Daniels, colei che ha avuto – si suppone – rapporti sessuali con Donald Trump una decina di anni fa (Trump è stato sposato e divorziato più volte) e con cui ha concluso dietro lauto compenso un accordo di riservatezza ben prima della sua entrata in politica.

Chiaramente il giudice Kavanaugh nega categoricamente i fatti contestati, chiedendo – come giusto – prove. Aggiungendo – è apparso ieri/pubblicato oggi assieme alla moglie sui media – che lui, Kavanaugh, rimase vergine per tutto il periodo del liceo “e per diversi anni dopo”.

Interessante è l’interpretazione data da Giovanna Botteri sul motivo della difesa di Trump del giudice Kavanaugh oltre che sulla volontà presidenziale del licenziamento di Rod Rosenstein dal Dipartimento di Giustizia (in realtà le news che per prime hanno riportato ieri le suddette dimissioni dicono che sia stato Rosenstein stesso a dimettersi, news provenienti da una testata filo Dem e certamente non “amica” del presidente USA, ndr), visto che proprio il vice di Jeff Sessions è il referente di Robert Muller al Grand Jury sul Russiagate dopo la volontaria ricusazione del ministro della Giustizia: secondo Giovanna Botteri la scelta di Kavanaugh e le dimissioni di Rod Rosenstein servono dunque a Trump sia per evitare che emergano le evidenze delle collusioni russe nel Russiagate via Muller, che per evitare l’impeachment in forza della difesa data alla presidenza USA dalla Corte Suprema con maggioranza repubblicana.

Qui dissento sulla versione data:

– sul Russiagate, i fatti (e non le opinioni) sono che fino ad oggi NESSUNA nessuna incriminazione nè prova di collusione è emersa, le persone che sono state condannate lo sono principalmente per abusi fiscali, evasione ecc. (infatti il Grand Jury può indagare su tutto, sebbene il mandato iniziale sia molto stretto; è un po’ come attivare con tale strumento l’obbligatorietà di azione penale anche negli USA che invece in Italia esiste sempre, in USA invece no);

– sull’impeachment va invece ricordato che scatta solo se promosso dalla Camera dei deputati USA ma con l’approvazione finale con maggioranza di due terzi dal Senato (i repubblicani hanno ampia maggioranza al Senato, sembra anche prospettica, e la Corte Suprema in merito ha poteri molto limitati, essendo un processo di fatto politico)[anche alla luce di quanto deliberato dalla Suprema Corte – e dunque valido anche oggi – nel caso Nixon vs. United States (1993)].

Ricordo anche che, in relazione ad altre decisioni e nomine importanti là da venire, anche un pareggio nel voto senatoriale vedrebbe votare il vicepresidente USA, che è di norma a favore del governo (parlo soprattutto delle nomine alla Fed, ma non solo, ricordando che il giudice Kavanaugh sta per essere confermato dal Senato USA grazie alla chiara maggioranza trumpiana successiva alla morte di McCain il quale – incredibilmente, lui antitrumpiano – scelse prima di morire come suo successore un senatore vicino al Presidente USA, ndr).

Spero di aver dato una visione più completa ed esaustiva della situazione, dovutamente integrando la versione data da Giovanna Botteri, in modo che i lettori possano farsi autonomamente una propria opinione su quanto accaduto.

Mi permetto un unico commento personale: visto l’accanimento nel contrastare la nomina di Kavanaugh – con tutti i mezzi, nessun escluso – è matematicamente impossibile che non ci sia dietro dell’altro. Molto altro. Temo infatti che la nomina di Kavanaugh possa essere il trigger per scatenare una vera e propria offensiva contro l’ancienne regime non solo statunitense. E non parlo strettamente dei Dem USA.


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