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“Le ambasciate israeliane non sono più unn luogo sicuro”. L’Iran minaccia ritorsioni contro Israele, ma la situazione è complessa alle frontiere orientali

L’Iran afferma che le ambasciate israeliane non sono sicure e si riserva di attaccarle, ma non è sicuro quale sarà la portata della risposta. Anche perché ci sono tensioni e scontri alle frontiere orientali con il Pakistan

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Il Generale iraniano Yahya Rahim Safavi, il principale consigliere militare della Guida Suprema dell’Iran, ha ribadito le minacce contro le ambasciate israeliane nel mondo, affermando che nessuna di esse è più al sicuro.

Secondo l’agenzia di stampa Tasnim, affiliata alle Guardie Rivoluzionarie, Safavi ha affermato: “L’ombra della paura e del terrore incombe sulle terre occupate, e i sionisti vedono lo spettro della morte nei loro sogni ogni notte”.

Ha fatto queste osservazioni mentre a Teheran continua il dibattito su come vendicare l’attacco aereo di Israele del 1° aprile che ha ucciso sette ufficiali dell’IRGC nell’ambasciata iraniana a Damasco.

La leadership della Repubblica islamica, e in particolare la Guida Suprema Ali Khamenei, si trovano di fronte a un dilemma politico impegnativo: lanciare un attacco di rappresaglia con forza e rischiare una guerra più ampia, che potrebbe coinvolgere gli Stati Uniti, oppure esercitare la moderazione e cercare alternative meno drammatiche. Tuttavia, i proxy di Teheran nella regione, i suoi sostenitori interni e persino gli iraniani comuni che si oppongono al governo potrebbero vedere qualsiasi esitazione come un segno di debolezza.

Safavi ha sottolineato che 28 ambasciate e consolati israeliani sono stati temporaneamente chiusi a causa di minacce da parte dell’Iran e dei suoi proxy. Le chiusure “sono avvenute per paura, e significa che confrontarsi con questo regime brutale è un diritto legale e legittimo”.

Mentre l’IRGC e i suoi media chiedono a gran voce la guerra e una risposta rapida, i commentatori di Teheran sostengono un approccio misurato, avvertendo che l’attacco potrebbe essere una trappola per trascinare l’Iran in un conflitto diretto.

Nello stesso tempo il governo iraniano non può permettersi di fare nulla, ma, in qualche modo, deve reagire. Si tratta di un cammino molto sottile: una guerra generale rischia di coinvolgere gli USA, e non solo. Non fare nulla, o fare troppo poco, darà fiato ad un’opposizione interna sempre forte e deluderà le varie forze anti-israeliane nell’area. L’Ira

La situazione è resa più complicata dal fatto che, nei giorni scorsi, vi è stato uno scontro a fuoco vicino alle frontiere con il Pakistan, sempre più rotmentate, che ha portato alla morte di 10 guardie rivoluzionarie e 18 aggressori, in una situazione confusa che però fa capite come l’Iran sia in una situazione complicata che non richiede ulteriore benzina sul fuoco.

Gli attacchi israeliani hanno ucciso 18 alti ufficiali dell’IRGC da dicembre, una tendenza che è diventata difficile da spiegare da parte della Repubblica Islamica.


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