Cultura
L’austerità, cioè il trampolino di lancio di Hitler: il ruolo delle politiche di Brüning nell’ascesa del nazismo
Un nuovo interessante studio economico mette in evidenza come se il governo del cancelliere Heinrich Brüning avesse affrontato la crisi del 1929 senza austerità, ma con espansione, avrebbe ridotto disoccupazione e crisi economica, rendendo molto più improbabile l’ascesa al portere del partito Nazionalsocialista e di Hitler.
La storia dell’ascesa al potere del partito nazista in Germania è complessa e legata a molti fattori. Tra le diverse cause, la crisi economica e sociale che colpì la Germania dopo la Prima Guerra Mondiale giocò un ruolo fondamentale. In particolare, le politiche di austerità implementate dal cancelliere Heinrich Brüning tra il 1930 e il 1932 ebbero un impatto devastante sull’economia tedesca, contribuendo a creare un clima di malcontento e instabilità che il partito nazista sfruttò abilmente per aumentare il proprio consenso.
Un recente studio di Ettmeier et al. (2024) analizza in dettaglio l’impatto delle politiche di austerità di Brüning, l’allora cancelliere della Repubblica di Weimar. utilizzando un modello VAR bayesiano per stimare gli effetti di queste politiche sul PIL e sulla disoccupazione in Germania. I risultati dello studio mostrano che le politiche di austerità ebbero un impatto negativo significativo sull’economia tedesca, causando una diminuzione del PIL e un aumento della disoccupazione.
“Brüning’s policies impoverished the nation and were the wrong macroeconomic policy, setting the stage for the surge of political extremism.” questo è il titolo del paper, ed è tutto un programma. Spiea molto bene come la storia sarebbe un’ottima insegnate, se qualcuno seguisse le sue lezioni.
Il contesto storico:
Per comprendere appieno l’impatto delle politiche di Brüning, è necessario contestualizzarle all’interno della situazione economica e sociale della Germania del tempo. La Germania usciva dalla Prima Guerra Mondiale sconfitta e gravata da pesanti debiti di guerra che dovevano essere ripagati in moneta forte, legata all’oro, in un periodo di Gold Standard.
La Repubblica di Weimar, nata dalle ceneri dell’Impero tedesco, era fragile e instabile, minacciata da estremismi politici sia di destra che di sinistra. Inoltre questo stato veniva dall’esperienza dell’Iperinflazione dei primi anni trenta, che aveva spaventato i cittadini, pur essendo stato, storicamene, un fenomeno paseggero e superabile. Il resto degli anni venti era stato, anche qui, un periodo di crescita economica notevole, elgato anche all’export verso gli USA, oltre all’introduzione di nuove tecnologie e a un’esplosione industriale di notevole portata.
La crisi del 1929 colpì duramente la Germania, dipendente dai prestiti americani. La repentina interruzione del flusso di capitali dall’estero causò il collasso del sistema bancario tedesco e una grave recessione economica. In questo contesto di crisi, Brüning, convinto che la Germania dovesse dimostrare la propria solvibilità ai creditori internazionali, implementò una serie di politiche di austerità, con tagli alla spesa pubblica e aumenti delle tasse.
Si trattò della classica politica di austerità “Per confermare la propria credibilità”, parole che abbiamo sentito decine di volte in Italia, dove questo genere di politiche ha avuto lo stesso devastante risultato.
L’impatto delle politiche di austerità:
Lo studio di Ettmeier et al. (2024) mostra che le politiche di austerità di Brüning ebbero un impatto devastante sull’economia tedesca. La diminuzione della spesa pubblica e l’aumento delle tasse causarono una contrazione della domanda aggregata, con conseguente calo del PIL e aumento della disoccupazione.
“Brüning’s imposed austerity measures resulted in an additional 1.94 million individuals becoming unemployed and lowered Germany’s GDP per capita by 4.7 percent, exacerbating the severe economic hardship the country was already enduring due to the Great Depression and a banking crisis.”
“Le misure di austerità imposte da Brüning hanno portato alla disoccupazione di altri 1,94 milioni di persone e hanno abbassato il PIL pro capite della Germania del 4,7%, aggravando le gravi difficoltà economiche che il Paese stava già sopportando a causa della Grande Depressione e di una crisi bancaria”.
Ecco un grafico in cui viene visibilmente mostrato l’andamento del PIL e della disoccupazione in Germania, sempre tratto dal paper, e quindi la spesa pubblica tedesca nel periodo di nostro interesse:
L’aumento della disoccupazione e la diffusa povertà crearono un terreno fertile per il malcontento sociale e la crescita del consenso verso i partiti estremisti, tra cui il partito nazista. Hitler e i suoi seguaci offrirono soluzioni semplici a problemi complessi, promettendo di ripristinare la grandezza economica e il prestigio della Germania. La propaganda nazista sfruttò abilmente la frustrazione e la rabbia della popolazione, individuando nei nemici interni ed esterni i responsabili della crisi.
Il legame tra austerità e ascesa del nazismo:
Lo studio di Ettmeier et al. (2024) non si limita a quantificare l’impatto economico delle politiche di austerità, ma esplora anche il possibile legame tra queste politiche e l’ascesa del nazismo. Gli autori sostengono che le politiche di austerità di Brüning contribuirono a creare un clima di instabilità politica e sociale che favorì la crescita del partito nazista.
“The economic distress caused by Brüning’s austerity measures likely contributed to the rise of the Nazi party, which promised to restore Germany’s economic and political power.”
“Le difficoltà economiche causate dalle misure d’austerità di Brüning contribuirono alla crescita del partito Nazista, che prometteva di di restaurareil potere politico ed economico della Germania”
La crescente disoccupazione e la povertà diffusero un senso di insicurezza e paura nella popolazione, che si sentì abbandonata dalle istituzioni democratiche. Il partito nazista, con la sua retorica nazionalista e autoritaria, offrì una falsa soluzione a questi problemi, promettendo ordine e prosperità.
I ricercatori si sono mossi nell’applicare anche l’analisi VAR per valutare cosa sarebbe successo in assenza di politiche di austerità: se Brüning avesse proseguito con il livello di spesa pubblica ante 1929, che cosa sarebbe successo a disoccupazione e PIL? Ecco due grafici che mostrano un passato alternativo che non si è realizzato:
Considerando le mediane avremmo avuto almeno un 4% in più di PIL e un 2% in meno di disoccupazione, ma le cose sarebbero anche potute andare meglio, con valori doppi nel minor impatto sulla disoccupazione e sul calo dell’economia nazionale tedesca. Purtroppo Brüning scelse una strada diversa, e non lo sapremo mai.
È importante sottolineare che le politiche di austerità non furono l’unica causa dell’ascesa del nazismo. Altri fattori, come il risentimento per la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, il diffuso antisemitismo e la debolezza delle istituzioni democratiche, contribuirono alla crescita del partito nazista. Tuttavia, lo studio di Ettmeier et al. (2024) fornisce una nuova prospettiva sulla storia dell’ascesa del nazismo, evidenziando il ruolo cruciale giocato dalla crisi economica e dalle politiche di austerità.
Conclusioni:
Lo studio di Ettmeier et al. (2024) offre un importante contributo alla comprensione delle cause dell’ascesa del nazismo in Germania. Le politiche di austerità implementate da Brüning ebbero un impatto devastante sull’economia tedesca, contribuendo a creare un clima di instabilità politica e sociale che favorì la crescita del partito nazista.
Purtroppo la storia non insegna nulla, o quasi: i governi europei sono sempre stati affascinati da divinità, come il pareggio di bilancio ottenuto con i tagli e le tasse, che da un lato hanno poi tradito, dall’altro li hanno portati all’auto distruzione. Eppure queste maligne, cattive, divinità sono sempre presenti nella politica, allora come oggi.
La memoria di questo periodo buio della storia tedesca rimane un monito sulle possibili conseguenze di politiche economiche recessive e sulla necessità di garantire la stabilità economica e sociale per preservare la democrazia. In un contesto di crisi economica, è fondamentale che i governi adottino politiche che sostengano la domanda aggregata e proteggano i più vulnerabili. L’austerità, come dimostra la storia, può avere conseguenze devastanti, non solo economiche ma anche sociali e politiche.
Quanto dei contrasti politici e razziali odierni nella UE sono proprio legati a politiche di forzata austerità che comprimono la ricchezza e fanno esplodere disoccupazione e sottoccupazione? Ovviamente questa domanda è troppo scomoda perché venga posta a livello governativo, in primis proprio dai politici di sinistra che, in teoria, dovrebbero temere maggiormente questi eventi d’instabiilità.
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