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L’alleanza “impossibile”

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Nei “salotti televisivi” e nei commenti elettorali la valutazione condivisa è che gli unici vincitori di queste elezioni siano M5S e Lega da cui la soluzione logica di un governo Salvini –Di Maio, basato sui punti in comune ed sulla constatazione che sarebbe una delle poche coalizioni che potrebbe avere una maggioranza. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, che al momento escludono tale coalizione, ci sono però degli elementi che la rendono per ora impossibile o almeno grandemente improbabile.

1) I 5S hanno cambiato radicalmente linea (ordini esterni?) nell’ultimo anno posizionandosi da una atteggiamento antisistema ad uno di garante del sistema e ciò vale il primo luogo nei confronti della UE.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/09/m5s-europa-sul-blog-il-785-dice-si-entrata-alde-di-maio-portiamo-avanti-battaglie-prescindere-da-gruppo/3304119/

Sentire recentemente Di Maio a Londra promettere ai finanzieri pignoramenti più rapidi dei beni degli italiani in difficoltà,  ha messo i brividi.

2) La priorità indicata da 5S è un accordo a Sinistra in caso di fallimento si ripiegherebbe sulla Lega… che naturalmente aspira sopratutto a fare la ruota di scorta alle ambizioni di Di Maio.

3)L’atteggiamento della dirigenza 5S nei confronti di una trattativa  rende l’eventuale trattativa assurda e surreale.”I ministri li abbiamo già decisi, il programma pure. Di Maio fa il Primo Ministro chi ci sta può accordarsi con noi.” Su queste basi Salvini, Bagnai, Borghi, Siri ect che hanno finalmente vinto l’OPA nel centrodestra, dovrebbero fare il valletti di uno steward dello stadio che non è nemmeno riuscito a laurearsi in giurisprudenza in 10 anni, non facendo altro? La Lega ha una classe amministrativa con cui governa (assai meglio della media italiana) regioni e centinaia di comuni i 5S no (e si vede) non si capisce bene perché dovrebbe mai accettare una posizione subalterna in nome di autoproclamata maggiore purezza o del bel faccino di Di Maio oltre ovviamente rompendo un’alleanza già concordata con un programma concordato ed in cui ha pure l’azionariato di maggioranza.

4) La distribuzione del voto di queste elezioni è anche figlia di una promessa elettorale, che lo si voglia ammettere o no, come il successo passato di Renzi fu figlio degli 80 Euro. In un Sud con livelli di disoccupazione altissimi specie giovanili il reddito di cittadinanza è un miraggio a cui ovviamente e logicamente aspirano in decine di migliaia anzi in centinaia. Peccato che… al contempo Di Maio abbia promesso che non violerà i vincoli europei… da dove verranno i soldi? Dai risparmi sugli sprechi! Ma non scherziamo: con questa impostazione ed in questa situazione è impossibile, ammesso di individuarli immediatamente tutti questi sprechi, di ottenere decine di miliardi, bisogna tener conto che se risparmi ci saranno serviranno per alimentare prima di tutto il famoso 3% annuo di riduzione del deficit evitando le sanzioni dei trattati (che Di Maio ha detto di voler rispettare), e poi servirebbero semplicemente per fare provvedimenti urgenti per fermare il degrado sempre più evidente di tutta la struttura pubblica, dalle vie alle fogne, agli ospedali, alle ferrovie, alle scuole, ect ect ect.( tenete presente che pur essendoci ancora sprechi per sanità, scuola, ricerca e infrastrutture l’Italia SPENDE  da tempo MOLTO MENO degli altri paesi europei). Per cui la risposta è ovvia: da un appesantimento di una tassazione, già insopportabile, ovviamente nelle aeree più ricche e dove il movimento ha meno consenso, peccato che sia la politica fiscale opposta a quella promessa da Salvini. A  cìò c’è da aggiungere a questo un’altro aspetto chel’attenzione dei 5 S in tema di fisco si è in effetti appuntata sui patrimoni più che sui redditi, ed il patrimonio maggiore degli italiani sono le case, la richiesta di colpirlo  per garantire  il debito  pubblico viene pressante da tempo da Bruxelles e  da Berlino. In questa prospettiva l‘uscita londinese di Di Maio sui pignoramenti rapidi non sarebbe casuale. Si potrebbe obiettare che anche Salvini ha fatto promesse al Sud, ma esse andavano principalmente nella direzione di liberare da cesoie burocratiche fiscali e normative (sopratutto frutto degli ordini da Bruxelles) le attività produttive del Sud e di proteggerle dalle normative e politiche europee al fine di far riprendere la domanda di posti lavoro e nel contempo di stimolare il PIL con metodi Keynesiani (su questo  Di Maio sarebbe d’accordo), non nella direzione di un assistenzialismo di massa. Per di più è chiara l’intenzione leghista di reperire principalmente i fondi tagliando gli “oneri e i vincoli” europei attuali, altro che 3% di tagli all’anno e rispetto dei trattati! Curiosamente se il programma dei 5S venisse attuato, pagato ovviamente da un aumento della pressione fiscale nel Nord, contribuirebbe ad una rottura definitiva, perché sociale, economica e politica dell’Italia, (per capire date un’occhiata alla distribuzione dei voti e, a proposito, le politiche europee non dovevano unire?) più di tutti i proclami velleitari di Bossi nel passato.

L’unica possibilità per cui vedo un accordo tra Lega e 5S possibile sono questi due fattori: la pressione esterna esogena sui 5S oltre che un fattore temporale e politico endogeno sulla Lega.
Cominciamo dall’ultimo. Dopo elezioni di aprile in Friuli che segneranno quasi certamente una nuova vittoria della Lega e del centrodestra e la presa della Lega su tutta la coalizione aumenterà. Il ricatto Berlusconiano basato sulla caduta delle regioni governate assieme si troverà bloccato dalla ferma opposizione degli eletti di FI in 4 regioni che dovrebbero rinunciare al seggio elettorale rompendo con la Lega per seguire le direttive del nobile padre ottuagenario: e questo darebbe più libertà di azione a Salvini come capo del centrodestra.
Sull’altro fronte, quello dei 5S, il fattore di cambiamento potrebbe essere esogeno. Le alleanze e i riferimenti internazionali della Lega di Salvini sono noti ed arcinoti e molto discussi. Quelli dei 5S sono fumosi, qualche maligno sussurra che siano i Rothchild, altri i servizi inglesi preBrexit, altri gli americani e chi più ne ha più ne metta, probabilmente sono molteplici ed ambigui. Comunque sia, la possibilità sarebbe che tali referenti, od una parte di essi se esistono, “suggerissero” ai capi dei 5S, che sono i veri padroni del movimento, di cambiare di nuovo linea in senso antiUE specie alla presenza di un’aumentata richiesta di austerità tedesca (probabilissima con l’uscita di Draghi).

Il tutto è possibile, ma non probabile.


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