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LAGARDE: MEGLIO IL LAVORO CHE I RISPARMI. Entrambi no?

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Chi pensava che il cambiamento di guida alla BCE potesse modificare le politiche monetarie della Banca Centrale rischia di restare profondamente deluso. I primi discorsi della neopresidente Christine Lagarde presentano una “Draghi 2.0”,che non cambierà la politiche monetarie della Banca Centrale.

“Condividiamo una valuta, ma non condividiamo molto della politica di bilancio ora” “Quelli che hanno spazi di manovra, quelli che hanno dei surplus di bilancio, per dire la Germania ei Paesi Bassi, perchè non utilizzano questi surplus per investire in infrastrutture= Perchè non investono nell’educazione? Perchè non investono nel’innovazione, permettendo un miglior ribilanciamento?”

Solitamente un governatore della Banca Centrale non fa nomi e cognomi, ma parla per casi generali, ad esempio “Chi ha surplus di bilancio dovrebbe…. “. Christine Lagarde non si è fatta problemi nel fare nomi e cognomi,mentre Draghi aveva parlato di stati che “Non hanno svolto le politiche necessarie”. C’è da dubitare che però queste parole possano portare effettivamente ad un cambiamento di politica di bilancio da parte di questi paesi forti.

Christine non si è però limitata a questo ed ha parlato anche dei tassi negativi. Rispondendo a chi ritiene che i tassi negativi condurranno alla fine dell’eurozona ha affermato che senza le politiche attuali ci troveremmo con una crescita minore  e più alta disoccupazione. A quindi terminato affermando che “Dovremmo essere più felici di avere un lavoro che di veder protetti i nostri risparmi” aprendo quindi la strada ad ulteriori ribassi dei tassi se giustificati da un teorico miglioramento dell’occupazione.

Questa politica provocherà un’ulteriore rottura fra gli stati più “Rigoristi” e quelli più morbidi dal punto di vista fiscale e monetario. Già il board della BCE era spaccato, con i paesi cuore contrari alla politica più espansiva:

Ora il problema è che TUTTI hanno ragione: ha ragione la Germania a voler tutelare i propri risparmiatori, ma ha ragione anche l’Italia  nel richiedere una politica monetaria e fiscale per il rilancio della propria economia. Se tutti hanno ragione ad avere torto è solo lo strumento che impedisce a ciascuno di conseguire il proprio bene. Quindi le strade sono tre:

  • la prosecuzione della repressione fiscale fino alla completa distruzione della coerenza all’interno del Board e la sua implosione. Ricordiamo che il mandato della Lagarde NON deriva da board, ma dall’Unione, quindi è una sorta di “Dittatrice” nel board, come Draghi ha spiegato bene evitando perfino di farlo votare;
  • la rottura dell’eurozona, ed ognuno torna a perseguire le proprie politiche;
  • un profondo e vero cambiamento delle regole che permetta alla BCE di seguire delle politiche personalizzate per singoli paesi, superando l’alibi dell'”Evitare di finanziare il debito pubblico di un paese”. La soluzione più logica.

Comunque la posizione della Lagarde provocherà delle rotture forti all’interno dell’Unione. Come dice l’ex ministro delle finanze belga, Johan Van Overtveldt, il controllo della BCE è il sogno proibito delle élitè francesi ed il timore è quello di piegare la banca centrale alle necessità politiche. Un vero e proprio incubo per i nordici.

 

 

 

 


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