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La Yellen ha quasi convinto il G7ad un’unica tassazione. Ora bisogna convincere gli altri 201 paesi…
Secondo fonti mainstream sembra che il sistema internazionale di tassazione delle società immaginato dal presidente Joe Biden e dal segretario al Tesoro Janet Yellen stia procedendo bene. dopo che l’amministrazione ha offerto una concessione chiave all’inizio di questo mese.
Dopo aver accettato di abbassare l’aliquota minima effettiva dal 21 al 15%, l’amministrazione Biden è prossima a concludere un accordo con gli altri membri del G-7 su un accordo fiscale internazionale che potrebbero poi portare al G-20 e all’OCSE per un suo allargamento. Secondo un rapporto di FT, un accordo che spiana la strada a un accordo globale potrebbe essere pronto già venerdì.
Un accordo limiterebbe seriamente la capacità delle società, soprattutto delle multinazionali d’Internet, di risparmiare denaro trasferendosi in giurisdizioni a bassa tassazione. Segue i piani del presidente Biden per i maggiori aumenti fiscali degli ultimi decenni per finanziare i suoi pacchetti infrastrutturali in due parti e multimiliardari implementati in conformità con lo slogan “Build Back Better” di Biden, nonché una serie di sentenze fiscali nei tribunali europei .
I funzionari statunitensi sono sempre più fiduciosi di avere la maggior parte dei loro colleghi del G-7 a bordo del piano, che finora ha ricevuto per lo più commenti di approvazione dai tecnocrati centristi in carica in Europa.
Anche nell’Italia notoriamente scettica, Daniele Franco, il ministro delle finanze italiano, che presiede il G-20, ha detto venerdì che l’ultima proposta degli Stati Uniti è “un altro passo importante” e che le prospettive per il regime fiscale erano “ora calcestruzzo.”
A dir la verità, nonostante l’ottimismo dei progressisti, esistono ancora un bel po’ di problemi:
- prima di tutto nella UE si tratterà di convincere paesi coe il Lussemburgo, l’Irlanda ed i Paesi Bassi che si sono arricchiti con la concorrenza fiscale;
- in secondo luogo il fatto che teoricamente le aliquote siano le stesse non significa che quelle praticate siano uguali. Un esperto di questo gioco è l’Irlanda: se non faccio controlli sui costi di trasferimento o sono estremamente morbida con la detraibilità dei costi applicherò delle aliquote molto più basse del dichiarato;
- quindi , dopo il G7, bisogna convincere solo gli altri 201 paesi al mondo. Già il Regno Unito non sembra così convinto, pensiamo quando si sposteranno a considerare i paesi asiatici o le micro -nazioni europee o del Pacifico.
Quindi l’accordo ancora non c’è e, e mai ci sarà , potrà partire nella sua versione minima da ottobre. Inoltre il fatto che l’aliquota minima richiesta dalla Yellen si scesa dal 21% al 15% non rende automaticamente più semplice il realizzarsi dell’obiettivo, ma semplicemente ha lasciato più gioco ai paradisi fiscali europei e non.
A furia di cercare un accordo mondiale lo si è sgonfiato, e comunque non è detto che sia uniformemente accettato. Per fortuna che, secondo quanto affermano le fonti mainstream, questo sia un grande successo.
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