Attualità
La Von Der Leyen è così sicura di essere rieletta dopo la nascita de “I Patrioti”?
Nasce il nuovo gruppo sovranista che allarga la precedente esperienza di ID, Siamo sicuri che tutti vogliano rieleggere la Von Der Leyen nello stesso PPE? Cosa farà Giorgia Meloni?
La nuova legislatura, che ha portato a una forte riduzione dei Verdi e allo sviluppo delle componenti conservatrici nel parlamento europeo, porta qualche novità
Dalle ceneri del gruppo Identità e Democrazia nasce Patrioti per l’Europa. Il nuovo gruppo identitario del Parlamento europeo, costituito oggi, è già diventato il terzo per numero di membri, superando il giorno della sua costituzione i Liberali di Renew (76) e i Conservatori e Riformisti Europei (ECR) (78), dietro solo ai Popolari (188) e ai Socialdemocratici (136). La creatura politica del Primo Ministro ungherese, Viktor Orbán, ad oggi (8 luglio), può contare su 84 membri di 14 partiti nazionali di 12 Paesi membri, tra cui l’Italia. A rappresentarla sarà la Lega, con il neoeletto Roberto Vannacci tra i sei Vicepresidenti dietro al primo Presidente di Patrioti per l’Europa, il leader della destra sovranista francese Rassemblement National, Jordan Bardella, che ieri sera (7 luglio) ha visto sfumare la possibilità di diventare il nuovo capo del Governo francese e ora resterà a Bruxelles per guidare il fronte sovranista.
Componenti del nuovo gruppo sono, iniziando dagli ex membri di ID:
- 30 francesi di Rassemblement National,
- 8 italiani della Lega,
- 2 portoghesi di Chega,
- 6 olandesi del Partito della Libertà (PVV),
- 3 belgi di Vlaams Belang 1
- 1 danese del Partito Popolare
- 10 ungheresi di Fidesz ,
- 7 cechi di ANO 2011 (ex Renew)
- 6 austriaci del Partito Austriaco della Libertà
- 6 spagnoli di Vox (che usciti dall’ECR sono stati decisivi per il sorpasso di Patriots for Europe sul gruppo conservatore di destra),
- l’ungherese György Hölvényi del Partito Popolare Cristiano Democratico (ex PPE e stretto alleato di Orbán)
- 2 cechi di Oath and Motorists ,
- 1 greco di “Voce della Ragione
- un membro di First Latvia .
Rimane esclusa la destra tedesca di AfD, nonostante il buon numero di membri, che cercherà di forma un proprio gruppo pescando fra i non iscritti più estremisti e che quindi sono stati esclusi da I Patrioti, ma che, comunque, possono andare bene per fare gruppo ed accedere alle risorse accessibili solo alle formazioni soprannazionali. Il motivo dell’esclusione lo capirete subito.
Siamo sicuri che Ursula Von Der Leyen verrà rieletta? L’ex presidente della Commissione si muove con sicurezza e pensa di poter isolare I Patrioti come fece con ID. Ma questi, insieme a ECR, contano 162 seggi, non molti meno di quanti ne ha il PPE. Come fa l’ex presidente della Commissione a pensare di poter andare avanti con il suo solito tran tran antidemocratico?
Inoltre facciamoci qualche domanda: siamo sicuri che Forza Italia, parte del PPE, sia disposta a votare con leggerezza una coalizione che comprende i socialisti e che strizza l’occhio ai verdi? Allo stesso modo, gli spagnoli e i greci, che si oppongono duramente ai socialisti nei propri paesi, con quanta gioia li appoggeranno al Parlamento Europeo? Ricordiamo che il voto per l’elezione del Presidente della Commissione è segreto e nell’urna, dove la Von Der Leyen e la disciplina del partito non ti vedono. Quanti berranno l’amaro calice di un presidente che è inquisito per il Pfizergate?
Chiediamoci anche quanti tedeschi voteranno per la propria candidata. La CDU-CSU attuale, di Friedrich Merz, non è quella della Merkel, che la elesse, ma esercita una secca opposizione alla coalizione verdi socialisti e liberali che la Von Der Leyen vorrebbe riesumare il parlamento. Ricordiamo che il leader della CDU Manfred Weber al PE è un mancato presidente della Commissione, tradito proprio dal proprio partito per eleggere la Von Der Leyen. Non sarà tentato di restituire il favore, confermando il saggio detto romano, che chi entra papa in conclave ne esce cardinale?
Un problema politico. La Von Der Leyen. Le ultime elezioni politiche nazionali e quelle europee hanno segnalato un grosso desiderio di inversione di rotta dei cittadini europei, stanchi dei proclami legati alle varia, spesso demenziali, politiche “Green”. C’è una volontà di tornare alla razionalità, a politiche non imposte dall’alto e alla ricerca di un benessere diffuso, non di un progressivo impoverimento. La secca sconfitta dei Verdi, un po’ ovunque, ne è stato un chiaro segnale.
La Von Der Leyen per quanto trasformista e attaccata al potere, è la persona meno indicata per questo cambio di rotta: come si può pensare chee cancelli direttive come “Casa green” che lei stessa ha fatto approvare anche solo pochi mesi fa? Se il PPE vuole veramente segnare un cambiamento politico deve puntare su un cavallo diverso, magari più simpatico proprio a Merz.
Che cosa faranno Giorgia Meloni e l’ECR. In questa situazione la posizione di Giorgia Meloni può risultare decisiva, se gioca bene le proprie carte e non si lascia allettare da promesse che poi, nella realtà, si rivelano false. Nella scorsa legislatura ECR fu spesso molto morbido con la Von Der Leyen, perchè i polacchi di PiS, dominus del gruppo, pensavano di poter essere più furbi di tutti e ammansire il PPE con un atteggiamento accondiscendente. Un errore clamoroso perché il PPE ha fatto una guerra durissima, supportato dai socialisti, contro il governo polacco, giungendo a minacciare il taglio dei contributi secondo la “Rule of Law”, che si applica solo agli avversari politici.
Ora Giorgia Meloni, con un gruppo più consistente e la vicinanza ai Patrioti, può permettersi di essere veramente rilevante nelle decisioni, ma solo se decide di non farsi abbindolare da promesse fatte, tanto per tornare ai toni curiali, in conclave. Qualsiasi promessa fatta il giorno delle elezioni scomparirà l’indomani, tranne che non vi sia una mano diretta di controllo nei giochi di palazzo di Bruxelles, ma questo può avvenire sono non accettando giochi imposti da politici ormai in dismissione.
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