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Euro crisis

La vittoria di Cameron e il futuro dell’Unione Europea (di Ardian Foti)

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Le dichiarazioni del Cancelliere dello Scacchiere Osbourne a cinque giorni dalla vittoria di Cameron non lasciano nulla alle intenzioni, anzi rimarcano appieno il programma elettorale dei Tory in merito al cambio di passo della politica europea del Regno Unito (http://mobile.reuters.com/article/worldNews/idUSKBN0NX1JD20150512?irpc=932).

Si rimarca la volontà britannica ad accelerare il referendum sull’ adesione prima del 2017, di modo da programmare meglio il piano governativo alle esigenze dell’ elettorato dei tories.

L’ esultanza della comunità finanziaria ed economica alla rielezione di Cameron viene accompagnata da una insofferenza totale verso le politiche cieche della UE in materie legate alla ripresa economica di buona parte degli stati membri, cui molti residenti londinesi appartengono, nonché da una incapacità delle istituzioni bancarie europee a rilanciare il credito alle imprese, ad agevolare gli scambi finanziari senza ecessive compliance e ad abbandonare le stringenti politiche di contenimento dei deficit strutturali con politiche di rilancio delle industrie e del tessuto produttivo reale.

Londra è divenuta ormai la capitale globale dell’ economia reale, non vuole rinunciare al suo capitale primario fatto di uomini di capitali, pertanto vuole e richiede una rivisitazione dei trattati europei fondata su ragioni geopolitico economiche oltre che di natura puramente migratoria.

 

Il primo a mostrarsi malleabile e aperto alla revisione delle regole è stato il ministro delle finanze tedesche Schauble. Ora, che abbia scavalcato la Merkel, Juncker, Mogherini e Steinmeier, persino in materie legate alla sopravvivenza dell’ Unione Europea significa che la Germania o non rispetta i protocolli internazionali tra ministri degli esteri e ne vuole diminuire la portata storica delle frasi di Osbourne, oppure la questione fondamentale per la Germania è la sopravvivenza finanziaria della zona euro anche al costo di negoziare e rivedere i trattati. Due sono le riflessioni: Schauble vuole prendere tempo negoziando a lungo i trattati puntando alla modifica delle migrazioni interne per lavoro e orientando gli investimenti verso i paesi dell’ est e sud europeo allentando le briglie anche dal punto di vista finanziario ai parametri di bilancio e permettendo alla Germania di organizzarsi per una exit strategy con onore e gloria, oppure imbrigliare il Regno Unito e altri paesi in una lotta diplomatica sulle questioni inerenti la crisi dei profughi dell’ Africa e gli interventi comunitari e puntando a una spaccatura negoziale fondata sull’ oltranzismo destrorso contro la capacità umanitaria della UE nei confronti delle masse che spingono a Sud dell’ Europa, a costo di liberare e aprire il portafogli della UE.

 

Noi italiani abbiamo una storica opportunità geopolitica in questo momento. Da un lato possiamo bilanciare notevolmente le mancanze della politica economica nazionale con una trattativa seria sui trattati comuni, come da sempre hanno ribadito il Prof. Guarino e il Prof. Savona, e oltremodo la Corte Costituzionale invita a riflettere sulla legittimità degli ordinamenti comunitari e sulle norme che ne reggono la costruzione definendone la secondarietà rispetto ai primati della Costituzione, dall’ altro abbiamo l’opportunità di definire una competizione negoziale fondata sui principi cui rimandano le entità sovra nazionali, ossia l’ interdipendenza sistemica delle istituzioni, dei mercati e delle condizioni socio economiche a vincoli giuridici stabiliti da principi di finanza pubblico privata. La BCE è illegittima finché non strutturata politicamente, cosi come le Banche nazionali che ne hanno aderito senza vincoli costituzionali.

 

Trovo legittimo che le istituzioni politiche comunitarie prendano atto del cambiamento, fin troppo repentino, della geopolitica globale e dell’ innalzamento delle crisi interne alle democrazie europee con una riforma interna dell’ organizzazione comunitaria, delle strutture e dei costi che Osbourne e Cameron, oltre che milioni di elettori europei, non giustificano dal punto di vista economico, sociale e lavorativo.

Se l’ Italia perseguirà alla cieca una debolezza strutturale tedesca, ossia senza una cessione di sovranità economica e strutturale istituzionale della Germania nel contesto geopolitico europeo, significa che necessita di una legittimazione subordinata a sole ragioni di politica interna, di giustificazioni personali della classe politica nei confronti dei cittadini e delle imprese, per conseguire un mero supporto istituzionale che consegni e liberi dalle responsabilità in materie delegate ai vincoli europei. Come al solito, finiti i dindi con la programmazione 2014/2020, Horizon 2020 diverrà per tutti non il campo tra vincitori e vinti, ma tra perdenti e perduti in un sogno di mezza estate…Ecco perché il Regno Unito ha un Cancelliere dello Scacchiere, la storia la si prepara da secoli, come Shakespeare e Bacon hanno tratteggiato nelle loro visioni, tra il bianco e il nero dei trattati…

 

Ardian Foti


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