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LA VIA DI PUTIN E DELLA CINA ALLA PACIFICAZIONE DELLA PENISOLA COREANA, CON LA MARGINALIZZAZIONE DEGLI USA

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La crisi coreana ha dato un’ulteriore spinta alle iniziative ed attività diplomatiche ed al gioco fra le potenze mondiali.

Putin ha proposto un vertice 5+1 cioè un incontro fra Russia Cina, Sud Corea, Nord Corea , Giappone più gli USA come osservatori , per risolvere i problemi della penisola coreana nell’ambito di uno sviluppo che permetta alla Corea del Sud di entrare nel grande mercato Euroasiatico.  Il tema principale sarebbe la costruzione di una ferrovia transcoreana, che tolga il sud dal suo isolamento commerciale e lo integri nel sistema di trasporti transiberiano, attraverso la Russia, o nella “VIa della Seta”, attraverso la Cina e le repubbliche centroasiatiche. Un ragionamento perfettamente logico per un paese esportatore e che può essere allagato perfino al Giappone, portando ad un cambiamento delle rotte commerciali internazionali.

La Corea del Sud del presidente Moon vede con interesse la partecipazione a queste iniziative, parlando addirittura di “Novi pilastri di cooperazione” con la Russia, aggiungendo al tema ferroviario il gas naturale, le costruzioni navali, l’agricoltura ed altri progetti di collaborazione.

L’evoluzione delle trattative metterebbe in secondo piano gli Stati Uniti, fuori dallo scacchiere e secondari in tutto questo discorso. Paradossalmente l’alleato degli USA in questa trattativa è proprio la Corea del Nord, che, pur non opponendosi alla realizzazione della ferrovia transcoreana, vogliono una trattativa che coinvolga gli USA per affermare la propria posizione internazionale.

Quindi anche per il blocco Russo-Cinese la  Corea del Nord è un elemento di rottura non indifferente, e crea una minaccia che va perfino oltre la politica. Le esplosioni nucleari al confine Cino-Coreano hanno provocato dei movimenti tellurici talmente intesi da obbligare la Cina alla chiusura, per motivi di sicurezza , dell’accesso ai parchi naturali della zona.

Il maggior pericolo è il Monte Paektu, un grande vulcano che eruttò per l’ultima volta nel 1903 situato proprio al confine russo-cinese. I vulcanologi temono che gli esperimenti nucleari Nord Coreani potrebbero smuovere il magma nella camera magmatica del vulcano, provocando una devastante eruzione con conseguenze climatica su tutto l’estremo oriente, dalla Russia alla Cina al Giappone

Come se la Nord Corea non fosse un problema sufficiente.


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