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La verità dalle elezioni francesi: anche a Parigi la classe media è morta, ma i gatekeeper di sinistra sono vivissimi

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Emmanuel Macron, président de la République, prononce un discours sur le site de GE Steam Power System à Belfort, jeudi 10 février 2022 -JEAN-CLAUDE COUTAUSSE POUR « LE MONDE »

Ora che abbiamo i dati praticamente definitivi dal primo turno delle elezioni francesi si affaccia la grande, profonda, verità che ne emerge: la classe media francese, come quella italiana è morta. Sopravvivono sono una sorta di centro di “Potere”, privilegiato e due lati radicali e per ora incompatibili. Questo è ben chiaro dai grafici

Mentre nel 2017 Macron al secondo turno poteva prosciugare, per vincere, i serbatoi moderati socialisti e gollisti, che ancora rappresentavano il 25% dei francesi, ora attorno a se ha un deserto del ceto medio: i socialisti sono al 1,7% e perfino la Pecrésse, che per un secondo è apparsa in grado di di contrapporsi al centrodestra alla Le Pen, ha fallito miseramente arrivando al 4,5%. Ora per vincere Macron dovrà rivolgersi all’ultimo dei Gatekeeper, il sinistro Melenchon. Questo è passato dall’essere il supporter politico dei “Gilet Gialli” manganellati in piazza al diventare colui che incoronerà Macron, il “King maker” del centro affarista e di potere. Con la sua affermazione “Non un voto un più alla Le Pen” ha oggettivamente già fatto vincere Macron, autorizzandolo a manganellare i suoi sostenitori per i prossimi cinque anni.

Quello che ora vediamo è una Francia che si sta “Italianizzando”, nel senso dell’Italia del voto del 2018, non attuale, quando due forze di protesta contro il sistema emersero vincitrici. Anche qui abbiamo una destra e una sinistra contro il potere europeista e consolidato, ma si tratta di una protesta inutile fino a quando verrà manovrata da vecchi preconcetti ideologici. Il Potere assoluto e non democratico, quello che non ammette alternative,  vince per ora in Francia, ma solo per la cecità della sinistra. Comunque Macron governerà un paese in cui rappresenta una minoranza politica arrogante, ma numericamente debole. Una nuova sfida che si somma a quelle già in atto, e il secondo quinquennato macronista rischia di essere sconvolto da sommovimenti sociali, sempre che chi ha votato Melenchon faccia come dice il suo leader…

 


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