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La US Navy fa marcia indietro: le nuove fregate FF(X) saranno senza missili verticali. Torniamo alle “Cannoniere” coloniali?

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Il disastro della pianificazione navale statunitense si arricchisce di un nuovo, sconcertante capitolo. Dopo il naufragio del programma delle fregate classe Constellation (un progetto che doveva essere la spina dorsale della flotta futura), la US Navy ha confermato a The War Zone i dettagli sul ripiego d’emergenza, le nuove fregate FF(X). La notizia è di quelle che fanno tremare i polsi agli strateghi e sorridere amaramente i contribuenti: le nuove navi, nel loro primo lotto di produzione (“Flight I”), non avranno il sistema di lancio verticale (VLS).

In termini profani, significa che la Marina più potente del mondo sta per mettere in acqua navi da guerra che non possono lanciare missili a lungo raggio integrati nello scafo. Una scelta che solleva dubbi enormi sull’utilità operativa di questi mezzi in uno scenario di guerra ad alta intensità.

Dal “Cacciatorpediniere tascabile” alla “Guardia Costiera grigia”

Per capire la gravità della situazione, bisogna fare un passo indietro. La classe Constellation doveva essere una nave completa, dotata di un sistema VLS Mark 41 a 32 celle. Questo le avrebbe permesso di lanciare missili Tomahawk per colpire obiettivi terrestri, missili Standard per la difesa aerea a lungo raggio o missili antisommergibile ASROC. Era, di fatto, un piccolo cacciatorpediniere Arleigh Burke.

Il fallimento di quel programma ha costretto la Navy a virare sul progetto FF(X), che deriva direttamente dai pattugliatori della Guardia Costiera classe Legend (i National Security Cutter). La conferma arrivata dai portavoce della Marina è gelida: l’armamento iniziale sarà pressoché identico a quello delle vituperate Littoral Combat Ships (LCS), navi note per la loro scarsa capacità di sopravvivenza in combattimento.

Ecco cosa troveremo a bordo delle prime FF(X):

  • Un cannone principale da 57mm.

  • Due cannoni da 30mm.

  • Un lanciatore RAM (Rolling Airframe Missile) per la difesa di punto (cortissimo raggio).

  • Nessun missile integrato per la difesa d’area o l’attacco in profondità.

Cutter classe Legend della Guardia Costiera e Arleigh Burke

Siamo di fronte a una nave che, strutturalmente, non nasce per la guerra moderna missilistica, ma per il pattugliamento. La giustificazione ufficiale? Mettere scafi in acqua il prima possibile”. L’obiettivo è varare la prima nave entro il 2028, minimizzando le modifiche al progetto originale del cutter della Guardia Costiera per evitare i ritardi mostruosi che hanno affossato la Constellation. Il rischio? Semplice: mettere in mare navi dalle capacità tattiche molto limitate.

La toppa peggiore del buco: “Modularità” e Droni

Come intende la US Navy compensare questa clamorosa mancanza di potenza di fuoco? Con la parola magica che va tanto di moda nei corridoi del Pentagono: modularità.

La Marina sostiene che le FF(X) opereranno come “navi madri” per sistemi senza equipaggio (USV – Unmanned Surface Vessels). L’idea è di delegare la capacità offensiva a piattaforme robotizzate che accompagnano la fregata, o di installare sul ponte di volo posteriore dei container modulari, come il Mark 70 Payload Delivery System.

In pratica, invece di avere i missili pronti all’uso nei silos verticali integrati nello scafo (che permettono un lancio rapido in ogni direzione), si bulloneranno dei container sul ponte posteriore. Le rendering mostrano spazio per circa 16 missili antinave NSM (Naval Strike Missile) o per i lanciatori containerizzati Mk 70 (che possono ospitare missili SM-6 o Tomahawk).

Redering per una FF/X

Sebbene sulla carta questa soluzione offra flessibilità, la realtà tattica è ben diversa:

  1. Vulnerabilità: I sistemi containerizzati sul ponte sono più esposti ai danni da combattimento rispetto ai VLS corazzati nel ventre della nave. Un drone o un missile fortunati possono provocare esplosioni a catena, come dimostra quanto successo all’incrociatore Mosckva nel Mar Nero.

  2. Limiti di Area: Senza un VLS e i radar avanzati associati (che infatti mancano nei rendering), la nave non può fare difesa aerea di zona. Non può proteggere un convoglio o una portaerei da un attacco aereo massiccio. Può a malapena proteggere se stessa.

  3. Dipendenza: La nave diventa dipendente da droni che sono ancora in fase sperimentale o da altre navi maggiori (gli Arleigh Burke) per i dati di puntamento.

Un passo indietro strategico: La sindrome della “Cannoniera Coloniale”

Analizzando questa scelta con un occhio alla storia e alla geopolitica, sembra di assistere a un ritorno al XIX secolo. Le potenze coloniali europee utilizzavano le “cannoniere” per “mostrare la bandiera” in giro per il mondo. Erano navi economiche, sufficientemente armate per intimidire tribù locali o pirati, ma assolutamente inutili contro una marina paritaria (come poteva essere quella britannica o tedesca per le altre nazioni).

Cannoniera britannica Boomerang, trasferita alla Marina uastraliana. Classica cannoniera per la pattuglia dele aree coloniali oceaniche.

La FF(X), così configurata, sembra rispondere alla stessa logica: è perfetta per la presenza. Può navigare nel Mar Cinese Meridionale per dire “ci siamo”, può dare la caccia ai narcos nei Caraibi o forse fronteggiare qualche barchino Houthi nel Mar Rosso (e anche lì, con rischi notevoli).

Tuttavia, se lo scenario dovesse mutare in un conflitto ad alta intensità nel Pacifico contro la Cina, queste navi rischierebbero di essere semplici bersagli. Perfino in caso di uno scontro intenso con gli Houthi sarebbe fuori gioco. Una fregata che non può lanciare missili antiaerei a medio-lungo raggio in modo autonomo e rapido è una preda facile per le ondate di missili balistici e ipersonici antinave di Pechino. Stiamo costruendo navi per la pace, in un’era che si prepara alla guerra.

L’errore industriale e l’ansia da prestazione

La fretta della US Navy tradisce un’ansia profonda: la flotta si sta restringendo mentre quella cinese cresce a ritmi vertiginosi. Il collasso del programma Constellation ha lasciato un vuoto che deve essere colmato numericamente.

  • Huntington Ingalls Industries (HII), il costruttore, promette di usare materiali già acquistati per i cutter della Guardia Costiera per accelerare i tempi.

  • La Marina accetta una nave “disarmata” pur di avere qualcosa che galleggi entro il 2028.

Si parla di futuri “Flight” (lotti di produzione) che potrebbero integrare il VLS, ma le modifiche strutturali a una nave non nata per ospitarli sono costose e complesse, come proprio dimostrato dalla classe Constellation, cancellata proprio per i ritardi dovuti alle rischieste della US Navy. C’è un piano nella sovrastruttura che potrebbe, in teoria, ospitare armi laser o un piccolo VLS in futuro, ma per ora è solo spazio vuoto.

Quantità vs Qualità

La decisione di procedere con le FF(X) senza VLS segna il trionfo della disperazione logistica sulla dottrina militare. La US Navy ha scelto di avere scafi in acqua, sacrificando la letalità. Siamo di fronte a un paradosso: si spende non per creare capacità, ma per mantenere l’apparato industriale in movimento e i numeri della flotta esteticamente accettabili.

Mentre la Constellation avrebbe potuto combattere da sola, la FF(X) sarà una “nave gregaria”, costretta a nascondersi dietro ai fratelli maggiori o a sperare che i suoi droni funzionino come promesso. Un azzardo tecnologico enorme, pagato con i soldi dei contribuenti americani, che rischia di produrre una flotta di bellissime, moderne, ma poco utili cannoniere coloniali.


Domande e Risposte

Perché la mancanza del VLS è considerata un problema critico? Il Vertical Launch System (VLS) è lo standard moderno per la flessibilità bellica. Senza di esso, una nave non può stivare e lanciare rapidamente una vasta gamma di missili per diverse minacce (aerei, navi, sottomarini, obiettivi terrestri). L’assenza riduce drasticamente la capacità della nave di difendersi da attacchi aerei complessi o di proiettare potenza a lungo raggio, rendendola dipendente da sistemi esterni o containerizzati meno efficienti.

Le FF(X) potranno mai essere aggiornate con missili più potenti? Teoricamente sì, la Marina afferma che il design prevede “riserve di spazio” per futuri aggiornamenti (i cosiddetti “Flight” successivi). Tuttavia, integrare un VLS in uno scafo non progettato nativamente per esso è un’operazione ingegneristica complessa e costosa. Per ora, la soluzione tampone prevede l’uso di lanciatori in container fissati sul ponte, una soluzione che offre capacità simili ma con maggiori vulnerabilità e minore integrazione.

Qual è la differenza principale tra le Constellation e le FF(X)? La differenza è nella genesi e nello scopo. La classe Constellation era basata su un design di fregata militare (la FREMM italo-francese) modificato per essere un “mini-cacciatorpediniere” con armamento pesante integrato. La FF(X) deriva da un pattugliatore della Guardia Costiera (classe Legend): è ottimizzata per la tenuta al mare e l’autonomia, non per il combattimento missilistico ad alta intensità. È una nave di “polizia internazionale” più che da guerra totale.

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