Attualità
La UE chiude le consultazioni sulle nuove regole di bilancio. Si chiude la trappola per l’Italia
Finita la consultazione degli esperti UE (cioè gli uomini vicini all’apparato) sulla riforma delle regole di bilancio per l’Unione. Circa la metà dei partecipanti alla consultazione pubblica sulla riforma della governance economica Ue sostiene valori di riferimento per il deficit e il debito pubblico “specifici per Paese” e chiede “percorsi” di rientro “che siano graduali e coerenti con una crescita economica sostenuta e specifici per ciascuno Stato membro”. Sembrerebbe bello, ma …
Per la maggioranza degli intervistati la riduzione del debito resta un tema centrale per garantire finanze pubbliche sostenibili, ma “il mantenimento e l’applicazione di valori di riferimento uniformi e l’imposizione di requisiti di riduzione del debito troppo elevati metterebbero a repentaglio la ripresa di diversi Stati membri e rischierebbero di aggravare i divari di crescita nell’Ue”, si evidenzia nel testo. Inoltre ci sarebbe lo spazio per la creazione di un “Budget della UE” cche dovrebbe avere una finalità di carattere macroeconomico e quindi servire a stabilizzare l’economia europea durante la crisi.
Si tratta di una notizia pessima per l’Italia, nonostante una parte rilevante degli esperti consultati sia stata proprio italiana. Il problema è che i nostri accademici in realtà vivono in un loro mondo, lontano dal paese reale. Vediamo i punti più critici:
- prima di tutto il “Bilancio comune europeo” probabilmente non passerà perché significa creare anche un debito stabile comune, e i Nordici han già detto no, più volte, a questa soluzione;
- i tempi di qualsiasi intervento europeo sono talmente lenti e dilazionati nel tempo da risultare inutili, nella migliore delle ipotesi, controproducenti nei casi più frequenti. Faccio un esempio molto semplice: nonostante i prezzi energetici siano alle stelle si deciderà a GIUGNO se cambiare il metodo di calcolo del prezzo dell’elettricità in UE, sganciandolo dal gas. Un’operazione che si sarebbe dovuta fare SUBITO all’inizio della crisi energetica. Invece si sono riempite le casse delle società elettriche. Un intervento di stimolo arriverebbe , coi tempi europei, non in modo anticiclico, ma pro ciclico, cioè un disastro;
- quindi l’unica soluzione per la stabilizzazione sarebbe la riduzione del debito. Nessuna crescita, nessuna possibilità di un lento assorbimento con risorse monetaria, l’unica soluzione resta sempre quella dei bilanci primari positivi, cioè più tasse e meno servizi. Una politica di impoverimento progressiva ancora più grave ora, dove si è deciso di aumentare le improduttive spese nella difesa;
- comunque i paesi nordici si opporranno a qualsiasi concessione di flessibilità.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole. Lo spazio economico che la UE, con le sue regole può riservare all’Italia è circa 2,1 m per 1,2 metri x 3 m, cioè quello di una tomba ben profonda.
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