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La Turchia si dice pronta a inviare più gas in Europa, ma c’è un problema

Il gas turco verso la UE sarebbe gas azero che la Turchia sostituirebbe con gas russo. Quindi, oggettivamentee, non cambierebbe nulla

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La Turchia si è detta pronta ad aumentare significativamente le esportazioni di gas naturale verso l’Unione Europea, nel disperato tentativo di svincolarsi ulteriormente dal gas russo, ma non sarà facile né economico: per farlo, la strada più probabile è quella di riesportare il gas naturale azero dalla Turchia. Questo, a sua volta, richiederebbe alla Turchia di assorbire più gas russo per compensare il deficit. Alla fine sarebbe una sorta di partita di giro: il cas è sempre quello, cambia solo chi lo compra.

In termini di riduzione delle entrate di gas naturale per le casse belliche di Mosca, quindi, è un buco nell’acqua, una mossa inutile. Il denaro speso dall’UE per il gas naturale russo verrebbe semplicemente spostato in Turchia, ma le entrate per la Russia rimarrebbero più o meno le stesse.

Eppure Ankara sarebbe disposta, comunque, a fare questa mossa, se non altro per acquisire una maggiore influenza sunnl’Unione su Bruxelles, con cui i rapporti sono sempre ballerini ed incerti.

Negli ultimi due anni, l’Europa ha cercato di assicurarsi forniture di gas alternative per sostituire il gas russo che transita attraverso l’Ucraina. Nel 2019, la Russia e l’Ucraina hanno siglato un accordo quinquennale per il transito di gasdotti per la fornitura di gas naturale ai Paesi dell’UE. Entrambi i Paesi hanno continuato a rispettare l’accordo nonostante la guerra e le sanzioni.

Le cose stanno per cambiare: di recente l’Ucraina ha segnalato che non ha intenzione di rinnovare il patto quando scadrà alla fine di quest’anno. Né l’UE ha alcun interesse a rilanciare l’accordo.

L’Azerbaigian è la chiave di qualsiasi piano della Turchia per aumentare le esportazioni di gas verso l’UE. Il gas naturale dell’Azerbaigian venduto alla Turchia potrebbe essere riesportato in Europa, eventualmente attraverso la Bulgaria, ma non senza sforzi e spese.

In un’intervista rilasciata a Bloomberg, il ministro dell’Energia turco Alparslan Bayraktar ha spinto molto a favore di una rotta verso la Bulgaria, sottolineando la possibilità di aumentare i volumi verso l’UE fino a 10 miliardi di metri cubi all’anno, ma inviando un chiaro messaggio a Bruxelles: non si farà senza alcune garanzie sulla domanda.

Interconnessione tramite gasdotti turchia Europa (fonte Gateway House)

Secondo Bayraktar, la capacità di esportazione attraverso la Bulgaria al momento è solo di circa 3,5 miliardi di metri cubi all’anno. Ma “da un punto di vista tecnico”, la Turchia è in grado di potenziare questa interconnessione.

“Ciò di cui abbiamo bisogno è un aumento della capacità dell’interconnessione tra Turchia e Bulgaria”, che attualmente può ricevere solo circa la metà dei sette miliardi di metri cubi all’anno che, da un punto di vista tecnico, la Turchia è in grado di fornire”, ha dichiarato Bayraktar a Bloomberg.

La Turchia e la Bulgaria hanno firmato un accordo nel 2023 per consentire alla società statale bulgara Bulgargaz di importare 1,85 miliardi di metri cubi di gas all’anno – pari a circa il 60% della domanda annuale della Bulgaria – attraverso il punto di interconnessione Strandzha-Malkoclar con la Turchia. Bulgargaz deve pagare un canone di servizio di 2 miliardi di euro all’azienda turca del gas Bota? per un periodo di 13 anni, indipendentemente dall’utilizzo di questa capacità.

La palla è ora nel campo di Bruxelles, e il tempo scorre su come sostituire il gas che transita attraverso l’Ucraina. Secondo Rystad Energy, l’Europa avrà bisogno di altri 7,2 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale liquefatto (GNL), più costoso, per compensare questa carenza, e Ankara sembra avere tutte le carte in regola.

La questione attualmente è molto semplice: la UE preferirà l’apparenza e quindi accettare l’accordo con Ankara, ma sapeendo che, allla fine, comunque il gas russso sarà comprato, oppure cercherà effettivamente fonti alternative, magari sviluppando nuove scoperte in altre parti del mondo? La scelta è fra apparenza e realtà.


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