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Conti pubblici

LA TARTARUGA “BATTE” ACHILLE (i conti condannano Sakkodannis e le sue manovre) E LO COSTRINGE A CONTINUI VIAGGI OLTRE LE “COLONNE D’ERCOLE” (in USA).

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COLONNE D'ERCOLE

 

Proprio ieri, sul MEF, esce il dato relativo al fabbisogno statale: 94,3 MLD. Giustamente, sia il buon Funnyking sia GPG Imperatrice fanno notare la vera situazione del nostro paese: “Avanti così, Verso la Bancarotta”!

Come mai? Per il fatto che il 2013, rispetto al 2012, porta un peggioramento nei conti di circa 31,7 miliardi di euro (94,3 contro 62,6 mld dello scorso anno).

Secondo il ministro, come da relazione sul MEF, il peggioramento sarebbe solamente pari a 3 miliardi causati da:

– prelievi delle amministrazione pubbliche per il pagamento dei debiti commerciali;

– maggiori interessi sul debito pubblico;

– minori introiti fiscali, dovuti a….

* un giorno in meno nel 2013 rispetto allo stesso novembre del 2012

* uno slittamento delle scadenze di autotassazione delle persone giuridiche.

Secondo il MEF, depurato di tali anomalie, il fabbisogno “sarebbe” in linea con gli obiettivi previsti perché per dicembre si prevede un grandissimo avanzo (entrate di gran lunga maggiori delle uscite).

Quello che a me preme farvi comprendere è che questo dissesto non mi sorprende, tutto questo è normalissimo.

Vi chiedete come mai? Per due ordini di motivi, il primo lo scoprirete nell’articolo di prossima emissione “Letta il Lettone”, il secondo è legato alla matematica ed è di seguito esposto.

Le manovre fiscali sono prese ex ante mentre i moltiplicatori fiscali lavorano nel corso dei mesi facendo sì che, ex post, i dati siano sempre differenti, di solito peggiori!

Da tempo vi sto raccontando questo film:

–          l’International Monetary Fund segnala un valore dei moltiplicatori di gran lunga superiore ad 1 per i paesi sviluppati (Rethinking Macro-Policy);

–          l’analisi da noi effettuata parla di circa 1,2 (il valore sarebbe pari a 1,9 ma viene ridotto a 1,2 causa elevata propensione all’import).

Come funzionano questi moltiplicatori?

Non mi stancherò mai di raccontarvelo:

Moltiplicatori IMF

Un taglio alla spesa pubblica di 1% genera un miglioramento momentaneo nel rapporto debito/pil perché il debito cala di quel punto percentuale (pel tramite di minor deficit).

3

Deficit da 4% a 3% = -1%

Debito da 134% a 133%!

Nel corso dei mesi, però, si genera un calo del PIL perché i tagli e le tasse sono manovre restrittive, sottraggono denaro ai consumi (C) o sono minore spesa pubblica (G). La gente ha meno denaro da spendere, ciò genera un calo del PIL proporzionale in funzione del valore della propensione ai consumi (c). In aggiunta a ciò, sottraendo la spesa pubblica dell’1%, lo stato rinuncia al 45% di introiti fiscali che avrebbe incassato SE non avesse fatto i suddetti tagli. Ne consegue un successivo incremento del debito pubblico per minori entrate che già avevo.

Di tal guisa, al termine del periodo di osservazione, il rapporto debito/pil, colpito dalla matematica, peggiora per ben 3 anni consecutivi!

A questo punto, il governo ha bisogno di fare un’ulteriore manovra finanziaria. Il gioco riprende di nuovo, per un numero consistente di volte, al punto che potremmo paragonare il tutto al noto paradosso di Zenone di Elea: Achille e la Tartaruga!

ACHILLE E LA TARTARUGA

E il bello, è che se nei due anni successivi effettuo ancora manovre del genere, l’effetto finale al termine del triennio è la morte definitiva dell’economia del paese.

 

5

6

4

 

 

Il moltiplicatore della spesa pubblica italiana è il seguente:

1384750_347643138706201_1158420561_n

 

In esso ritroviamo:

–          L’aliquota media irpef;

–          L’Irap;

–          L’aliquota media IVA;

–          Le aliquote relative ai contributi lavorativi

–          Il saggio medio di profitto aziendale.

Bene, da tale analisi determiniamo un valore più o meno pari ad 1,2 ma altamente suscettibile di variazione (in diminuzione) ogni volta che alziamo l’IVA, le aliquote Irpef, Irap o contributive e, causa rigidità dei salari, determiniamo la riduzione di “q” (saggio di profitto delle aziende).

Ora, dato che ogni volta in cui lo Stato Italiano ha modificato tali aliquote siamo stati in grado di calcolare la contrazione del pil (e più volte ve lo abbiamo detto)

 

IL DEF 2013....SLIDE 7

IL DEF 2013....SLIDE 8

IL DEF 2013....SLIDE 9

IL DEF 2013....SLIDE 10

 

 

già da oggi possiamo dirvi, senza timore di smentita, che in assenza di un incremento consistente degli anticipi tasse e dell’IMU, i conti al 31 dicembre non potranno soddisfare i dettami UE.

Non è un caso che proprio oggi “Olly&Benji” (Rehn) abbia segnalato a più testate giornalistiche la necessità di una manovra immediata per almeno uno 0,5% del pil (8 miliardi) altrimenti, salvo astuzie varie, l’obiettivo 3% potrebbe non essere centrato e comunque “la manovra non aiuta il paese” (?????).

A mio avviso, comunque, il vero valore del rapporto deficit/pil dovrebbe essere 4% e, come tale, servirebbero almeno 20 miliardi di tasse. Come faccio a dirlo? Ecco come:

–          Fabbisogno globale 94 miliardi;

–          Ipotizzando un Pil di 1545 miliardi di euro avremmo…..

–          una percentuale consolidata già oggi del 6%

E’ vero che, depurato di operazioni spot (rimborso di una decina di miliardi di debiti delle PA con le aziende), il saldo strutturale sarà inferiore ma un suo dimezzamento al 3% pianificato mi pare veramente esageratamente ottimistico, così come una sua riduzione consistente a dicembre in assenza di inasprimenti fiscale e incremento degli anticipi tasse relativi al 2014! Con una manovra IMU da 20 miliardi (ovvero raddoppiandone l’importo), i 15 che servono per avere un punto in meno di deficit/pil sono garantiti anche in caso di retroazione dei moltiplicatori.

Da qui la richiesta di Olly&Benji di privatizzazioni il cui fine non è tanto l’incasso dalla vendita quanto il riuscire a ridurre le uscite annue (per stipendi e forniture) in futuro in ogni campo. Non il vendere asset, quanto lo smistare al privato contratti di lavoro pubblici e, quindi, di fatto intoccabili.

La richiesta che lo stato si ritiri assolutamente da ogni campo delle attività economiche: trasporti, sanità, energia pare un mantra caratteristico di quelli del “più europa”.

Voglio proprio vedere come farà la sinistra italiana a giustificare giganteschi passi indietro dello Stato da ogni settore economico, a lasciare che centinaia di migliaia di dipendenti migrino dalla PA al privato. Io sono molto legato alla vecchia Repubblica un pò statalista, e lo sono poichè SE ho potuto studiare, nella mia vita, lo debbo sì alla mia immensa sete di sapere ma, parimenti alla socialdemocrazia che ha sostenuto i miei studi. E francamente un simile passo, al 100%,  lo vedo molto poco di buon occhio oltre a ritenerlo complicato.

Miei cari signori, voglio osare una previsione: le cose si stanno complicando talmente tanto per i governi (di ogni colore) al punto che a gennaio 2015 l’Italia sarà costretta ad adottare la parità col dollaro e a chiedere alla FED un nuovo Piano Marshall a base di Q.E.; un nuovo sbarco in Sicilia fatto di “denaro” ottenuto dallo stato Italiano allo 0,25% (in quantità industriale), dalle sue banche e dalle sue aziende!

Io adoro gli Americani, soprattutto la loro musica (John Cougar Mellecamp, The Screaming Cheetah Wheelies, JimMorrison, ecc.)….

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….ma questa volta, vi prego, fate che sia l’ultima!

 

Gustinicchi Maurizio

   Economia 5 Stelle

 

 


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