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La Svizzera pensa di lasciare il gas naturale per il petrolio…
In un contesto di crisi energetica incombente, la Svizzera potrebbe ricorrere al petrolio per la produzione di elettricità in inverno in caso di emergenza, ha dichiarato il Ministro dell’Energia Simonetta Sommaruga al quotidiano locale SonntagsZeitung questo fine settimana.
Sommaruga, che ha sostenuto un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili in Svizzera, ha ammesso che il Paese potrebbe dover ricorrere al petrolio per la produzione di elettricità quest’inverno, dato che l’Europa deve fare i conti con le scarse forniture di gas naturale russo, che potrebbero essere ulteriormente ridotte o interrotte del tutto.
Secondo i media svizzeri, la Svizzera dispone di una centrale elettrica sperimentale che è stata utilizzata per testare nuove turbine a gas. L’azienda italiana Ansaldo Energia, proprietaria dell’impianto sperimentale, voleva già da questa primavera rendere disponibile la struttura come riserva di emergenza.
La Svizzera non è l’unico Paese europeo che sta valutando o ha già deciso di passare dal gas naturale al carbone o al petrolio per la produzione di energia elettrica, a causa delle scarse forniture di gas nei gasdotti russi e degli sforzi per conservare il gas, dato che l’UE mira a riempire i siti di stoccaggio del gas all’80-90% prima della stagione invernale di riscaldamento.
Le principali industrie ad alta intensità energetica in Francia stanno cercando di convertire le caldaie a gas per farle funzionare a petrolio, mentre le aziende francesi ed europee si preparano a un’ulteriore diminuzione o a un blocco completo delle forniture di gas russo all’Europa, ha riferito Reuters il mese scorso.
Il passaggio al petrolio ha incrementato la domanda globale di petrolio, ha dichiarato l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) nel suo rapporto mensile sul mercato della scorsa settimana. “L’aumento dell’uso del petrolio per la produzione di energia e il passaggio dal gas al petrolio stanno incrementando la domanda”, fatto che rischia di avere un impatto sul prezzo.
“Con diverse regioni colpite da ondate di caldo torrido, gli ultimi dati confermano un aumento del consumo di petrolio per la produzione di energia, soprattutto in Europa e Medio Oriente, ma anche in Asia. Il cambio di combustibile è in atto anche nell’industria europea, compresa la raffinazione”, ha dichiarato l’AIE, che nel rapporto di agosto ha alzato di 380.000 barili al giorno (bpd) le previsioni di crescita della domanda mondiale di petrolio per il 2022.
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