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La Svezia non aspetta l’Europa: Saab incassa 2,6 miliardi per il caccia del futuro. E la Germania osserva…

Saab incassa un ricco contratto per sviluppare il caccia svedese di sesta generazione. Un progetto concreto che fa gola a molti, soprattutto a chi, come la Germania, vede vacillare il complesso e costoso progetto multinazionale FCAS.

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Mentre i grandi e un po’ pachidermici progetti di difesa europei procedono fra alti e bassi, c’è chi preferisce portarsi avanti col lavoro. La Svezia, con la sua pragmatica tradizione di autonomia strategica, ha deciso di investire seriamente sul proprio futuro aereo da combattimento.

L’azienda nazionale della difesa, Saab, ha infatti ricevuto un’estensione contrattuale del valore di 2,6 miliardi di corone svedesi (circa 236 milioni di euro) dall‘Agenzia per gli appalti della difesa (FMV). L’obiettivo? Mettere le basi per il sistema di combattimento aereo che proteggerà i cieli svedesi dopo il 2040, quando l’ottimo Gripen inizierà a sentire il peso degli anni.

Il contratto, che copre il periodo 2025-2027, non è per comprare bulloni e rivetti, ma per pensare. Si tratta di un investimento in materia grigia per definire il futuro. Nello specifico, le attività previste includono:

  • Studi Concettuali: Si esploreranno diverse soluzioni, sia con pilota a bordo (manned) che a pilotaggio remoto (unmanned), analizzando come queste piattaforme diverse potranno operare insieme in un approccio definito “sistema di sistemi”.
  • Sviluppo Tecnologico: Si passerà dalle idee alla pratica, sviluppando le tecnologie abilitanti necessarie per trasformare i concetti in realtà.
  • Dimostratore Volante: La parte più interessante. Entro il 2027, si lavorerà alla costruzione e ai primi voli di un dimostratore, un prototipo non da combattimento, essenziale per testare sul campo la validità delle soluzioni tecnologiche immaginate. Si tratta di tempi brevissimi, possibili perché il contraenete è unico e quindi parte immediatamente nella realizzazione del progretto, senza discussioni politiche, come è successo con FCAS e, in modo minore, con GCAP.

Possiamo pensare che verranno introdotto caratteristiche simili a quelle in corso di ssviluppo negli altri caccia di sesta generazione, come caratteristiche Stealth avanzate, opzioni M-UM per l’utilizzo con droni e la possibilità di agire in squadra con CCA, oltre a carichi interni, per migliorare la marcatura radar.

Un’idea di un CCA Saab

Questo programma, battezzato non a caso “Vägval stridsflyg” (Decisioni sulla capacità degli aerei da combattimento), vede una stretta collaborazione tra Saab, le forze armate, l’Agenzia per la ricerca sulla difesa (FOI) e altri partner industriali come GKN Aerospace. È la dimostrazione di un sistema-Paese che si muove compatto su un obiettivo strategico.

E qui la faccenda si fa interessante anche per noi. Mentre Stoccolma accelera, a Berlino prendono appunti. Il progetto trinationale FCAS (Future Combat Air System), che vede coinvolte Francia, Germania e Spagna, è noto per le sue complessità politiche e industriali. Non è un mistero che tra Parigi e Berlino ci siano visioni divergenti sulla ripartizione del lavoro e sulla leadership tecnologica.

Ecco perché i progressi solitari, ma rapidi, di Saab sono osservati con estrema attenzione. Se il gigante FCAS dovesse impantanarsi, avere un’alternativa “chiavi in mano” o un partner tecnologico solido e meno complicato come Saab potrebbe diventare un’opzione molto, molto allettante per la Germania.  Tra l’altro il passaggio fornirebbe una commessa di base, sicura, che giustificherebbe gli importanti investimenti necessari alla realizzazione di un caccia di sesta generazione.

Ancora una volta, la pragmatica Svezia potrebbe insegnare qualcosa ai suoi più grandi vicini europei.

Saab Gripen E

Domande e Risposte per il Lettore

1) Perché la Svezia, un Paese relativamente piccolo, sviluppa da sola un sistema di caccia così avanzato?

La Svezia ha una lunga tradizione di neutralità armata e autonomia industriale nel settore della difesa. Sviluppare in casa le proprie tecnologie militari le permette di non dipendere da fornitori esteri, che potrebbero porre veti o condizioni politiche. Inoltre, mantenere un’industria aerospaziale all’avanguardia come quella di Saab è considerato un asset strategico irrinunciabile per la sicurezza e l’economia del Paese, garantendo un vantaggio tecnologico e posti di lavoro altamente qualificati. È una scommessa sulla propria sovranità.

2) Cosa si intende per “sistema di sistemi” e perché è importante?

Il concetto di “sistema di sistemi” rappresenta il futuro del combattimento aereo. Non si ragiona più in termini di singolo aereo, ma di una rete integrata di diverse piattaforme. Questa rete include caccia con pilota, droni da combattimento (unmanned), velivoli da sorveglianza e sistemi di comando a terra, tutti connessi e in grado di scambiarsi dati in tempo reale. Questo approccio moltiplica l’efficacia operativa, consentendo di controllare aree più vaste e di affrontare minacce complesse con una flessibilità e una potenza che nessun singolo aereo potrebbe mai avere.

3) In che modo i problemi del progetto FCAS europeo potrebbero favorire Saab?

Il progetto FCAS (Francia, Germania, Spagna) è un programma enorme e politicamente complesso, con continui disaccordi sulla spartizione dei ruoli e dei carichi di lavoro tra le industrie dei Paesi membri. Se queste tensioni dovessero portare a ritardi significativi o a una rottura, la Germania potrebbe cercare un “Piano B”. Il programma svedese di Saab, essendo più agile, meno burocratico e tecnologicamente molto avanzato, rappresenterebbe un’alternativa o un partner ideale. Berlino potrebbe vedere in Saab un modo per ottenere un caccia di sesta generazione in tempi più certi e con meno complicazioni politiche.

E tu cosa ne pensi?

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