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La storia del Radar italiano e l’incomprensione, o il timore, delle Classi dirigenti per l’evoluzione scientifica

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Vi vogliamo presentare questo breve documentario sulla storia del radar italiano, o , come avremmo detto, se la storia fosse andata diversamente, del “Radiolocalizzatore”. Perchè questa vicenda spiega come la nostra classe dirigente, quasi da sempre, non comprende l’avanzamento scientifico, oppure lo distorce, si dimostra  paurosa di cavalcare l’impeto della scienza.

La storia del Radar ne è l’esempio: nato da un’intuizione di Marconi nel 1922, ne 1933 il Premio Nobel ne presenta un concetto funzionante alle forze armate che, però preferiscono deviare i finanziamenti su un nuovo incrociatore. Le ricerche però vanno avanti e presso l’accademia di Livorno nel 1936 vengono risolte le equazioni per il suo funzionamento, grazie al capitano Ugo Tiberio,   ed approntato un apparato di prova , ma, per uno screzio fra ufficiali, questo non verrà mai testato.

Quindi la guerra, le sconfitte navali a Taranto e capo Matapan, e la ripresa, affrettata, degli studi, per realizzare 50 apparati  “Gufo”, mi entrati completamente in uso.

Se ritenete che questo sia simile a quanto accaduto al Covid-19 avete ragione. In Italia IRBM ha studiato il vaccino, divenuto poi Astra Zeneca. In Italia sono prodotti gli anticorpi monoclonali, e qui i medici hanno messo a punto cure efficienti. Eppure tutto quello che ha saputo studiare la medicina ufficiale è closedown e tachipirina…

Buon ascolto

 


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